Un giorno nella nebbia

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¬ I t a m æ «
view post Posted on 11/7/2011, 13:58




narrato
Parlato


Il chiosco di ramen più famoso, l'erboristeria di fiducia, il negozio di attrezzi ninja. Un abitante del villaggio di Kiri riusciva a distinguere queste costruzioni, seppure distrutte. La guerra con i mostri era finita, solo le tracce erano più che visibili. Al contrario invece, dei soldi se ne sapeva ben poco.
La maggior parte dei paesani si aiutava fra loro più che poteva, cercando di rimettere in sesto il loro glorioso (e nebbioso) villaggio.
Aidro questo lo sapeva bene e come aveva fatto durante il periodo della guerra, aiutava quanto poteva. Di una cosa era certa: si doveva cambiare, innanzitutto risorgendo.
Si trovò a girare per il paese mentre a volte si perdeva nei ricordi e nelle sensazioni provate poco tempo fa. Non aveva ancora incontrato molte persone a lui care, ma dopotutto non era ciò che realmente importava in quel momento.
In un paese senza nessun tipo di governo tutti si trovano spersi e si affidano a chiunque, anche ad un ragazzotto come il Chuunin, che attendeva un riconoscimento ufficiale per aver partecipato e fortemente contribuito alla Resistenza.
Ma adesso si trovava lì, tra delle macerie che era sicuro di conoscere, mentre si chiedeva come potesse fare di più...



Chiunque ha voglia può avere l'onore di conoscere il mio personaggio figo 8D
 
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¬ I t a m æ «
view post Posted on 12/7/2011, 14:30




No non ce n'è bisogno, semplicemente sei venuta a visitare Kiri immagino xD
 
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Endymyon
view post Posted on 12/7/2011, 17:43




Narrato
-Palato-
"Pensato"

Il nuovo giorno non prometteva molto bene, nel corso del suo viaggio verso le terre della nebbia molti temporali lo avevano sorpreso, alcuni di essi erano poco intensi, altri molto di più, ma Jin non aveva mollato per questi piccoli inconvenienti, invece adesso aveva voglia di rivedere il sole, la nebbia lo infastidiva ormai. Era una settimana ormai che viaggiava verso Kiri, e durante il tragitto aveva visto molti paesini distrutti, altri abbandonati, altri quasi integri, inoltre aveva visto anche delle persone, queste venivano catalogate tra due tipi, quelle rassegnate che davano la colpa al destino e lavoravano perché non avevano altro da fare, e altri esseri umani che invece non si erano abbattuti e avevano ripreso le redini della loro vita in mano, per poi rimettersi a costruire e ad aiutare gli altri dove possibile. Non molti lo avrebbero fatto, però l'uomo stupisce sempre, l'altruismo era una delle cose che contraddistingueva le persone da quelle che ne avevano le sembianze ma che erano individui privi di speranza.
Lo scarpone scuro era entrato in una pozzanghera, ma l'interno era rimasto asciutto, gli anfibi che portava erano ottimi per quelle condizioni. L'abbigliamento del giovane consisteva in un paio di anfibi neri, come i pantaloni, la maglietta e la giubba di cuoio nero. Il mantello rosso era girato al contrario, dalla parte impermeabile nera, e il cappuccio nascondeva i lunghi capelli neri e la bandana rossa.
Si stava aggirando per le strade come una specie di fantasma, non molti si curavano di lui, e quei pochi che lo facevano per lo più insinuavano che facesse parte di una banda oppure fosse un ricercato. Al ragazzo non piacevano tali affermazioni, ma rimaneva indifferente, voleva solo trovare un posto dove servissero del buon Ramen, pietanza che teneva sempre in considerazione insieme ai Takoyaki. Rimase in ascolto vicino ad un mercante che stava dando indicazioni ad un suo collega proveniente da qualche altra parte su un posto dove la cucina era magnifica, e Jin si avviò anche lui in tale posto.
“Peccato che il cielo qui sia nascosto da questa nebbia, un po' di sole mi sarebbe piaciuto. Va, meglio andare e vedere se fanno cose buone in quel locale almeno.”
Gli abitanti del grande villaggio quasi distrutto si aiutavano come potevano, la vita post-crisi era dura, e ognuno cercava di fare il possibile per ritornare alla vita precedente, anche se non era possibile. Al suo arrivo presso il villaggio aveva visto alcune mura distrutte, e l'unica guardia all'entrata non sapeva nemmeno perquisire, difatti non si era accorto dei due kunai nascosti in due tasche anteriori del giubbotto di cuoio. Jin si accorse che la guardia era un po' seccata e stupita, ovviamente chi avrebbe voluto vedere uno shinobi di Konoha per le strade del proprio villaggio mentre la situazione era quella che era? Forse nessuno, ma non se ne curò, la sua unica preoccupazione era quella di vedere il villaggio, magari conoscere qualcuno e combattere per testare le sue abilità. Aveva già sfidato un ragazzo di quel paese, ma all'epoca non era ne forte e ne aveva conosciuto la sua abilità innata.
Ormai era vicino al locale ed un profumo invitante ed inebriante lo stava attirando all'interno del locale.

