[Revelation] Final Chapter: Should You Fail..., Quest conclusiva dell'Evento.

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Vaalin
view post Posted on 31/8/2010, 20:26




Le sirene suonano in tutta la città e in tutti gli accampamenti, lungo il lunghissimo fronte che la circonda a distanza di svariati chilometri, richiamano all'attenzione la popolazione per il consueto discorso dei vertici dell'esercito. C'è chi si metterà a seguirlo svogliatamente, chi non se ne curerà affatto - ogni settimana la stessa storia -, altri invece, soldati e rispettivi parenti, ne soppeseranno ogni singola parola, ben sapendo l'influenza che abbia sul loro destino.
Ma questa volta è diverso, non si parla di come sia stato perso terreno da un lato, mantenuto da un altro o di qualche ininfluente spostamento di truppe, né tanto meno vengono ripetute per l'ennesima volta le procedure d'emergenza in caso di un attacco come quello verificatosi al villaggio della Nebbia; no, stavolta qualcosa di molto più importante bolle in pentola.
«È deciso» - Da chi poi? pensa sicuramente la gente - «fra giorni cinque alle ore quattordici e trentasette minuti i tre quinti dei reparti dell'esercito attaccheranno il covile di bestie noto un tempo come villaggio della Nebbia; un quinto soltanto del contingente ripiegherà e sarà destinato all'esclusiva difesa della città.» E l'ultimo quinto che fine farà? Non viene detto. «L'offensiva sarà totale e definitiva: o vittoria o sconfitta.»
«In caso di esito positivo i nostri centri di ricerca hanno buone evidenze che la guerra possa finire e la piaga essere eradicata; se dovessimo perdere, non vi saranno più uomini in sufficienza per resistere un tempo maggiore a mesi quattro.» Ah, sì insomma, tranquilli, cosa volete che sia. Chiunque stia leggendo quel messaggio ci mette lo stesso pathos di uno studente obbligato a recitare ad alta voce una poesia che non capisce. «Sono richiamati in servizio tutti coloro che abbiano ricevuto addestramento militare di qualsivoglia grado. Ufficiali incaricati sono già stati inviati per notificare ufficialmente la coscrizione. Da domani alle ore dodici in punto sarà dichiarata la legge marziale.»
Gli altoparlanti gracchiano un'ultima volta e la comunicazione ha termine.
Un attimo dopo la città si riempie del fragore di mille voci che discutono animatamente.

[...]

Si è presentato a casa vostra, o in qualunque altro luogo foste, un militare di grado più alto, comunicandovi la sospensione per motivi bellici dell'esame di selezione ufficiali; chiunque abbia ottenuto l'accesso alla seconda fase avrà modo di dimostrare direttamente sul campo le proprie capacità, gli altri riceveranno compiti minori all'interno dei corpi incaricati della difesa e del mantenimento dell'ordine in città.
Vi vengono date poche ore per prepararvi, se ne profilano molte di marcia forzata, ma venite assicurati che una volta arrivati al fronte e riuniti col resto del contingente troverete adeguati "mezzi di trasporto".

[...]

Durante il viaggio venite divisi in differenti reparti e istruiti sommariamente sugli obiettivi della vostra specifica missione; c'è grande agitazione tra i ranghi, costituiti perlopiù di leve inesperte. Così, ad occhio, vi è un solo ufficiale ogni dieci soldati semplici, mentre nei tempi di pace siete sicuri venisse raccomandata una proporzione di uno a tre; questa è la guerra.

[...]

Ognuno di voi è infine giunto a destinazione, seguono due ore di tempo per la costruzione di un accampamento fortificato e fortunatamente ai novellini come voi è chiesto solo di montare le tende - si spera che quello lo facciate bene -, mentre il personale più esperto erige mura e torrette difensive.
Più tardi verranno stabiliti i turni di guardia.

Riuniti attorno a più fuochi stanno i vari gruppi, davanti a voi un ufficiale superiore in tenuta da combattimento cammina avanti e indietro passandovi in rivista e approfondendo i dettagli della missione; è richiesto che vi manteniate sull'attenti solo all'inizio, poi vi viene dato il comando di Riposo!
    «Squadra phi[1], il vostro compito è esplorare e ripulire le gallerie sotterranee poco oltre i confini della vecchia città, dobbiamo essere sicuri di non essere attaccati alle spalle quando avanzeremo! Quella zona deve rimanere libera, è la nostra via di fuga, quindi dopo il raid voglio un cordone di sicurezza tutto intorno, robusto ed efficiente!»

