Mozzi, pignoni e burattinai, [Missione Libera]

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Vaalin
view post Posted on 30/7/2012, 15:54




«Sono arrivati in città.»
L'orologio batte il cambio di ora, come a donare importanza all'affermazione. Il rumore causato si sente distintamente nella grande stanza ed è solo al ticchettio successivo che una seconda voce risponde alla prima. «Quando?»
«Pochi minuti fa, non hanno avuto cura di non farsi notare.»
«Perché non ne hanno bisogno.»
Pausa. Un altro secondo che passa.
La mano dell'uomo dietro la scrivania si contrae preda di qualche spasmo.
Il respiro della donna invece è regolare, ma stanco, profondo, un ritratto perfetto di monotonia e depressione.
Le sue ciglia oscillano in aria una e più volte, ogni istante che passa è un battito di palpebre esauste.
Anche il braccio che tiene la cartellina si rilassa e scivola un po' giù, un foglio tenuto male dalla molla fa capolino da un angolo, in una lenta discesa.
Divisa in ordine, ma addosso da cinque giorni, pessima cera e scatoletta delle medicine vuota.
Nella sua testa si alternano immagini presenti e passate, realtà e fantasia.
In tutte queste lei è accanto a lui, a Ryou, sin da quando era ancora una ragazza.
Torna vivo nella memoria quel giorno, il primo di Accademia, la classe e poi il campo di addestramento, il suo sorriso, quell'aura di timore e rispetto che suscitava in lei. Non ci sono compagni di corso, nemmeno uno, solo loro due — è sempre stata sola, non ha mai fatto parte di una squadra.
Ha nascosto la solitudine dietro una condotta esemplare, lavori impeccabili e risultati eccellenti, si è sempre distinta, acquistando giorno dopo giorno il rispetto che le era dovuto.
Ma più avanzava lungo la sua carriera, più avanti andava in quel corridoio professionale, più i suoi passi echeggiavano solitari, più il suo sguardo si faceva duro, la cartellina le si stringeva al cuore come a volerlo consolare della sua inguaribile malinconia.
La sera tornava a casa e si guardava allo specchio, per decine di lunghissimi minuti, poi piangeva, lavandosi i denti, ed alla fine sciacquava via dal lavandino lacrime e dentifricio, sollevava di nuovo il volto, lo sguardo fisso sui suoi occhi arrossati dal pianto e si sorrideva, si faceva forza, si diceva che all'indomani sarebbe andata meglio.
A lavoro però i colleghi erano inclementi, la chiamavano "la stakanovista", "la macchina", la trattavano freddamente e la evitavano, a meno che non avessero qualche pratica noiosa da sbolognarle, sfruttando il suo disperato bisogno di un contatto, di qualsiasi tipo, di sentirsi necessaria a qualcuno. Svolgeva così il lavoro suo e degli altri, faceva straordinari su straordinari, anche non retribuiti, sino a tarda notte, quando si raggomitolava sulla sedia del suo ufficio e si abbracciava forte le ginocchia strette al petto.
E nonostante tutto ciò, nessuno le offriva mai un caffè, né scambiava quattro chiacchere con lei, scopriva sempre dopo le cene o le bevute organizzate fra colleghi e tutti le dicevano allora di essersi scordati di invitarla, pensando che non le sarebbe interessato, che avrebbe avuto da fare — sicuramente, con tutte quelle faccende da sbrigare.
In tutto questo lui invece era lì, c'era sempre stato, pronto a lodarla al rientro da una missione o a proporla per quelle più delicate.
Lentamente allora aveva smesso di cercare l'approvazione degli altri o la loro compagnia, in fondo aveva già lui che l'apprezzava, che le diceva che faceva un ottimo lavoro, di continuare così, andando sempre più in alto. Lui era la sua motivazione, le parole amiche di cui aveva bisogno per andare avanti, per non sentirsi vulnerabile, per non sentirsi sola.
Quando poteva, faceva sempre rapporto a lui, organizzava i suoi turni per essere a sua disposizione o saltava la pausa pranzo per fare qualche ricerca negli archivi per suo conto. Ad un certo punto, senza neanche accorgersene, aveva finito per esserne la segretaria ed il braccio destro, pur continuando la sua brillante carriera.
Eppure, ciò nonostante, non era mai riuscita a dirglielo quanto bisogno avesse di lui, quanto fosse importante per lei, di come avrebbe fatto qualunque cosa, persino morire, se solo le l'avesse chiesto. Un amore non corrisposto, il suo, una gelosia crescente quella che per diverso tempo aveva nutrito nei confronti "della smorfiosa", come la chiamava lei, di quell'arrogante di una Takeda che era comparsa dal nulla portandole via il suo Ryou.
Alla fine dei giochi, però, dentro quella stanza, accanto a lui, adesso c'era lei, soltanto lei, e nessun altro.
E poco importa che per lui sia solo uno strumento, un oggetto, un'arma, un pupazzo, l'importante è che sia sua, completamente, irrimediabilmente, sua.

~ · ~


«Nervosa?» Tono paterno, sorriso indulgente di chi la sa lunga. «Perché dovrei?»
«È la prima volta che metti piede a Konoha da quando-»
«Il puzzo della Foglia resta lo stesso.» Glissa la donna, con una punta acidula nella sua voce fredda e sbrigativa, decisa. «Non la pensavi così un tempo...»
Lo sguardo di lei si abbatte feroce sul suo volto per un istante, poi torna a scrutare fuori dal finestrino della carrozza, la guancia appoggiata stancamente sulla mano destra. «Non fare finta di conoscermi, vecchio, e smettila di comportarti come fossi mio padre: mi irrita.»
«Credevo ci fosse un patto di fiducia, fra noi.»
«Fiducia, non amicizia, tanto meno familiarità.»