La mia inesperienza si fa sentire, ho scritto l'arrivo, e ho dato uno spunto, non sapevo come approcciare Aidro, quindi ora sta a voi :guru:
 
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~ Dark.Angel.Maryam
view post Posted on 14/7/2011, 01:20




Ehm.... avrei un problema... starò via fino giovedì venerdì prossimo...
se avete pietà e mi aspettate, Dio vi benedica e io vi vorrò bene xD
altrimenti se v'è d'impiccio , continuate ed eliminate il mio post...


Parlato Maryam
Narrato
Parlato Ikuto
Pensato Maryam
Parlato Altri


†Visita a Kiri†



Fresco. Nebbia. Acqua. Erano tre parole che vorticavano nei miei pensieri, danzando accompagnate da emozioni felici, curiose e commosse. Il paesaggio che vedevo innanzi a me era magnifico, per una che aveva sempre sognato (e immaginato durante la lettura dei vari libri) di trovarsi in un luogo sommerso nell’umidità e nella freschezza. Qualcuno avrebbe pensato il contrario, ma io ero commossa, dopo quindici anni di sole, caldo, giallo, sabbia (nonostante fossi stata circa un anno a Konoha durante l’assalto dei mostri), a osservare e contemplare il villaggio di Kiri da lontano. Finalmente io e mio fratello eravamo riusciti a organizzarci senza uso di mani e armi e in quel momento ci trovavamo lì, a pochi passi (o meglio salti; eravamo su un albero molto alto e spoglio), dall’entrata. Ci affrettammo, dunque, verso il villaggio.
Quando arrivammo ai portoni, una guardia ci squadrò dall’alto al basso. Ricambiai guardandolo in cagnesco e quello stava per farmi a fette, se mio fratello non gli si fosse avvicinato e avesse cominciato a parlare del più e del meno. Salvata! Mi tappai le orecchie, perché Ikuto era micidiale nelle sue chiacchierate. Dopo qualche minuto che la guardia lo fissava torvo, ora si ritrovava con il mal di testa. Mio fratello si girò verso di me dandomi un’occhiataccia e mi fece cenno di farmi un giretto il più lontano possibile.


Ai suoi ordini, onorevole fratello.

Scappai il più lontano possibile, finché non persi fiato (alias dopo qualche misero metro). E mi accorsi di come lo scontro contro i mostri avesse devastato Kiri. Nonostante alcuni edifici ancora in piedi ma bisognosi di una ritoccatina, le rovine trionfavano come in una scena teatrale, con tanto di nebbia. Vidi una bambina di circa sei anni triste, sola, che correva qua e là.

Mamma!

Mi sembrò di sentir qualcosa mordermi il cuore. Al posto suo, vidi me stessa, nove anni fa, quando seppi della notizia dei miei genitori e, non credendoci, li avevo cercati per tutto il villaggio di Suna. Scostai lo sguardo, angosciata. Assistetti alla scena di una donna che aveva in mano una rosa appassita, se non già in stato di decomposizione. L’altra mano era alzata verso il viso, ed ella baciava con lacrime amare una fede che portava al dito. Probabilmente aveva perso il proprio marito. Pensai ad Alexander e la sua rosa di ghiaccio; e se quest’ultima si fosse sciolta o spezzata? Prima che potessi essere travolta dall’ansia, il mio cervello aveva già sfornato un nuovo pensiero.

Toc, Toc, Maryam, sei connessa? Alexander è di Kiriii...

Lo avrei trovato, quindi! Scossa da questa improvvisa gioia, mi diressi verso una qualche e sconosciuta via, speranzosa di trovarlo. Provai a chiedere a un signore di passaggio, ma mi venne in mente che non sapevo il cognome di Alex. E chissà quanti avevano il suo stesso nome... Evitai quindi a domandare dove fosse. Pazienza, mi sarei arrangiata. Piuttosto che starmene lì a rodermi il cuore, avrei esaminato ogni centimetro quadrato di quel villaggio. Camminai lentamente, stando attenta a dove poggiavo i piedi man mano che la nebbia s’infittiva, fino a rendere delle ombre persino le figure che si tagliavano a meno di un metro di distanza dalla sottoscritta.
Mi girai, mentre avanzavo, verso le mie spalle attirata dalle urla di un uomo che gridava a un operaio di stare attento con la carrucola piena di mattoni, quando improvvisamente sbattei con il naso, mentre ritornavo a fissare “il davanti a me”, contro qualcosa o, peggio, qualcuno.