    «Squadra psi[2], la missione consiste nel recupero di una postazione meteorologica militare sulle colline, attualmente divenuta un nido di bestie. Abbiamo ricevuta una comunicazione importante da lassù, ma è stata interrotta, ogni evidenza possibile va raccolta!» Nel dirlo effettua energicamente con la mano destra aperta una diagonale dall'alto in basso, da sinistra a destra. «Per questo motivo non possiamo piombare là dentro in forze, indizi e strumentazione verrebbero distrutti. Sarete divisi in due gruppi: il primo si posizionerà sulla collina adiacente, curando di attirare l'attenzione grazie ad un preparato ricco di feromoni sviluppato dai centri di ricerca - per chi non lo sapesse, una analoga sostanza è secreta naturalmente da alcune specie di queste bestie ed è stata capace, nell'incidente del settore sud-orientale, di attirare una mandria di Calpestatori da oltre il fronte, a chilometri di distanza. Quella che vi sarà data in dotazione è una soluzione molto più diluita, ma dovrete comunque fare attenzione a non abusarne, o rischierete di attirare ben più di quello che sia necessario...
    Detto ciò, sono stati sorteggiati i componenti del secondo gruppo, ma verranno comunicati più tardi. Il loro compito sarà quello di penetrare nella postazione, eliminare qualunque creatura vi sia rimasta all'interno, prenderne il controllo e raccogliere informazioni sull'ultima comunicazione da lì inviata.
    L'operazione avrà luogo di notte, prima di tutte le altre, per l'importanza strategica che ha quella struttura, al di là del fatto che il messaggio sia partito da là. Quando sorgerà il Sole e inizierà l'offensiva infatti dovrete stabilire un contatto radio col campo base e fornire tutte le informazioni che vi saranno richieste - pressione, temperatura, umidità, coordinate di zone sensibili o assembramenti nemici, tutto! L'artiglieria ne farà buon uso.
    Potete andare.»

    C'è chi si dirige subito, stanco, al proprio giaciglio e chi invece è troppo agitato e preferisce sfogare l'emozione chiaccherando con qualcuno, ma ad ogni modo entro non molto verrà dato l'ordine di spengere le luci e chi verrà trovato ancora in piedi senza un buon motivo sarà punito.
    L'ufficiale che ha tenuto il discorso si avvicina ad uno di voi: «Riposo, soldato...» Si accende una sigaretta, tira un paio di boccate e poi comincia a parlare. «I rapporti raccontano meraviglie sul tuo conto, non mi stupisce che ti abbiano promosso dopo l'incidente. È scritto che ti sei occupato te della riparazione dell'artiglieria difettosa e delle comunicazioni radio, pare tu sia riuscito a far funzionare persino uno dei primi modelli di ricetrasmittente, notevole. La prima volta che dovetti usare quel trabiccolo mi toccò leggermi un manuale di un qualche centinaio di pagine...» Prende qualche altra boccata, e ti usa la gentilezza di non soffiarti addosso il fumo. «Se le cose stanno così, ti voglio in quell'edificio domani notte, anche se il tuo talento potrebbe rivelarsi utile pure sulla collina, visto quello che hai vissuto.» Con qualche colpo di dita fa cadere al suolo i resti inceneriti della punta della sigaretta. «Ma non voglio sorprese, qualunque cosa accada il contatto radio è fondamentale», e qui ti punta contro l'indice in gesto eloquente, «e mi aspetto molto da te, in tale senso. Non mi deluderai
    Butta il cicchino non ancora finito a terra e lo pesta per spengerlo, poi si volta e mentre si allontana conclude dicendo «In branda adesso, ti voglio al massimo della forma domani, soldato.»

    «Squadra theta[3], a voi è richiesta la ricognizione di una zona in cui ci sono stati segnalati recenti smottamenti e cambiamenti della morfologia del terreno: non sappiamo che aspettarci e abbiamo bisogno di sapere le condizioni del territorio prima di pianificare le manovre d'attacco sulla città. Siete la squadra meno numerosa e verrete divisi in dei sotto-gruppi di tre o quattro individui perché possiate coprire una zona più ampia. Solo alcune di queste unità avranno al proprio interno un individuo addestrato ai rilevamenti topografici e al disegno di cartine, pertanto chi non ne avesse dovrà limitarsi ad assicurare la sicurezza delle varie zone e l'incolumità degli altri.
    È tutto.»

SPOILER (click to view)
Naturalmente, ognuno di voi sente solo la missione della propria squadra.