Qualcosa attira l'attenzione della donna, che si sporge in avanti a bussare al cocchiere per fargli intendere che deve fermarsi. L'anziano osserva il mondo fuori dal finestrino ed intravede due figure anonime — «Sono loro?»
«Non abbiamo tempo per gli scherzi, quindi direi di sì.» Segue uno stanco sospiro del pover'uomo, sopportarla quando ha la Luna storta non è impresa facile ed ultimamente pare averla più spesso del solito. Da un certo punto di vista la capisce e la rispetta per la scelta che ha fatto, però potrebbe anche cercare di non far pesare la cosa ad ogni singolo istante. Non è l'unica ad aver sacrificato qualcosa, affatto.

La carrozza si arresta, lo sportello si apre ed il suo terzo, silenzioso occupante, un ragazzo smilzo e dallo sguardo vispo, ne esce fuori con passo certo, in direzione dei due passanti additati prima. «Scusate, sapete dove posso trovare un medico? Mio padre...» Con il pollice destro indica il veicolo dietro di lui, con la sua porticina ancora spalancata; l'espressione è preoccupata, ma non disperata, forse si tratta di qualcuno con un lieve malore. «Non è niente di grave, però... avrei bisogno di qualcuno che ne sapesse qualcosa di pronto soccorso!»

Nel frattempo, a bordo, nell'oscurità dell'abitacolo qualcuno si sta spazientendo e sussurra: «Quanto ci mettono?»


Eccoci qua alla vostra prima missioncina personalizzata. Nel titolo la chiamo una Missione Libera e con ciò intendo che non è niente di formale tanto Off quanto On Game. Siete liberi di comportarvi come meglio pensate che farebbero i vostri personaggi, non c'è un vero modo di "vincere" o "fallire" in questa missione, si tratta di giocare e vedere che ne esca fuori. Naturalmente, migliori le vostre scelte migliori i risultati e le ricompense che otterrete, tanto sul piano narrativo quanto su quello formale di ryo e punti esperienza.

L'ambientazione è Konoha, dove dovreste essere al termine della vostra ruolata al Bar. Per rendere la cosa un po' più spedita ho assunto vi siate mossi e siate ora vicino ad una strada, sulla quale potete vedere una carrozza che si ferma. Un uomo vi si fa incontro, è giovane e di bell'aspetto, un po' preoccupato in volto. Vi chiede dove possa trovare un medico, pare che qualcuno abbia avuto un malore e gli servirebbe un pronto soccorso.
Guarda caso Maryam ha in scheda delle abilità mediche: chissà cosa spero facciate? (Siete comunque liberi di comportarvi altrimenti, però poi vi tengo il muso!)
Scherzi a parte, usate questo post per riempire il buco tra la ruolata precedente e questa e per decidere se dare o meno una mano. In caso di risposta affermativa, potete ruolare che una volta nei pressi del veicolo venite invitati a salire a bordo.
Nell'abitacolo ci sono un uomo anziano completamente calvo ed una donna giovane e di bell'aspetto dai capelli rossi.
A questo punto dovreste interrompere la narrazione, dopodiché starebbe di nuovo a me.
Come detto, potete anche decidere altrimenti e gestire diversamente la situazione, magari indicando una vera e propria struttura ospedaliera.
Ma la deontologia medica dovrebbe impedirvi di abbandonare un povero malato!
 
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~ Dark.Angel.Maryam
view post Posted on 31/7/2012, 21:18




Narrato
Pensato Maryam
Parlato Maryam
Parlato Ikuto
Parlato Altri




Eravamo giunti in una strada, seguendo la mia proposta. Un motivo c'era: avevo chiesto a mio fratello di trovarci lì per un "certo" scambio d'informazioni. Come al solito, lo vidi che era già comodamente seduto su una banchina ai lati della via. Dissi a Jin di aspettarmi un momento e mi avvicinai ad Ikuto. Mi accorsi che accanto a lui c'era il mio marsupio dalla forma bizzarra e nelle sue mani stringeva due spade; una era sicuramente una katana.

Sorellina! Senti, è sorto un imprevisto, per cui sono costretto ad abbandonarti per il momento. Ho recuperato la tua roba e soprattutto... non insistevi che necessitavi di due armi "particolari"? E poi mi sono stufato di prestarti sempre la mia fantastica katana...

Mi consegnò la katana e l'altra spada, accorgendomi che si trattava di una wakizashi. Avevano entrambe il fodero argentato inciso da motivi floreali blu. Nice, me ne ero immediatamente innamorata. Fissai mio fratello, senza parole. Mi sorrise.

Continua così: ammutolisci, ehe. E tieni questa cinta, l'ho fabbricata io stesso per portarle e sguainarle comodamente... E... Nel marsupio... nella tasca più interna c'è un foglietto... sai, quello che mi avevi chiesto... Ora ti saluto... mi raccomando: sii prudente, sorellina.

Poggiò la sua fronte contro la mia, poi si girò correndo e saltò su un tetto di una casa. Sparì subito alla mia vista.
Allacciai il marsupio alla vita, in modo che la borsa pendesse sulla coscia destra; la cintura per le due spade la legai in modo da avere la katana e la wakizashi sul fianco sinistro. Mi riavvicinai a Jin, dicendo che si trattava di mio fratello, ma prima che potessi continuare, una voce attirò la nostra attenzione.

Scusate, sapete dove posso trovare un medico? Mio padre... Non è niente di grave, però... avrei bisogno di qualcuno che ne sapesse qualcosa di pronto soccorso!

Un bel giovane indicò una carrozza dietro di lui, con la porta spalancata. Era un po' preoccupato e ciò mi fece agitare interiormente. Dove lo trovavamo un medico, ora? Ok, non era nulla di grave, aveva detto, ma se fosse peggiorato con il trascorrere del tempo?

Maryam, ma sei idiota? Tu hai qualche abilità medica e hai letto dei libri di medicina e pronto soccorso!!!

Ah già, è vero.
Senza pensarci due volte, mi rivolsi gentilmente al ragazzo.

Ne so qualcosa in materia; penso che potrei dare un'occhiata a vostro padre!

Dunque lo sconosciuto ci invitò a entrare nel veicolo. Mi girai verso Jin. Se si fosse unito a me, sarei stata più tranquilla; anche se uno stava male, ciò non significava che non fosse un assassino. Infatti, nonostante apparissi serena, tenevo orecchie ben aperte ed agivo cautamente. Se invece avesse preferito andarsene...