Che figuraaa...

Ops... scusi.. ahia...


CITAZIONE
Contro chi è andata a sbattere? xD A chi l’onore?

 
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¬ I t a m æ «
view post Posted on 14/7/2011, 18:16




L'impatto con la ragazza fu inaspettato, ma non smosse il corpo del giovane dalla sua posizione. Le dedicò uno sguardo ghiacciato dei suoi occhi, che lo metteva in una situazione di superiorità (di tanto in tanto gli piaceva impressionare le persone).

Non preoccuparti, ti sei fatta male?


Disse, riappacificando il suo viso.
La ragazza non era certamente del posto, con dei capelli scuri almeno la metà della pelle e uno sguardo confuso. Se aveva bisogno di un aiuto aveva trovato la persona giusta, ma innanzitutto bisognava presentarsi:

Comunque mi chiamo Aidro, Aidro Normalce, sono un'abitante del villaggio e ultimamente mi occupo di aiutare le persone. Hai bisogno di qualcosa?



Ormai aveva capito che il mondo non poteva cambiarlo aiutando in questo modo le persone, ma ultimamente sentiva di essere una sorta di calamita che attrae richiami di aiuti o persone bisognose, o forse era solamente una sua infantile - e presuntuosa?- impressione.

Ok, allora forse qualcosa potremmo farlo. Si dia il caso che io sia un Normalce così come Alex, quindi potremmo già parlare di qualcosa, magari nello stesso posto di Endymion (tu intanto inventati qualcosa per un altro turno a questo punto). Per il resto si vedrà xD divertitevi! Non pensate troppo alle descrizioni se vi sentite costretti, scrivete quanto e quando volete, siamo qui per divertirci, mettetevelo in testa. xD
 
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Endymyon
view post Posted on 16/7/2011, 10:25





Narrato
Palato
Pensato

I passo leggeri facevano scricchiolare i scarponi al contatto con alcuni frammenti di macerie. Di fronte a lui varie persone conducevano le loro vite continuandole, e forse le avrebbero vissute finché vecchi e malridotti costretti a letto avrebbero spirato.
Un'anziana portava una borsa leggera sul lato sinistro della strada, verso il centro una ragazza dai capelli neri e un ragazzo girato di spalle si scontrarono piano, o forse era solo la sua impressione . Sorpassò i due, con gli occhi gelidi e minacciosi, ed entro nel locale poco più avanti alla sua destra, lì il suo sguardo mutò in quello di un bambino felice.
I profumi inebrianti invasero le narici, le quali contente, tramite scambi sinaptici diedero inizio ad una salivazione lenta. Togliendosi il cappuccio si sedette ad un tavolo vuoto, e appena una ragazza sopraggiunse, e senza nemmeno guardare il menù, il ragazzo disse:

Potrei avere del Ramen e dell'acqua?

La ragazza, forse della stessa età o poco più grande, si avviò verso la stanza del cuoco, mentre Jin la osservava muoversi nel corridoio centrale tra i tavoli. La voce fievole e calma, unita ai suoi capelli castani e un po' mossi che svolazzavano leggeri nell'aria calda e umida destavano interessante. Da piccolo, il ragazzo avrebbe desiderato trovare una ragazza con i capelli dorati e gli occhi azzurri, ma adesso non aveva più tanta importanza, il tempo aveva cambiato i suoi gusti, forse, oppure non era più tanto superficiale.

E' passato tanto tempo da quando non ho incontrato i miei vecchi amici, chissà che cosa faranno, ricordo che tutti volevamo trovare un bella ragazza bionda, chissà, magari loro lo hanno fatto. Possibile che io fossi stato assoggettato? Oppure eravamo tutti a pensarla in questo modo? Chi lo sà?