Nota: mi è stato detto che siete stati per un disguido già informati On Gdr della "seconda fase", quindi, semplicemente, quello che sapevate prima era una indiscrezione, voci non ufficiali; solo adesso è tutto deciso e definitivo.
Non è propriamente una "seconda fase", definizione eufemistica, questa è guerra.



Edited by Vaalin - 2/9/2010, 03:47
 
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Vaalin
view post Posted on 2/9/2010, 16:53




[Partecipanti:]
    Dig or Die - Sqadra φ.
      angelo azrael
      "Andre"
      wert95
      FP2Z
    King of the Hill - Squadra ψ.
      nakamura.666
      Fryese39
      ~Keyblade
      {Nanaho Senpai~
    Rest In Flame - Squadra θ.
      Sasshi
      Itamae
      Kirashi
      Rastark
      Sai Kami [PNG]

SPOILER (click to view)
In grassetto i capisquadra.

Per Rest In Flame le cose saranno un pochettino diverse, ma rimando al topic specifico della squadra per esse.


Edited by Vaalin - 6/9/2010, 12:21
 
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Vaalin
view post Posted on 7/5/2011, 15:34




Riflessione
La mano massaggia indulgente l’attaccatura del naso, stringendo e facendo scorrere su sé stessa la pelle.
Un lento e grave sospirare l’accompagna per tutto il tempo, sinché il braccio non si abbassa e l’uomo torna a fissare la parete.
Sono occhi vuoti i suoi, assenti, immagine stessa della sua vita.
Che cosa ha sbagliato, si chiede? Si arrovella su questo unico quesito, si domanda se abbia fatta una qualche mossa errata. È quasi un rito per lui questo, una lunga e solitaria cerimonia che si ripete con la frequenza di qualche anno.
La risposta, ancora una volta, è no, non ha commessi errori, come sempre.
Tuttavia ad ognuno di questi nuovi esami, sebbene distanti nel tempo, il dubbio si insinua serpentino e parla con voce suadente, melliflua: «Ma per quanto sarà così?»
Prima o poi commetterà anche lui un errore e, al punto al quale è arrivato, un solo passo falso può costargli tutto.
Un singolo piede in fallo può porre termine ad un cammino lungo decenni.
Quanti, troppi, sacrifici compiuti... Il tutto per essere lì, per ritrovarsi in quella stanza, da solo.
Ha il mondo in pugno, così dice spesso la gente di lui, ma non si accorge del dettaglio più importante, del peso che questo comporta e di come la presa possa allentarsi in ogni istante, vinta dalle sordide congiure del tempo, o, peggio, spezzata da un unico colpo di mano.
Quante volte ci ha già pensato? Tante, troppe, come per ogni cosa.
Perché è un animale strano lui, incapace di vivere il presente e ossessionato dal lastricarsi un futuro che lo conduca al passato. Seduto, lì, su quella sedia, percorre la via che lo precede e si stende per lungo tratto di tempo e di spazio, ne esamina ogni risvolto, analizza ciascuna singola diramazione, seguendola con gli occhi della mente per giorni, mesi, anni; cosa accadrebbe se seguisse l’una o l’altra calle? Chi incontrerebbe? Cosa farebbe?
Per quanto si sforzi però non v’è verso che possa dare risposta a tutte le sue domande, ogni cosa rimane in aria, come sospesa, vergata in trasparenti e cangianti caratteri che parlano numeri, e danzano nel continuo fluire dell’eventualità, come variabili di un’equazione che vada dipanandosi sotto lo sguardo man mano che il tempo passi.
Scelta una strada, rifiutate le altre, un’infinità di mondi possibili brucia sotto la logica spietata della realtà e allora tutto diventa più chiaro, i calcoli più semplici, e semplificati via via conducono infine alla soluzione, l’unica inesorabile certezza cui sin dall’inizio eran stati eguagliati: la morte.
Perché dopo tanto far di conti e dipanarsi di eventi, a seguito delle interminabili osservazioni effettuate per distinguere cosa potesse essere e cosa invece sia stato, per scindere il piano dell’idealità e della possibilità da quello dei fatti realmente accaduti, resta quella soltanto, la conclusione. E che altro?
È questa l’unica legge della quale possa avvalersi, ed ironico come per aver finalmente conoscenza degli oscuri ingranaggi e meccaniche che abbian mossa la propria vita l’uomo debba morire.
Solo in quell’istante, quell’ultimo attimo, il sistema è risolto, svelate le incognite e l’infinito sommarsi di insignificanti eventi restituisce l’uno, l’interezza, la certezza.

[Ø] Intermezzo - Fine.


 
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