... Che Dio mi assista.


Ammetto che per precauzione ho inserito la scena dell'incontro tra la PG e il fratello XD Endy, tocca a te~

 
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Endymyon
view post Posted on 31/7/2012, 23:45





Narrato
Pensato
Parlato

Si erano allontanati dal laghetto sulle cui sponde si erano fermati. Il piccolo momento di riflessione gli era servito per delineare meglio le sue prossime mosse. Il primo obiettivo era andare in una sede giornalistica e cercare notizie riguardante Shin, il suo esaminatore.
Ricordava che avesse uno sguardo duro, ma che desse anche il meglio di sé in quello che faceva.
Oppure tutto ciò era la sua immaginazione, che col tempo, attribuiva a tutte le persone dei tratti in più, che forse non appartenevano a queste, oppure aumentava le loro virtù e diminuiva i loro vizi. Era strana la sua mente, ma non è forse l'essere umano a voler essere buono dopo essersi allontanato un po' dagli animali? Dopo essersi dato delle leggi per controllare gli impulsi primitivi e dopo tanti anni di sviluppo e di amplificazione dei sentimenti, come si poteva non arrivare a ciò?
Per quanto la tua mente può dirti che è tutto un plagio, che le leggi della natura contano, adesso avrai sempre il dubbio. Perché le altri leggi esistono?
Si era fermato come aveva chiesto Maryam, lei doveva fare qualcosa.
Era rimasto lì, nello stesso punto, in attesa. La guardava allontanarsi per parlare con qualcuno, ormai non riusciva a distinguere molto la persona, lei gli aveva bloccato la visuale, forse involontariamente.

Ripensando ai dango e ad adesso, mi sento come un cane obbediente... Dannazione, odio le persone che sanno chiedere con gentilezza le cose, non si può mai rifiutare una mera richiesta tanto insignificante. E anche io che rimango qui fermo come una statua, sono come un cane che aspetta il padrone. Da quando sono diventato così?

Al suo ritorno non aveva fatto a meno di osservare il suo nuovo equipaggiamento. Una cintura e due spade. Conosceva bene la katana, ne possedeva anche lui una a casa, ma la sua aveva un semplice fodero nero che voleva rimanere anonimo, mentre la wakisashi, benché sapesse cos'era, non aveva mai provato a maneggiarne una. Forse per il corto affondo che poteva fare in confronto alla sorella maggiore, o per il fatto che gli sembrava più un lungo coltello anziché un'arma vera e propria, aveva desistito dal volerla provare in armeria.
Un fodero argentato e delle rose blu.

Se le chiedessi chi era la persona con cui parlava invaderei la sua privacy? Chiederei qualcosa che un semi-estraneo come me non dovrebbe sapere? E poi perché dovrei farle una domanda simile? le sue sopracciglia si abbassarono, quasi che sembrasse concentrato, ma i suoi occhi erano persi nel vuoto malinconico dei suoi pensieri. Non sono affari miei, lo so, però... Nessun però, si vede che era un fattorino che le ha portato l'equipaggiamento... Già, l'equipaggiamento, che avesse in mente questo dall'inizio? Da quando mi aveva portato al lago? Comunque sia mi ritrovo svantaggiato.

Distese la mano e controllò. Sei. Sei kunai, le uniche armi che aveva addosso, due nella giacca di cuoio, e altri quattro distribuiti nelle tasche dei pantaloni. Niente di più
Ad interromperlo fu una voce. Qualcuno aveva bisogno di aiuto e avevano chiesto loro.

Bhè, se avete spazio anche per me nella carrozza, sarò lieto di aiutarvi, anche io ho studiato un po' di pronto soccorso e di medicina, e se non si tratta di nulla di grave posso aiutarvi.

Spoiler, che dire, ho mantenuto un basso profilo in questo post, d'altronde scrivere molte cose e a vanvera come ad inizio post non giova molto, eh? Bhè, il pg si rattristisce, visto che all'inizio voleva essere un "falegname" e adesso si ritrova ad essere un "cane" essendo diventato abbastanza passivo diciamo xD

 
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Vaalin
view post Posted on 1/8/2012, 10:13




«Benvenuti-» La portiera della carrozza viene chiusa alle vostre spalle dall'uomo che vi aveva approcciato, il quale rimane fuori, aggrappato al veicolo e coi piedi sulla piccola pedana in legno che porta all'abitacolo. «Ce ne avete messo di tempo...» Sospira, annoiata.
A parlare sono due persone, un vecchio ed una giovane donna, seduti sulla panca opposta a quella su cui, in un modo o in un altro, siete finiti voi. Non entra molta luce dal finestrino, oscurato in buona parte dalla presenza del terzo uomo, fuori, quindi riuscite a vedere bene i vostri interlocutori solo dall'addome in su. «Non badate alle sue maniere, è solo un po' scontrosa.» Un sorriso paterno si delinea sul volto rugoso e completamente calvo dell'uomo; unica nota di colore le sovrabbondanti sopracciglia bianche. Dal suono di zoccoli che vi raggiunge capite che la carrozza si sta lentamente mettendo in moto. «Ma immagino vogliate sapere perché vi abbiamo voluto qui e con queste modalità.»


Sostanzialmente, question time. Potete fare domande, sparare insulti, cercare di scappare, organizzare un torneo di tressette clandestino o corse di lumache, quello che volete — tenendo a mente che fra voi c'è una persona dalla pazienza, evidentemente, estremamente limitata.
Non notate armi di sorta addosso ai due ed il vecchio si direbbe un normalissimo vecchio, un uomo di elevato ceto sociale, ma niente più.
La donna, dai capelli rossi, potete immaginarla più o meno così:
 
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~ Dark.Angel.Maryam
view post Posted on 2/8/2012, 15:05




Narrato
Pensato Maryam
Parlato Maryam
Parlato Ikuto
Parlato Altri




Benvenuti-

Appena salii sulla carrozza sentii qualcosa spingermi sul fondo di una panca, a faccia a faccia con una donna dai capelli rossi che non ci accolse con tanto garbo come aveva fatto invece l'anziano signore che aveva accanto, di fronte a Jin. Il giovane di prima restò fuori, aggrappato al veicolo, dopo aver chiuso la porta.
Era poco illuminato, abbastanza da poter vedere che il signore era completamente calvo e aveva delle sopracciglia importanti e candide. Sul suo volto rugoso si aprì un sorriso quasi paterno.

