| Vaalin |
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«Si sta muovendo in fretta...» Voce di ossidiana, tagliente e vetrosa come sempre. «La velocità è un concetto relativo, Takeda.» Voce di quercia, robusta e rubizza come al solito. «Non è una scusa per l'inazione.» «Che stia manovrando più rapidamente di noi non significa stia forzando i tempi.»
«Ma neanche il contrario.» Acuta osservazione, ragazza. «Non possiamo permetterci di rimanergli neanche un passo indietro.» «Noi siamo già numerosi piedi più addietro figliola, è inevitabile.» Pausa, momento di riflettere su quelle parole, una strana ammissione da parte di un uomo così devoto alla sua causa. L'illuminazione è tenue nella stanza, poche luci basse a darle calore e il casuale apporto dei fulmini. Davanti alla finestra, lui, mani raccolte dietro la schiena e occhi semichiusi, folte sopracciglia bianche e disordinate. «È molto diversa dalla storia che hai raccontata ai tuoi uomini.» Una vecchia risata sommessa aleggia per qualche istante, scuotendo come onde le rughe del suo volto, visibili dal loro riflesso sul vetro battuto da una pioggia stancante. «Tutti hanno bisogno di motivazione, anche i più fedeli; dovresti saperlo.» «Anche se significa mentire?» «Le menzogne sono tali se a detrimento dell'ingannato, altrimenti io preferisco chiamarle... "incoraggiamenti".» «Credevo che Il Giusto della Foglia non ricorresse a simili bassi e fallaci sofismi per auto-giustificarsi.» «Viviamo in un mondo oscuro, mia cara, un mondo di inganni. Niente è come appare, mai!» Una nota malinconica nell'aria. «Le azioni possono sempre essere edulcorate, mistificate, falsificate. L'unica cosa vera, l'unica cosa in cui si può credere su questa Terra, sono le intenzioni — ma quelle, purtroppo, sono sempre nascoste alla vista.» «Quindi ogni cosa è giusta, se a fin di bene, pure se-» «Pure se dovesse costare una, dieci, cento, mille vite; sì.» «Forse dovresti concentrarti più sui risultati che sui presupposti.» Sprezzante, senza dubbio, come solo lei può permettersi davanti a lui. «Altrimenti saremo sempre in ritardo di anni rispetto a lui.» «Ti sbagli, Takeda, se lasciassi le mie convinzioni e agissi come lui allora sì che avremmo perso.» Le sue palpebre si schiudono un poco di più, sguardo profondo e determinato, volto ad un orizzonte meschino di rocce franate. «Non puoi battere un baro giocando secondo le sue regole.» «Che speranze abbiamo allora?» «Di barare a modo nostro, portare lo scontro su un campo non suo.» «Le persone, i rapporti, quindi.» «Esatto. Nel cuore di un despota non c'è posto per niente.» Una frecciata bella e buona, di quelle che fanno male e che per giunta vanno subite in silenzio. «E poi, anche noi abbiamo un asso nella manica...» «Ma non possiamo ancora usarla.» «Non importa, sinché in mano nostra, non potrà pensare ad altro.» L'uomo si volta, un sorriso corrugato dal tempo solca il suo viso poroso come un sughero. «La sua nemesi, la sua maledizione, l'unica cosa al mondo che teme!» Pensa la donna, mordendosi un labbro, l'unica cosa che ama.