Il locale era semi-vuoto, ai tavoli dietro di lui vi erano solo tre uomini che parlavano fra di loro, alla sua destra vicino al bancone, ad un tavolo una coppia sorridente mangiava e scherzava di continuo. L'arredamento era marginale nel locale, e oltre al bancone dietro al quale vi erano una serie di bottiglie di diversi colori e dimensioni non vi era nulla di che. Le pareti erano verniciate di giallo, un giallo scuro, il pavimento era in legno, il quale si estendeva anche sui muri fino ad un metro di altezza circa, forse per evitare di rovinare i muri quando i tavoli vi urtavano contro.
Dalla porta uscì la ragazza con in mano il piatto di Ramen fumante e una bottiglia d'acqua.
Ricordo che il mio pg ha uno sguardo truce e ha un'aria inquietante, e potrebbe sembrare un poco di buono (veste tutto nero e ha il cappuccio tirato quando lo vedete :addit: xD)

 
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~ Dark.Angel.Maryam
view post Posted on 18/7/2011, 10:09





Prima di continuare, vorrei aprire una piccola parentesi su una discussioncina avuta con mio fratello qualche ora prima che arrivassimo ai portoni di Kiri. Essendo particolarmente rompiscatole, Ikuto in quello spazio di tempo si era dedicato a criticare il mio vestiario. Indossavo una camicia grigia strappata sui bordi e lunga fino a metà coscia, un gilet rosso con dei ricami neri, dei pantaloncini neri che arrivavano sopra il ginocchio; calzavo collant grigio scuro e degli stivali neri a lacci rossi con quattro o cinque centimetri di tacco (i miei capelli, come sempre, restavano lisci e sciolti sulla mia schiena, con la ciochettina che mi copriva la parte destra del volto). Secondo lui vestivo troppo spesso gli stessi colori e in modo un po’ troppo strano. Ma non esiste il gusto e la libertà personali? Sorvolando questo punto, sapevo che in realtà voleva dirmi qualcosa.

Ikuto, non rompere! Piuttosto, non hai qualcos’altro da raccontarmi?

Mio fratello arrossì. Mentre camminavano nel bel mezzo di un boschetto fresco fresco, girò lo sguardo dalla parte opposta a me.

Normalce... Alexino...

Cosa?

Nulla...

Mi rimembrai di ciò dopo essermi scontrata contro un ragazzo alto, dai capelli scuri tagliati in modo sbarazzino e gli occhi azzurri, simili a due sfere di ghiaccio. Mi guardò con una certa aria gelida, forse superba, ma non ci feci caso. Erano le stesse occhiate che ogni tanto davo agli sconosciuti, quindi perché farsi impressionare dalla tua stessa “arma”? Un tizio passò accanto a noi, diretto verso un locale ristoratore, e non mi fu facile non notare che ci aveva osservato con la coda dell’occhio, mostrando un nonsoche di minaccioso. Una vocina dei mie tanti lati non ci pensò due volte a commentare il comportamento di quel giovane che entrava nel locale.

E che vuoi tu? Luna storta, stamani?

Non preoccuparti, ti sei fatta male? Comunque mi chiamo Aidro, Aidro Normalce, sono un'abitante del villaggio e ultimamente mi occupo di aiutare le persone. Hai bisogno di qualcosa?

Sto bene grazie... Piacere, io sono Maryam, sono di Suna. Hai detto Normalce?

Il viso di quel ragazzo si era rilassato. Oh, così andava meglio.

Effettivamente avrei bisogno di un piccolo favore, sto cercando il mio... mio...

Fidanzato? Amoroso? Ragazzo? Promesso sposo? Partner?

Cough... amico. Si chiama Alexander e credo debba avere il tuo stesso cognome. Lo conosci?

Il tutto lo dissi cercando di rimanere tranquilla. Spostai dei capelli dalla spalla e diedi un’occhiata verso destra, notando una ragazzetta piangere su delle macerie. Sentii il cuore supplicarmi di girare lo sguardo, angosciato. Anch’io volevo fare qualcosa per la gente...


 
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¬ I t a m æ «
view post Posted on 22/7/2011, 08:27




Le notizie della ragazza risultavano nuove al Normalce che gli si poneva davanti, dopotutto sapeva di avere altri parenti ma non li aveva ancora conosciuti tutti. A volte si chiedeva quanti ne esistessero di persone con il suo cognome, e se fossero tutti di Kiri. Perso per un attimo rispose alla ragazza:

Intendi un altro Normalce? Mi spiace ma non lo conosco... ma sono interessato all'argomento, ti andrebbe di parlarne con calma?



A volte sentiva il bisogno di conoscere meglio la sua stirpe, le sue radici.
Seguendo il percorso di un ragazzo che li aveva squadrati pochi attimi prima, propose di andare in un locale lì vicino.
Un'occasione di avere notizie sul suo passato non andava sprecata così. Cominciò ad avviarsi verso il luogo avanzando di pochi passi, portando via con sè le lacrime di una bambina che piangeva tra delle rovine di uno o più edifici...