Non badate alle sue maniere, è solo un po' scontrosa. Ma immagino vogliate sapere perché vi abbiamo voluto qui e con queste modalità.

Per qualche secondo ammutolii. Non avevo aperto bocca fin dall'entrata in quell'abitacolo, probabilmente con un'espressione interrogativa, quasi da bambina curiosa, in viso. Mi resi conto che forse conveniva agire, soprattutto dopo un'occhiata alla faccia della donna. Nel frattempo, ci stavamo muovendo. Non mi ero accorta che ci fossero dei cavalli, forse perché la carrozza l'avevo vista dal retro?

A meno che non si tratti di un motivo che non giova in alcun modo a nessuno... le sarei grata se me lo spiegasse.

Modalità Garbata e Disponibile: ON!

Sorrisi.
Non erano armati, tuttavia mantenevo sempre le orecchie ben aperte e gli occhi attenti.
Nella mia testa pensai a Jin: come avrebbe reagito?

E, immagino che il bisogno di un medico fosse solo una scusa, giusto? O veramente necessita di un piccolo controllo? Non si sa mai...

Sperai che non mi prendessero per una rincretinita. Insomma... magari quell'uomo dopo un po' sarebbe stato male! Per sicurezza, dovevo chiedere! Mai scherzare con i problemi di salute!

 
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Endymyon
view post Posted on 2/8/2012, 17:51





Narrato
Pensato
Parlato

Nell'entrare dentro la carrozza, il Genin prima di tutto mise il destro sulla pedana e poi, mezzo chino all'interno, vedendo Maryam essersi già accomodata, decise di prendere posto vicino a lei. L'impresa non fu realmente facile, e per evitare troppi movimenti, avanzò molto la gamba sinistra, per poi salire del tutto e tirarsi bene appresso il mantello, in modo che non rimanesse impigliato nella portiera.
Anche se non voleva tenere le distanze dalla sua nuova amica, nonché compagna di missione, dovette stabilirsi nell'angolo, in modo che il coprifronte attaccato al braccio non risultasse visibile. Non sapendo se fosse stato visto o meno, era meglio non lasciare la lamina di metallo lucente in vista, un fattore sorpresa poteva sempre essere conveniente.
Ormai era chiaro dalla situazione che il medico non serviva, anzi, era stata tutta una trappola per farli entrare dentro la carrozza, ma quale era lo scopo? Maryam era armata, e se fosse stato quello, perché offrire anche a lui di salire? Erano forse timorosi delle armi appena giunte nelle mani della ragazza, oppure li tenevano d'occhio da più tempo?

Tutti con i capelli rossi? Che sta succedendo, una cospirazione contro ciò che credevo fosse normale? Andiamo, inizio a pensare che tutti i rossi siano anche una mia maledizione. Ferito da Shin, ripreso dal tizio al bar come se fossi un pivello, e adesso lei che comincia a darmi sui nervi? Che mi capiterà dopo?

Sorrise. Benché fosse vero che il rosso sembrava portargli male, era contento di trovare delle avversità ogni tanto sulla sua strada. Senza quelle non sarebbe maturato, perciò decise di assecondare, almeno per il momento, le due persone che si ritrovava di fronte.
Mise la mano destra sulla gamba sinistra, con il palmo rivolto verso l'alto, e l'arto sinistro sopra il precedente.

Un semplice movimento di pollici e mignoli per la Scimmia, e l'aria si farà elettrizzante.

Non si preoccupi signore, ammetto di essere lento. Piuttosto dimmi rossa, cosa ti da fastidio?

Perdeva in fretta le staffe? Jin lo voleva sapere, voleva vedere se era abbastanza perspicace da notare il tono di riverenza che aveva usato per l'anziano e il tono di “confidenza” che aveva utilizzato con lei. Voleva stuzzicarla, non aveva mai adorato prendere ordini da estranei soprattutto. Due in un sol giorno per di più

Hai bisogno di farti medicare? Dal modo in cui parli sembra tua sia nata per dare ordini e fare la schizzinosa si direbbe che sia tu quella che necessita del favore, quindi dimmi cosa vuoi.
Se non fosse così, spiacente di averti importunata, non sono un veggente.
Ah, giusto, John Smith, non scordiamo i convenevoli...


Chi dei due è il “capo”?


Spiegazioni: Jin coglie la palla al balzo per dire che non è stato disturbato (invece lo è xD) dai toni della signorina, e poi la sua ultima battuta viene dopo l'ultima di Mary.
Se non si è capito, Jin pensa che il vero mandante sia la ragazza e che il vecchio faccia da portavoce, ma lui vuole che sia la (bellissima?) rossa a chiedere direttamente cosa vuole, e non un vecchio, si sentirebbe più “appagato” dal tutto.
Per colpa di Vash adesso il suo nome sarà John Smith :V

 
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Vaalin
view post Posted on 5/8/2012, 21:43