~ · ~ «Il laboratorio 67A è perduto, Maestro.» Voce di cimitero, atona e amara come di consueto. «Stato della procedura di dismissione al momento dell'attacco?» Voce di cadavere, sfibrata e sfiatata, insolito. «Ottanta percento.» Una penna scorre sul foglio appoggiato alla cartellina. «Nessun membro del personale coinvolto, campioni di livelli da cinque ad F trasferiti, da due a quattro distrutti.» «Sopravvissuti?» «Nessuno, come da ordini.» «Ottimo lavoro.» Uno spasmo, la faccia dell'uomo si contorce nel buio e gorgoglia. «Maestro, se è così impegnato i-» «No. Voglio il rapporto completo.» «Non c'è nient'altro di rilevante, era una postazione in dismissione.» «Credi non lo sappia?» Scricchiolio innaturale, mentre si protende in avanti, sporgendosi sulla grande scrivania. «Era lì?» Domanda che va dritta al cuore e risveglia emozioni sopite dall'assenza di riposo. «Sì.» Risposta secca, piccata, ultima traccia di un'umanità ed una femminilità frustrate. Solo lei può permettersi tanto, con lui. O almeno, le piacerebbe crederlo. «È stata usata?» Impercettibile cambio di soggetto. «Ci sono immagini?» «Sì.» Suono meccanico del nastro che si mette in moto, la luce di un proiettore illumina i due volti emaciati nella completa solitudine di un'oscurità spezzata. Seguono immagini di una donna che combatte. «Non mi aspettavo scoprissero così presto le carte in tavola.» «Non è lei.» «Ma il profilo combacia-» «Non è Lei.» L'uomo si adagia nuovamente allo schienale, emettendo pesanti sospiri. «Ma allora cosa significa?» «Che è nelle loro mani e intendono usarla, ma...» Il sorriso dell'avvoltoio. «Ma che non possono ancora usarla.» «Anche se questo non vorrebbero lo sapessimo.» «Esatto.» «Basho non è uno sciocco, c'è un secondo messaggio dietro, vero? Loro sanno che quella è-» «L'unica cosa che temo.» No, non quello, pensa la donna, l'unica cosa che rimpiange.
~ · ~ Le pedine sono in tavola, i giocatori pronti, a miglia di distanza. La partita comincia con una presa doppia, un'apertura sbilenca, una mossa azzardata. L'avversario è confuso, questo fa credere, e muove goffamente, scoprendo un pezzo importante. La regola è questa, non si torna indietro, più livelli di trappole scattano in una volta, rendendo poco chiaro chi guadagni cosa. La verità, in questo rapido scambio strategico, è che vincono entrambi, sempre. Tutto è pensato perché nel caso vada a segno arrechi vantaggio, mentre nel caso opposto permetta di realizzare altre mosse e aprire nuove vie.
E nel mezzo di questo tabellone per i loro giochi di potere ci sei tu, Vash. Che ruolo ti spetti, questo lo deciderai te
Osservando in direzione della foresta, la prima cosa che noti è lo scattare delle tue trappole, reso evidente dal fumo che si solleva. Il tuo presunto inseguitore si direbbe lontano. Eppure qualcosa non va, ti senti spossato all'improvviso, hai un calo fisico e mentale. Questione di pochi attimi, o forse più? La tua percezione del tempo sembra alterata. Credi di chiudere e riaprire gli occhi in un istante, invece la verità è ben diversa e stai per scoprirlo nel modo peggiore: il terreno si spacca sotto i tuoi piedi e due mani si sporgono per afferrarti le gambe, mentre una strana luce emerge da due grandi occhi preziosi come lapislazzuli.
Volevi vedere la sua faccia, no?
Allora, sono molto contento dell'impegno profuso nella cosa, però, se posso farti un appunto, hai un pochino esagerato xD Ti avevo detto che ti saresti sentiti degli occhi addosso et cetera, però di qui a piazzare bombe per casa e scappare sin dove sei andato ce ne vuole! È uno scenario un po' da paranoico quello che hai creato, un po' esagerato per la situazione in cui ti trovi. Va bene sfruttare il vantaggio di poter scegliere il luogo dello scontro (d'altronde l'ho detto proprio io), ma il buon senso avrebbe dovuto suggerirti di non strafare: perché Vash è così ossessionato dal fatto di essere seguito? Capirai che per quanto forte la sensazione di pedinamento non avevi elementi concreti per portare avanti una cosa così complessa. La cosa più naturale sarebbe stata, a mio avviso, cercare di condurre sì i giochi in un luogo favorevole, ma con discrezione, in un posto non troppo lontano ma comunque sicuro, cercando di individuare qualcosa del tuo inseguitore prima di costringerlo ad uscire allo scoperto. Certo, ognuno ha il proprio carattere e il proprio modo di gestir le cose, ma tutto il setup che hai seguito si confarrebbe più ad una spia che sa di aver persa la copertura e di essere il bersaglio di qualcuno. Tu invece non hai nessuna di queste certezze.