Andiamo? Ti faccio strada.

 
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Endymyon
view post Posted on 23/7/2011, 12:44





Narrato
Palato
Pensato

Il Ramen, pietanza a base di tagliatelle, carne di vario genere e brodo, era ed è tra le favorite di Jin. Lo trovava un piatto equilibrato e sano, aveva sia verdure, alle volte, che carne. Vi erano perciò proteine e anche carboidrati per via delle tagliatelle, e il brodo dava una buona risorsa di liquidi.

Il liquido giallognolo circonda vari vermi lunghi e arrovellati fra di loro e incastrati tra scogli muscolosi. No, questa cosa non ha senso! Scogli muscolosi, no, l'aggettivo non va bene, attualmente con muscolosi si intende che hanno muscoli, non che sono muscoli, ma d'altronde questa carne era un muscolo, quindi aveva fibre muscolari. No! Mi sto perdendo nuovamente in pensieri stupidi, meglio mangiare... Ma che aggettivo andrebbe bene? Carnoso? Forse non è nemmeno un aggettivo. Va bé, mangio adesso, e soprattutto smetto di pensare.

Bacchette alla mano, il ragazzo prese le tagliatelle e, portate alla bocca, le mastico piano, passandole sulla lingua. Non erano ruvide, e il brodo era abbastanza salato da quello che poteva capire. In seguito prese anche della carne e la assaporò. Era carne di suino, facile da capire dal sapore, era inconfondibile. Avrebbe potuto sbagliare tra pollo e tacchino, tra manzo e pecora, ma non sulla carne di maiale.

Non male, devo ammetterlo, il brodo non sembra essere disgustoso, ovviamente preferisco il mio solito Ramen che mangio a Konoha, ma non posso lamentarmi, sicuramente è solo l'abitudine. Però le tagliatele sono diverse, non sono proprio come quelle che sono abituato a mangiare, sono un poco più dure e un poco più sottili, sicuramente avranno tutti dei metodi particolari di farlo, ricette segrete, vorrei proprio venire a conoscenza di queste, magari imparo la differenza fra i paesi e fra i tipi di Ramen. Nah, tanto nessuno mi darebbe la ricetta, dovrei fare un apprendistato e passare vari anni prima che il cuoco si fidi, quindi non fa per me. Anche se... No, meglio frenare la curiosità, chissà, magari ne invento io una mia personale. Sì, lo farò, così mi preparerò pentole di Ramen. Però dovrò cucinare tanto... E se fossi chiamato in missione? No, forse non lo farò. Anzi, sì, lo farò! Però devo partire da una base. Quindi facciamo una lista mentale: Tagliatelle speciali le devo fare io, l'impasto e il resto, il brodo posso scegliere tra pollo e suino, ma ci sono spesso altri ingredienti. Cavolo, una ricetta la devo pur trovare. Sì! Ricettacoli, ce ne sono in giro, ne prendo uno con il Ramen, vedo se mi piace, poi modifico a seconda dei miei gusti e delle altre ricette. Sì, adesso però meglio mangiare, sono venuto qui per questo.

Il ramen, benché ancora caldo, ormai non rilasciava più i vapori caldi di quando era arrivato. Jin se ne rattristò, ma decise di mangiare prima che fosse completamente freddo.
 
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~ Dark.Angel.Maryam
view post Posted on 25/7/2011, 12:26





Intendi un altro Normalce? Mi spiace ma non lo conosco... ma sono interessato all'argomento, ti andrebbe di parlarne con calma?

E che vuoi che ti dica? Probabilmente ne saprai più di me...

Certo. Cosa vuoi sapere? Vuoi che ti descriva com’è Alexander o qualcosa del genere?

Ma che, sei scema? Maryam, proonto, connetti le spine in modo corretto...

Ignorando i miei Lati (chi è nella mia stessa situazione, capisce), conversai cercando di mantenermi tranquilla. Ero rimasta un po’ delusa e sconfortata dal fatto che lui non ne sapeva nulla di Alex. Alex... quanto mi mancava.
Aidro propose di andare nel locale dove s’era intrufolato il ragazzo passato poco fa da lì.


Rifiuta. Rifiuta. Rifiuta. Meno gente conosci, meno guai ti trovano. Quel ragazzo che ha adocchiato minacciosamente non mi piace, rifiuta, Maryam!

Andiamo? Ti faccio strada.

Grazie, ti seguo.

IDIOTA!