Il vecchio ridacchia divertito alla domanda della sedicenne, che nonostante l'inganno si dimostra così premurosa da fargli tenerezza. «No, non ti preoccupare, Deo gratia non ho ancora bisogno dei servigi di un medico.» Storce la bocca e manda gli occhi al "cielo" la donna invece, che subito chiosa con un aspro «Per mia sfortuna...»
A seguire, le parole di colui che al termine del discorso si sarebbe presentato come sedicente John Smith — un nome così comune da quelle parti da non destare assolutamente nessun sospetto.
La reazione della "rossa", come poco garbatamente si è vista appellare, è visibilmente contrariata. «I ragazzini impudenti; i dilettanti che si credono astuti ed assumono pose innaturali per nascondere le proprie intenzioni; le false identità e la scarsa considerazione per la propria e l'altrui vita; ecco cosa mi dà fastidiomoccioso.»
«Ta-»
«Facciamo un test: ti pongo un banale quesito da Accademia; se risponderai bene...» — porta la destra dietro la schiena, la sentite rovistare in una borsa che vi era passata inosservata, per poi tirarne fuori un plico marroncino tutto sgualcito, con sopra un evidente timbro rossastro che, a lettere cubitali, recita Classificato«potrai avere questo.»
«Visto che le cose si sono messe a questo modo, lasciate che vi dica brevemente perché siete qui e perché quei documenti dovrebbero interessarvi.» C'è una grande differenza fra le espressioni dei due, lei ha un ghigno tra il sadico ed il divertito, la tipica espressione di chi stia pregustando una qualche rivincita, lui invece mostra adesso un volto assolutamente serio, preoccupato direste. «Prima di tutto, io sono Basho, uno dei Daimyo di Konoha ed ho bisogno di voi.» Se quello che dice è vero, è possibile che si tratti di questioni di grande importanza, un uomo con una posizione del genere non si scomoda mai, personalmente per giunta, per niente. «Voi invece siete Maryam Tarkian, di Suna, e Jin... ehm, John Smith.» — una leggera risatina indulgente a spezzare la tensione — «Siete stati contattati, in un bar, da un uomo che vi ha chieste delle informazioni riguardo a tre persone, ma voi non sapete perché.» Il suo indice, steso, punta prima Maryam e poi Jin, la parola, fortemente calcata dal tono della voce, lascia intendere che loro invece sappiano di cosa si tratti. «È bene che sappiate, prima che decidiate se essere coinvolti o meno in questa vicenda, che è in ballo "roba grossa", ci sono interessi molto importanti in gioco, che arrivano sino alle più alte cariche dello Stato.» Fra cui lui, evidentemente. «Ora, se i miei informatori non sbagliano, quello che vi è stato chiesto di fare non è che un test, una selezione.»
«Tagliando corto», si intromette l'impaziente Takeda, «se riuscirete nel vostro compito è possibile che vi venga chiesto di entrare in una squadra, un piccolo plotone di rastrellamento rapido.»
«La sua formazione è stata voluta dal Daimyo Nara Ryou in persona, non prima di stamani e quello che ci serve, ciò che vi chiedo di fare in nome dei vostri Villaggi, Suna e Konoha, è di essere i nostri informatori dentro il gruppo che sarà creato.» Congratulazioni ragazzi, siete ad un passo dal divenire delle spie. «Se accettate, è nostra intenzione di darvi una serie di... dritte per rendervi più facile il lavoro ed aumentare le vostre possibilità di essere reclutati.»
Le carte sono ormai in tavola, hanno fatto la loro giocata, ora siete voi a dover valutare la situazione e decidere che carta calare. «Il primo degli aiutini a vostra disposizione è questo qua» — il plico estratto in precedenza è ora fatto penzolare bene in vista davanti a Jin — «ma non è certo un giocattolo da lasciare in mano a bambini dalla lingua troppo lunga...» L'oggetto si allontana allora dal Genin e la donna inizia a baloccarcisi, rivoltandoselo più volte fra le mani. «Per dimostrarmi d'essere degno d'averlo, dovrai rispondere ad una semplice domanda:» — il suo volto si fa sorridente di un sorriso innocente che coinvolge anche lo sguardo, dando vita ad un'espressione volutamente artificiosa ed inquietante nella magistralità dimostrata sia nella sua finzione che nel lasciarla trasparire — «quante volte sei morto da quando hai messo piede qui dentro?»


Post molto sbrigativo, tante chiacchere: cercate di sopportarle!
Per un andamento più spedito della cosa, vi invito ad osservare la consuetudine invalsa in buona parte dei gdr pbf, la quale vuole che non si interrompano i turni altrui (salvo previo accordo delle parti) — ossia, in parole povere, non interrompete i discorsi, lasciate parlare il babbione e la sua poco amichevole collaboratrice e poi dite tutto quello che volete.

Accettate? Non accettate? Accettate se? Volete il loro aiuto? Non lo volete?
Decidete voi. Per avere il plico Jin dovrà trovare una risposta soddisfacente alla domanda un po' oscura di Takeda.
Per facilitarvi il compito, quello che lascia intendere è che Jin non è in posizione tale da permettergli certi atteggiamenti: da quando è salito a bordo, ci sono state innumerevoli occasioni in cui sarebbe potuto morire. Quello che ti chiede quindi è una breve analisi tattico-strategica della situazione e dei rischi corsi. Sii fantasioso e cerca di ragionare secondo le disponibilità in termini tecnici e materiali di un ninja di livello presumibilmente alto, visto che affianca uno dei Daimyo di Konoha.

Per te Maryam c'è un po' meno da fare, ma mentre Takeda è impegnata a far la stronza con Jin il signor Basho è tutt'orecchie e, scuotendo la testa, sembra cercare la tua attenzione, in attesa di una risposta circa se accettiate o meno l'incarico oppure di domande al riguardo.
 
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~ Dark.Angel.Maryam
view post Posted on 8/8/2012, 21:30




Narrato
Pensato Maryam
Parlato Maryam
Parlato Ikuto
Parlato Altri




Ehi, ehi, ehi, ehi!! Ma che ca...? Come fanno a sapere il mio nome?

Non ero famosa...
Poche persone che avevo incontrato sapevano il mio nome e non mi sembravano tipi da spifferarlo in giro...
Il cognome, poi, non l'avevo mai rivelato a nessuno!
Solo l'anagrafe di Suna e gli abitanti, più o meno, conoscevano la sottoascritta... erano loro i chiacchieroni, o avevo avuto fina dalla nascita delle spie alle calcagna?
E mentre mi perdevo in questi pensiero irritata, capivo contemporaneamente che la donna stava preparando la cella delle torture per Jin, che aveva osato presentarsi con un falso nome... E senza offesa per il amico mio, era per giunta a dir poco assurdo.
Osservai il plico che aveva in mano la rossa. I miei occhi non si staccavano, curiosa com'erao di sapere cosa fosse.