Inoltre, nello specifico la tua strategia, per quanto degna di plauso per la sua buona organizzazione, presenta delle pecche, la più vistosa delle quali è che, se sei seguito, non puoi metterti a piazzare trappole, cosa che richiede un minimo di tempo, se prima non semini per almeno un po' il tuo inseguitore. In sostanza, non può che averti visto piazzarle dalla distanza e quindi non può cascarci. Non a caso ho deciso di usare contro di te la tua stessa trappola: il tuo pedinatore l'ha manomessa ed è così che vedi il fumo dei fumogeni, ma lui non è lì, è molto più vicino, e sfrutta la tua disattenzione visiva momentanea per lanciarti un Genjutsu di piccolo calibro (che subisci autoconclusivamente perché ti sei fatto prender troppo la mano, come detto sopra =V) che gli dà il tempo di arrivare indisturbato sotto di te grazie all'abilità Arte della Terra intermedia. Non è una tecnica precisa, è un'azione da QM, ha solo l'effetto descritto nel testo. A questo punto, spunta dal terreno e cerca di afferrarti, eseguendo la tecnica della Decapitazione Terrestre. Non una grande offensiva, è vero, ma a complicarti la difesa c'è un piccolo fattore: sei nel raggio d'effetto della tecnica di un utilizzatore dell'Occhio dell'annullamento al terzo livello (vedi Abilità innate di Suna). Tuttavia, l'offensiva portata è di un livello abbastanza basso, quindi mi aspetto tu sappia ragionevolmente difenderti nonostante la situazione un po' cattivella in cui ho voluto metterti — fa' vedere un po' cosa sai fare, potrebbero esserci sorprese, alla fine! Il tuo avversario è un'Energia Blu come te.
Nota bene: ciò che può non sembrarti coerente delle azioni del tuo avversario lo è invece pienamente, sia in quanto tempistica che logistica; semplicemente non vengo a spiegarti tutti i suoi trucchetti =3
Nota bene, il ritorno: non descrivere il tuo avversario, per il momento limitati a difenderti, contrattaccare, pensare o che altro. Penserò a descriverlo nel prossimo turno, quando ti sarà più visibile. Per ora tutto ciò che noti sono i suoi bellissimi occhi color lapislazzuli.
Nota bene tre: come puoi notare, buona parte del post è dedicata a fare un po' di ambient e mettere in moto cose per "la storia", mentre la parte che ti riguarda immediatamente è limitata. Ciò, chiaramente, avviene perché voglio mettere alla prova te senza che i miei impegni influiscano e perciò il mio apporto è volutamente marginale. Sei tu a scrivere questa pagina di storia, io ti do solo gli spunti, diciamo.
Tecnica della Decapitazione Terrestre (Doton: Shinjuu Zanshu no Jutsu - Earth Type: Inner Decapitation Technique) Tipo: Ninjutsu Villaggio: N/A Descrizione: Questa tecnica non è molto usata, in quanto è utilizzabile solo quando il nemico può essere sorpreso facilmente. Dopo aver impastato il chakra, il ninja va sottoterra dove può muoversi liberamente utilizzando il chakra. Arrivato sotto l'avversario, il ninja lo prende per le caviglie e lo trascina sottoterra, lasciando fuori solo la testa. Questo crea i presupposti per un attacco mortale, ma un ninja molto forte può usare il chakra per uscire da terra, oppure se è esperto può sentire il chakra dell'avversario prima che questi riesca a trascinarlo giù. Per questo la tecnica ha effetto solo su ninja inesperti, come Genin o Chunin novizi. (Livello: 3 / Consumo: Alto) [Richiede l'Abilità Movimento Sotterraneo] Edited by Vaalin - 19/7/2012, 23:46
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