Schiaffeggiai quel Lato e m’incamminai dentro il locale con Aidro. A un tavolo, seduto a gustarsi una ciotola di ramen, vidi il ragazzo tanto disprezzato dal Lato che avevo appena scacciato. Eppure in quel momento notai che non aveva nulla di così minaccioso come qualche minuto prima, anzi, sembrava un bambino felice.
 
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¬ I t a m æ «
view post Posted on 31/7/2011, 14:28




Se me lo descrivessi, non mi dispiacerebbe.



Disse, prima di accomodarsi in un tavolo nel locale della strada assieme alla ragazza. Ordinò da bere e degli onigiri in salsa di noce, per poi riprendere il discorso con fare tranquillo come fosse a casa sua:

Sarei curioso di conoscere altre persone in cui scorre il mio stesso sangue... a dir la verità, conosco già delle mie non troppo lontane cugine, ma fino a poco fa pareva fossi io il maschio destinato a portare avanti il clan.



Passò ancora la ragazza delle ordinazioni per servire al tavolo di Aidro del sakè che il ragazzo guardò un po' riluttante. Sapeva che purtroppo non avevano liquidi di buona qualità, ma riusciva ad avvertire dell'acqua in quella bevanda.
Un po' a denti stretti prese a bere e dopo aver preso un po' di fiato continuò il discorso:

Per caso anche lui è un ninja? E magari lo sei anche tu, ho indovinato?



Endy, se ti va di far qualcosa vedi di muovere un po' tu la situazione, mi rendo conto che pare sei venuto un po' inutilmente xD quindi vediamo di dare un senso alla tua presenza.
 
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Endymyon
view post Posted on 1/8/2011, 21:20





Narrato
Palato
Pensato


I due che prima aveva visto in strada erano entrati nel locale. Lui si era seduto e aveva ordinato qualcosa, e Jin non poté far altro che ascoltare i loro discorsi, un po' per il fatto che parlavano a voce abbastanza alta, e poi anche perché il suo senso sviluppato gli dava la possibilità.
Prese un boccone di carne, un po' delle tagliatelle rimaste ancora, per finire così di mangiare. Il suo sguardo, pur rimanendo fisso sul piatto, si rabbuiò appena il ragazzo parlò. La discussione trattava di un clan, non specificato, o almeno, il genin non sapeva né il nome né cosa avesse di speciale.

E se fosse il mio stesso clan? So di avere delle facoltà peculiari, di cui pochi sono a conoscenza, ma... se facessi parte di quel clan? Chissà, distrutto in tempi antichi, forse i componenti sono sparpagliati nel mondo, magari uno di quei due ne fa parte. Però non posso escludere che ci siano persone malintenzionate verso chi ha capacità peculiari. Purtroppo devo scoprirmi, o almeno, devo provare a indagare, non penso di essere l'unico al mondo, o almeno, lo spero...

Alzandosi, consegnò il piatto, richiese dei takoyaki, e si diresse verso i due. La sua altezza e il mantello lo rendevano all'apparenza alto ed imponente, e tutto quel colore scuro di cui era portatore poteva far si che sembrasse inquietante, ma un ninja non si sarebbe spaventato, o almeno lo sperava. Stava interrompendo qualcosa, ma voleva sapere, così, una volta avvicinato all'angolo del tavolo alla destra del ragazzo, decise di parlare con una voce abbastanza bassa per essere sentito solo dai due da cui voleva avere informazioni.

Scusate se interrompo, so che molto probabilmente non sono gradito, e il fatto di aver sentito la vostra conversazione potrebbe farvi pensare male, ma volevo sapere di quale clan stavate parlando poco prima. Vedete, io sto cercando... no, non so nemmeno io che stavo cercando. Scusate se vi creo confusione, ma potete dirmi quale è l'abilità peculiare del clan che avete nominato? So che potreste essere riluttanti a parlare di questo con un estraneo, e per lo più su un simile argomento, ma vorrei queste informazioni in un modo o nell'altro.

Buttato quasi tutto d'un fiato ciò che aveva in mente con una voce quanto più cordiale e calda possibile, rimase lì, in piedi, a guardare prima il ragazzo poi la ragazza, cercando di decifrare le loro emozioni, e sperando.

Forse l'ultima parte non era molto bella da sentire, in un modo o nell'altro potrebbe essere anche frainteso, spero che non abbiano scambiato tali parole per una minaccia, allora sarebbe un bel guaio, non saprei come gestire la faccenda, e poi c'è la possibilità che siano shinobi, entrambi, o solo la ragazza, oppure solo lui, o nessuno dei due. Sono stato stupido a voler aggiungere quella parte nel discorso, ma senza sarebbe sembrata incompiuta la frase. No, non dovevo.