Quante volte sei morto da quando hai messo piede qui dentro?

Evitai a stento uno sbuffo quasi divertito, per poi assumere un'espressione seria e riflessiva. Anch'io avevo corso lo stesso rischio... ma fin da subito, da quando ci era venuto incontro il giovane che se ne stava fuori, avevo agito il più cautamente possibile.
Notai che il signore mi fissava. Probabilmente voleva una risposta...?
Tossicchiai.

Ribadisco: se fare parte di questo gruppo gioverà certamente a Suna e Konoha, non ho problemi. E, chiedo forse più per interesse, se per caso ciò non richieda tuttavia la rovina, o peggio la morte, di altre persone. Almeno che non siano criminali o persone dedite a diffondere disastri...

In verità è per riflettere bene riguardo alla proposta, non voglio che ci vadano di mezzo persone innocenti.

... Nel caso accettassi, avrei solo il timore di rischiare di venir in qualche modo assassinata... Cioè, non nel senso che io abbia paura della morte (anzi)... sono spaventata dall'idea di perire prima di poter aver finito tutto.

Qualsiasi cosa quel "tutto" sia. Magari anche riuscire a sposarmi e a dar vita a una coppia di gemellini...

Non capii bene se quel pensiero fosse ironico o no.

Comunque, forse è proprio quell'idea che mi suggerisce di accettare. Basta che questa scelta non si sporchi di sangue innocente, ma al contrario possa progredire lo stato di qualcosa di buono.

Dissi, prima freddamente, poi con un sorriso triste dopo il "ma". Mh, dovevo allenarmi a tener meglio a bada le emozioni. Probabilmente mentre parlavo, sul mio viso si leggevano anche le battute nella mia testa...

Aspetta un momento.

In un frazione di secondo dalla parola "buono", il mio cervello fece rewind del discorso del vecchio. C'era qualcosa che non quadrava affatto.

Mh... scusi, ma... se Ryou Nara stesso ha voluto questa formazione... com'è che uno dei tre nomi citati da quell'uomo del bar era proprio il suo? Forse che...

Ripensai all'ipotesi che mi ero formulata per quanto riguardava Vash Shin.

...lui voglia sapere quante persone possiedono sue informazioni e quali esse siano? O ho capito male io? ... Beh, farei prima a dire, invece di continuare a parlare: potrebbe per favore chiarire meglio la situazione, signore?

Un dubbio atroce mi assalì: non è che ci stessero cercando perché non volevano in verità che svolgessimo quel compito? Buttai nel cestino della mia testa questa idiozia: se fosse stato così, ci avrebbero ammazzato subito, senza tanti problemi. Quindi era infondata.

... Spero.


 
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Endymyon
view post Posted on 9/8/2012, 00:08





Narrato
Pensato
Parlato

Sorrise.
Quella ragazza era brava. Brava a perdere le staffe e a farlo divertire.

Moccioso, eh? Complimenti, di meglio non potevi fare, Ta-qualcos'altro...

Il Daimyo invece era calmo e sapeva come dissipare un po' la tensione, ma la sua subordinata, presupponendo che quello fosse il ruolo ricoperto dalla rossa, amava aumentarla e non rendeva vita facile all'uomo. Le sue parole erano calme, e quasi riuscivano a toccare Jin per la cordialità in cui venivano espresse. Uno dei capi dello stato, in pratica, si rivolgeva a loro in modo schietto, non molto formale, come parlerebbe un anziano ad un giovane che reputa in grado di capire discorsi anche complicati, ma che non vuole gravare con tale peso.

Quindi sanno tutto, meglio così...

Si rilassò e lasciò fuoriuscire un lieve sospiro, per poi mettersi in una posizione più comoda. Non si era accorto che dopo le parole della rossa era rimasto nella stessa posizione, ma al signor Basho non voleva risultare impudente, doveva riservare un trattamento equo, poiché a lui sembrava l'uomo facesse altrettanto.
Purtroppo Jin si perse in tutti quei discorsi, gli risultava strano il discorso che tiravano fuori i suoi due interlocutori. Incominciò a fare ipotesi, a pensare a varie cose, ma alla fine si concentrò ancora una volta sul come dare fastidio alla non tanto cordiale ragazza che affiancava il Daimyo.
In suo soccorso venne Maryam, che con le sue parole gli stava facendo guadagnare tempo. Parlava di innocenti e di fare tutto, e infine parlò di Ryou Nara.

Cosa? No, non ha senso quel che dici, si esporrebbe troppo come capo di stato, e se noi riuscissimo eventualmente a trovare prove di qualche suo misfatto, bhè, non sarebbe un bene né per lui né per noi... No, quello che presupponi non mi piace.

Il suo pensiero ritornò subito indietro, si riavvolse e si accartocciò fino a rendergli visibile ancora una volta la scena del bar. Adesso la vedeva in terza persona, dietro alle sue stesse spalle. La sua immaginazione era veramente fervida e lo aiutava a dissipare i dubbi che l'ipotesi della compagna di missione li accanto esponeva.

Signor Daimyo, la ringrazio inanzi tutto per aver pensato che meritassi questa opportunità e inoltre per la sua cortesia Chinò il capo per qualche secondo, per poi riportarlo in alto e guardare l'uomo di fronte a sé. Purtroppo però, mi duole dirle che non è abbastanza... Lei sta chiedendo di portare informazioni sul suo collega, l'illustre Daimyo Ryou Nara. Purtroppo io occupo un rango troppo basso nella gerarchia militare, non conosco molte cose, e posso solo partire da presupposti... Vede, lei mi chiede di spiare una persona con una notevole influenza, pari alla sua, e io potrei diventare solo una mera pedina nel gioco degli scacchi fra due autorità molto potenti, rischiando la vita.

Prese fiato e riordinò un poco le idee per dare vita ad un discorso sensato.

Il mio non è un rifiuto e non si avvicina a questo, piuttosto è una richiesta di informazioni. Se io non sarò la solita pedina ignorante ed esecutrice di ordini potrei valere qualcosa in più di un mero sicario, informatore o altro. Perché dovrei raccogliere informazioni per lei, con tutto il rispetto?
Non fraintenda anche ciò che segue, ma io non mi accontento di un aiutino, non ne ho bisogno, preferisco sudare da me e faticare nel raggiungere qualcosa. Questo mi darebbe più valore, visto che sarei più soddisfatto di me stesso, ma al contempo, una promozione o un aiuto con alcuni allenamenti e alcune nozioni varie, tanto per scalare questa gerarchia militare, mi tornerebbero più utili e li apprezzerei di più.


Sapeva per certo che il signor Basho avrebbe compreso le sue parole, in fondo si era semplicemente mantenuto su un tono formale, avanzando richieste che forse non sarebbero state così male, un'alleato forte e indipendente era molto meglio di uno senza cervello ed inutile, anche se ciò avrebbe comportato forse un'arma a doppio taglio.

Sappia inoltre che uno dei miei sogni è la gloria, e quel gruppetto di cui parlava prima è la cosa più immediata, quindi mi impegnerei anche senza il suo aiuto, ma se lei trovasse una motivazione in più, questo non potrebbe che giovarmi.

Stava sorpassando il limite? Stava chiedendo troppo, faceva la figura del avaro? Non gli interessava molto, lui voleva la gloria, avere il suo nome stampato nelle menti della gente, assieme a battaglie memorabili ed eventi clamorosi.

Oh, giusto, scusi signorina Ta- qualcos'altro, non era mia intenzione di snobbarla così. Sorrise tra sé e sé. Vedi, non sono abituato a parlare con persone che non si degnano nemmeno di dirmi il loro nome, almeno saprei come appellare alla loro attenzione, ma se vuoi sarai Rossa, d'ora in poi... Circa la tua domanda, se il signor Basho avesse voluto, sarei morto ancora prima di entrare in questa carrozza, ma una volta qua dentro, direi che i modi di morire per me sono pressoché infiniti, lascio alla tua mente sadica, dalla morte rapida, a mani nude, a quella con armi, a quella con jutsu e anche alle torture se vuoi, pensarle tutte.

Riprese un po' di fiato. Non era ancora felice, e forse nemmeno tanto sobrio ormai, perché infastidirla gli piaceva, e continuare, anche se non avrebbe giovato, come non avrebbero aiutato le troppe pretese, lo avrebbe divertito di più.

La mia risposta quindi è infinite volte in caso il signor Basho l'avesse voluto. Per quanto riguarda te, nel malaugurato caso fossi la guardia del egregio Daimyo qui presente, allora direi dalla prima sillaba che ho pronunciato da quando sono entrato, infinite volte, come prima, ovviamente, ma siccome voglio essere ottimista, direi che non saresti riuscita ad uccidermi neanche volendolo.

Ormai sapeva di aver toccato quasi il fondo, soprattutto perché il rispetto per il reggente di stato che si trovava nello stesso abitacolo gli impediva di dare di sé una brutta impressione.
Abbasso il capo.

Chiedo perdono per le mie parole irriverenti signor Daimyo, non volevo offendere lei in alcun modo, ma ho deciso di trarre del divertimento personale parlando con la signorina qui presente... E lei Rossa, chiedo venia anche a lei dacché mi sono divertito alle sue spalle, non volevo offenderla, ma purtroppo non mi era possibile, in una situazione svantaggiosa, non prendermi le ultime libertà che potevo concedermi almeno con le parole. Ovviamente se ti... Fece finta di tossire per provare a nascondere l'errore. ...ehm.. se le fa piacere parlare da pari, non ho problemi a continuare a darle del tu, anche senza arrivare a dispregiativi come moccioso, lei non mi sembra tanto in là con gli anni da potermi considerare così, e lo prenda con un complimento sincero, non ho la fama di adulatore.

Infine alzò la testa e sorrise verso la rossa.

Prima o poi arriveremo ad avere lo stesso grado militare, e allora si che potremmo trattarci da pari.

Allora, ho avuto fortuna a rispondere al quesito, signorina?

 
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Vaalin
view post Posted on 18/8/2012, 19:11