 
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~ Dark.Angel.Maryam
view post Posted on 3/8/2011, 13:38




Entrammo nel locale e ci sedemmo ad un tavolo. Quando arrivò la ragazza addetta alle ordinazioni, lui chiese del sakè e degli onigiri in salsa di noce ed io, dopo aver fissato priva d'espressione la giovane che stava davanti a me sorridendo come usano fare i lavoratori con i clienti, pronunciai "Tè verde" e ricambiai il sorriso con uno un po' inquietante. Mi era difficile sorridere spontaneamente con gli sconosciuti e mi dispiacque per la signorina. Voltai lo sguardo verso Aidro e gli descrissi Alex, dopo avermi riferito tranquillamente che era curioso di conoscere altri suoi parenti, nonostante conoscesse delle cugine e fino a poco fa gli pareva di essere l'unico maschio destinato a portare avanti il clan.

Non ho molto da dirti... Alexander ha i capelli scuri, come te, gli occhi sono neri. È ciiirca dieci centimetri più alto di me, credo, e ha corporatura normale. Veste in modo particolare e non curante. L'ho conosciuto a Konoha quando c'è stata l'invasione di quei... quei... esseri.

Notai di come pronunciai l'ultima parola con rabbia. Solitamente non tendevo a esprimere le miei emozioni così all'improvviso, senza controllo. Feci uno scatto indietro e sussurrai un flebile "scusa", massaggiandomi la tempia. Alcune persone mi fissarono, colte dal rumore che la sedia aveva prodotto durante il mio movimento. Mi girai verso di loro quando le sentii borbottare e bisbigliare in maniera fastidiosa, continuando a guardarmi con la coda dell'occhio e rivolsi loro un'occhiata in cagnesco. Queste smisero di scrutarmi dopo aver sbuffato e si dedicarono ai fatti loro. Arrivò la ragazza delle ordinazioni e posò le vivande e la ringraziai, questa volta sorridendo un po' più dolcemente. Questa scappò lo stesso. Che figure mi toccano sopportare...

Notai che Aidro bevve con riluttanza il sakè. Frenai il risolino interno e sfiorai con le dita la tazza da dove proveniva il dolce profumo di tè verde. La ceramica era di ottima qualità, decorata con motivi floreali. Feci scorrere nella gola un sorso della bevanda.


Per caso anche lui è un ninja? E magari lo sei anche tu, ho indovinato?

Sbuffai divertita e poggiai la tazza sul tavolo. Non so spiegare il perché di quella reazione, mi venne naturale. Tenni lo sguardo fisso sul tè. Mi piaceva osservare i "cerchietti" che ondeggiavano sulla superficie...

Indovinato. Io sono Chuunin, lui è Genin. Almeno penso sia così, non so se è passato di grado...

Alex.

Arrossii leggermente e scossi la testa, per scacciare i pensieri. Bevvi un altro sorso del tè e mi girai verso di lui... o meglio, guardai alla sua destra un ragazzo che si avvicinava e precisamente quello che ci aveva dato un'occhiata minacciosa. Alto, imponente, vestito di scuro. Un altro mio Lato si fece sentire.

Un po' inquietante, non trovi, ragazza mia?

No. Ma dove inquietante, se prima sorrideva con un bambino felice... Parlò a voce bassa.

Scusate se interrompo, so che molto probabilmente non sono gradito, e il fatto di aver sentito la vostra conversazione potrebbe farvi pensare male, ma volevo sapere di quale clan stavate parlando poco prima. Vedete, io sto cercando... no, non so nemmeno io che stavo cercando. Scusate se vi creo confusione, ma potete dirmi quale è l'abilità peculiare del clan che avete nominato? So che potreste essere riluttanti a parlare di questo con un estraneo, e per lo più su un simile argomento, ma vorrei queste informazioni in un modo o nell'altro.

Stetti zitta a fissarlo impassibile. Non che lo trovassi sospetto, anzi, dal tono mi era sembrato piuttosto cordiale. È che io ero fatta così, con gli sconosciuti mi comportavo in tal modo. Ciò che chiedeva lasciai l'onore ad Aidro di rispondere, dandogli un'occhiata. Nel frattempo, mi sforzai di sorridere e gentilmente mi rivolsi al nuovo arrivato.

Prego, siediti, io non ho problemi, ma non so se lui è d'accordo... tu che dici?