Nel corso dei vostri discorsi le espressioni dei vostri interlocutori variano più volte in risposta alle vostre parole secondo una vasta gamma di sfumature dettate dalle circostanze, repertorio di volti che va da quello paterno già precedentemente mostrato dal Daimyo nei confronti di Maryam all'aria alquanto accigliata e contrariata di Takeda, toccando un gran numero di altre combinazioni di posizioni dei muscoli facciali.
Alla fine però, in particolare, prevale su entrambi un viso alquanto divertito, che nel caso della donna sfocia in un'aperta risata celata solo in parte dietro una mano portata davanti alla bocca. «Mi spiace, figliolo, ma se ho capito bene hai preso qualche granchio...» Anche lui si direbbe trovare ilare il tuo discorso. «Io non sono uno shinobi, sono solo un burocrate — sin dall'inizio, dentro questa carrozza, la vita d'ognuno di noi, compresa la mia, è stata nelle mani di Takeda.» — la indica brevemente con un movimento della mano — «Per quanto concerne l'allenamento, be', puoi chiedere a lei se vuoi, ma dubito che sarebbe un'esperienza piacevole. Per entrambi.» Dallo sguardo della rossa, Jin, puoi tranquillamente intuire come assai probabilmente stia pensando al modo migliore di trasformare una tale eventuale situazione in un inferno di dolore. Forse ti conviene prendere in parola il vecchio e desistere. A meno che tu non sia un masochista nel profondo, nel qual caso potrebbe anche trattarsi di un'esperienza interessante: mortale presumibilmente, ma intrigante.
«Ma cerchiamo di non divagare troppo e di fugare invece qualche dubbio.» Come dire, torniamo alle cose serie, basta giocare. I suoi occhi si spostano su Maryam: «Ciò che hai detto ti fa onore e mostra una discreta arguzia, anche se ovattata da un'inevitabile giovanile ingenuità.» Ancora una volta, la piega delle sue labbra quando parla con te è condiscendente, è possibile che gli ricordi qualcuno. «La richiesta che vi è stata fatta in quel bar, come detto, è un test, ma non è stato ordinato direttamente dal Daimyo, lui non ha bisogno di quelle informazioni perché le ha già, lui ha potere su tutti i documenti classificati negli archivi del villaggio. È lui le più volte a decidere il livello di confidenzialità dei dossier o ad ordinarne la compilazione a, senza offesa, personale ben più competente di voi.»
«Chi vuole le informazioni che vi sono state chieste è qualcuno molto più in basso, probabilmente la stessa persona che vi ha sottoposto a tale compito: lo stiamo tenendo d'occhio da un po', anche in questo momento, ma non sappiamo molto circa i suoi obiettivi; quel che è certo è che, da stamani, lavora per Ryou.» Nessun altro appellativo, solo il nome proprio puro e crudo, indice di una strana confidenza? «Sarò sincera, il nostro piano prevedeva che lavorasse per noi, ma quella testa calda ci ha sorpreso chiedendo improvvisamente di essere ricevuto al quartier generale, senza neanche specificare da chi. La catena burocratica è il cortile del braccio destro di Ryou e non c'era verso che si lasciassero sfuggire l'opportunità di prendere contatto prima di noi.»
«Fatto sta che la vostra missione, sul versante Nara Ryou, non vi porterà a niente, perché, se anche esistesse qualcosa di compromettente, potete star certi che o è andato distrutto o è ben al sicuro in qualche sua cassetta di sicurezza.»
«Voi non potete, di fatto, mettere a rischio né lui né voi stessi perché non c'è nessuna informazione che possiate trovare che lui non abbia voluto potesse essere trovata. E qui entra in gioco questa.» La donna torna a sollevare il plico, ponendolo in bella vista. «Ciò che vi serve non sono informazioni, ma prove della vostra abilità. E, quando si tratta di indagini, la capacità in esame non è solo scoprire qualcosa, ma anche comprovare che eventualmente non ci sia niente da scoprire.»
«Dentro quella busta ci sono delle carte sul Daimyo prese da una delle sezioni dell'archivio del villaggio: sono completamente inutili, quasi totalmente censurate, copie che rimandano ai loro originali conservati in sezioni ad accesso più riservato — spazzatura, in definitiva.»
«Ma è il tipo di immondizia che, aggiunto a qualche cosuccia che potreste, come non potreste, scoprire dai vecchi archivi di un certo giornale — che noi potremmo, come non potremmo, farvi visitare — potrebbe aiutarvi a far vedere che i compiti a casa li avete fatti.»
«Riguardo agli altri soggetti nella lista, il mio consiglio è di tenere d'occhio i giornali, passati e futuri, dovrebbe essere sufficiente a raccogliere quanto basta per essere ammessi nel gruppo. Naturalmente potremmo consegnarvi direttamente documenti al riguardo, ma né io né voi vogliamo che siate dei soggetti passivi,» — occhi che scivolano su Jin, riconoscendogli almeno il merito di averla detta una cosa giusta — «i vostri compiti se accettate la nostra offerta saranno molto, molto importanti e ci servono delle persone capaci.»
«Vedete, il fatto è che noi vi abbiamo chiesto di essere i nostri informatori all'interno del gruppo che si formerà e per farlo vi abbiamo contattato in pieno giorno, nel bel mezzo di strada: perché non usare un po' più discrezione?» Si appoggia comodamente allo schienale dietro di lei, accavalla le gambe e sposta dal volto un ciuffo fuori posto. «Perché le talpe muoiono in fretta.»
«Per questo, per assicurarci che voi sopravviviate alla vostra missione, è importante che il Daimyo sappia della vostra posizione, perché è la condizione più vantaggiosa per voi: siete il filo diretto, la linea di contatto fra i due opposti poteri in gioco.»
«Sarete un crocevia di informazioni vere e false fatte trapelare ad arte da entrambe le parti, sarà questa vostra posizione a rendervi un elemento prezioso sia per noi che per Ryou, ma anche il fattore determinante. In queste situazioni, circondati come sarete da inganni e manovre di ogni tipo, ogni vostra decisione sarà capace di far pendere l'ago della bilancia da un lato o dall'altro.»
«A differenza del mio, purtroppo, collega, io non amo però impaniare le persone nei miei piani sino al punto che quando si rendono conto di farne parte non possono più tirarsi indietro, quindi vi pongo ancora la domanda: ve la sentite di addossarvi questa responsabilità, di portare avanti il lavoro più difficile che mai potrebbe esservi chiesto dai vostri villaggi? Siete giovani e avete molto da perdere, ma anche da guadagnare: in ogni caso accetterò la vostra risposta e vi serberò comunque nel mio cuore come i due bravi ed onesti cittadini che mi avete dato l'impressione di essere con le vostre parole.»


Ancora chiacchere per voi, giusto un po' di insight sulla situazione.
Post molto scarno, periodo orribile, sorry.

Le parole di Maryam circa il non voler coinvolgere persone innocenti fanno colpo sul Daimyo, che si complimenta con lei per questo, mentre i discorsi di Jin mostrano che abbia preso qualche abbaglio.
Se avete dubbi sul ruolo che effettivamente vogliano darvi o che altro, mandatemi pure degli mp.
Nel vostro prossimo post sarebbe utile se deste una risposta definitiva alla proposta che vi è stata fatta.
Potete porre anche altre domande o cose del genere, ma perlomeno date un sì o un no, altrimenti nella carrozza ci fate le ragnatele!

Se accettate vi darò nel prossimo post le risposte del caso e vi farò portare alla sede del giornale cui hanno accennato.

P.S:
La questione circa il quesito posto a Endy da Takeda non è finita, comunque, verrà acidamente ripresa nel prossimo post, tranquillo xD
 
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9 replies since 30/7/2012, 15:54   81 views
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