 
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wert95
view post Posted on 7/8/2011, 14:03




La Locanda



Narrato
parlato
pensato



Gli occhi mi bruciavano e camminavo per le vie distrutte di Kiri come un ubriaco, poggiando ogni tanto il braccio destro su di una delle tante macerie al lato della strada per tenersi in equilibrio mentre, di tanto in tanto, qualche pietra mi faceva barcollare in avanti come se un demoni etto continuasse a scherzare con la mia vista e la mia fortuna.

Non sono manco più buono a camminare

Mentre i suoi pensieri erano altrove, un macigno molto più grosso degli altri mi fece cadere a terra e il mio naso iniziò a sanguinare per l’urto con il terreno.

Ci mancava solo questo.

Mi alzai lentamente e cercai di sforzarmi a tenere gli occhi aperti per trovare qualcuno che sapesse indicarmi la strada per un qualche posto in cui potevo sfamarmi con pochi spiccioli e lavarmi il viso con dell’acqua fresca e rinfrescante sperando che al contatto con l’acqua anche i miei occhi smettessero di bruciare.
Subito un operaio si accorse di me e del mio naso sanguinate e mi venne incontro, mi prese sottobraccio e mi portò a sedere vicino alla casa che stavano ristrutturando.
Ringraziai per l’aiuto e porsi la mia domanda all’operai che mi spiegò la strada per arrivare alla locanda più vicina.
Da quello che potevo vedere, la strada in questo tratto era meno dissestata e meno polverosa, era uno dei pochi tratti che erano stati ristrutturati completamenti, difatti durava per non più di 10 metri, poi si tornava allo scempio che le creature avevano lasciato.
Mi appoggiai alla porta della locanda e la aprii lentamente.
Alcuni clienti si girarono verso di me ma subito tornarono sui loro piatti per non sembrare scortesi.
Mi avvicinai al bancone e mi appoggiai pesantemente per tenermi in piedi, da quando era cominciato il dolore agli occhi avevo anche avuto problemi di equilibrio, qualcosa stava cambiando nel mio corpo.
Chiesi al locandiere qualcosa per tamponare il naso e lui mi fece accomodare vicino ad altre tre persone, due uomini e una donna, anche se non riuscivo a focalizzarli bene.
Mi portai il fazzoletto al naso, che era coperto dall’oscurità portata dal cappuccio che sempre portavo e il locandiere mi servì un bicchiere d’acqua per dissetarmi a mi promise un piatto di ramen per rimettermi in forze offerto da lui.
Guardandomi velocemente in torno capii perché non mi aveva posizionato in un tavolo vuoto, non volevo dare fastidio , ma l’unico posto rimasto era quello in cui ero seduto.
Cercai di prendere il bicchiere d’acqua davanti a me, ma gli occhi facevano brutti scherzi e lo mancai 4 o 5 volte prima di riuscire a prenderlo e a bere un sorso di quell’acqua fresca e limpida provenente dai fiumi vicini.
Dopo aver bevuto ripoggiai il bicchiere sul tavolo e tirai un sospiro di sollievo iniziando a tamponare il naso.

Chissà se sono ninja questi tre, magari ascoltandoli me lo diranno loro.
 
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¬ I t a m æ «
view post Posted on 9/8/2011, 22:35




Beh, prego, accomodati pure allora...



Aidro fece sedere il ragazzo che era venuto a chiedere informazioni sulla discussione, invitato poi ad unirsi al loro tavolo dalla ragazza sunese. Approfittò di quegli attimi per osservare quella persona, forse più giovane di Aidro: alto, scuro, ma forse dall'animo mite.
Arrivarono gli onigiri ordinati dal Kiriano, che ne approfittò per cibarsi e proferire parola:

Comunque, innanzitutto credo ti dovresti presentare, non credi?



Si fermò per mandare giù un altro boccone e lasciare un po' di pausa, poi continuò:

Il clan di cui parlavamo è il mio, Normalce. Come sai comunque, un ninja non rivela mai le proprie abilità.



Non aveva voglia di far andare tutto liscio a quel ragazzo, almeno un po' di ostacoli avrebbe dovuto superarli prima di ottenere ciò che volesse.
Intanto il locandiere chiese di far sedere un altro ragazzo in difficoltà al tavolo del kiriano. Anche lui era vestito di scuro ed era difficile da guardare negli occhi, i quali parevano dolere all'infermo.
Un po' infastidito per tutte quelle presenze, Aidro continuò a mangiare la sua razione quasi ignorandoli.

Bene, pare che siamo circondati da agenti segreti vestiti in nero.

 
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26 replies since 11/7/2011, 13:58   366 views
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