Narrato
ParlatoPensatoParlato AltruiLa notte divenne eterna. Erano le due di notte, la città era avvolta dal silenzio ormai da tempo e vi erano pochi rumori provenienti dall'esterno, ma lo shinobi non dormiva. Spesso, da ragazzino avrebbe voluto non avere sonno e rimanere alzato, ma la fatica lo costringeva ad addormentarsi, mentre adesso, ormai cresciuto, lo stato di quiete, simile all'incoscienza gli mancava, certe volte agognava di riuscire a piombare in tale calma.
Buttò le coperte di lato, infilò le ciabatte e andò verso il frigo, prese il latte, due biscotti integrali e cominciò a mangiare. I biscotti inzuppati erano una delizia, tanto che ne prese altri due, lasciando il pacchetto a metà. Quel tipo di alimenti era facile da trovare, anche se il costo era di poco maggiore dei classici biscotti, il loro sapore era diverso. Forse erano tutti quei cereali, l'avena, oppure il metodo di lavorazione e produzione dell'impasto, ma tanto bastava perché deliziassero il palato.
Devo comprarne altri, decisamente, ho già finito il pacchetto quasi, e pensare che ne prendo uno ogni tanto, forse oggi ne prendo un altro, tanto non ho di meglio da fare.Deglutito l'ultimo biscotto e bevuto il latte tutto d'un sorso, Jin pulì il tavolo e lavò la tazza e rimise i biscotti al solito posto. Ritornò a letto, e passato un po' di tempo senza che si addormentasse, il ninja decise di fare una passeggiata in piena notte, sotto la volta celeste piena di astri splendenti. Infilò i vestiti che trovò appoggiati sulla sedia, e indossato il mantello, uscì di casa. Percorse le vie della città, senza entrare in nessun locale ancora aperto. A scapito di ciò che pensava il ragazzo, a Konoha vi erano alcuni locali notturni, e anche affollati da come ebbe modo di capire dal rumore che producevano. Per la maggior parte erano in zone meno abitate o adibite ai lavoratori, infatti soprattutto li si concentravano gli svaghi e i negozi di alcolici. Girando per le strade passò anche vicino all'accademia. Amava ripensare a quando era stato promosso, era stato orgoglioso di se stesso, aveva compiuto il suo primo passo che lo avrebbe portato lungo una via tortuosa e difficile per rivelarsi magnifica solo alla fine, e aveva sempre sperato che quella fine fosse la sua morte, bensì una carica importante.
Eppure non è cambiato tanto, e non è nemmeno passato molto tempo. Dovrei fare una missione, ma il mio compagno sembra sparito. Va bé, prima o poi lo ritrovo, Konoha non è poi tanto grande, solo perché possediamo una montagna che circonda un lato del villaggio non vuol dire che sia molto ampio dopotutto.Camminò, passeggiò, si fermò e ad ogni passo lasciava che la sua testa fosse libera dai pensieri. Costeggiò l'immenso palazzo rosso dell'Hokage e si avvicinò alla prete rocciosa. Una volta arrivato vicino, decise che l'avrebbe scalata, quella stessa notte, avrebbe camminato sopra la montagna quasi tutta verticale, lasciando che il suo corpo si allenasse.
La scalata era impegnativa, soprattutto se non si correva o si saltava. Si dovevano contrarre i muscoli per molto tempo e mantenere lo sforzo. Non erano tanto i piedi, poiché quelli erano allenati, nemmeno il chakra, che non sembrava finire mai per le piccolezze del genere, era piuttosto tutta la parte superiore del corpo, i muscoli del collo e soprattutto gli addominali che dovevano sorreggere il busto, per non far si che rimanesse dietro e che la forza di gravità lo attirasse con troppa forza.
Camminare era troppo stancante, e spesso faceva una pausa correndo sulla superficie, tenendo il busto in avanti in modo da non affaticare i muscoli. Il mantello cadeva alle sue spalle nel vuoto, e a poco a poco il ragazzo scalava tutta la montagna, un po' camminando un po' correndo. Impiegò gran parte della notte per arrivare vicino alle facce dei vecchi Hokage, per poi superarle, dopo essersi seduto e riposato negli spazi tra di esse. Non vi camminò sopra, sarebbe stato irrispettoso, le aggirò camminando dove si poteva tra le immense sculture, per poi arrivare all'apice della montagna.
Sopra la montagna si potevano scorgere alcune luci della città sottostante, ma era difficile persino scorgere le vie. Il buio ricopriva tutto il mondo e lo inghiottiva, ma a poco a poco, piccoli e flebili raggi di sole.
Se non altro posso vedere l'inizio di un giorno in modo diverso dal solito.Il sole incominciò a salire sempre più, da quel poco che si vedeva prima, pochi raggi rifratti, una sfera luminosa nel cielo cominciò a prendere forma, ed incominciò a schiarire il cielo, che dal colore nero pieno di luci, divenne azzurro venato di bianco a causa di qualche nuvola.
Adesso si scende, la parte migliore, dopo un po' di riposo però.Mentre si sedette a terra, Jin notò varie coppie che stavano ammirando lo spettacolo e un gruppo di ninja, sembrava che stessero controllando qualcosa, ma lui non vi badò più di tanto, era stanco. Una mezzora di riposo, e decise che era ora di scendere dalla montagna.
La discesa era sempre più facile di una salita, ma questa volta era diverso, camminando difatti si dovevano sforzare i dorsali in modo da mantenere una postura eretta, solo che la discesa non permetteva la corsa, anzi, era sconsigliato per chi non era abbastanza esperto, poiché se la velocità di corsa è troppo elevata, nel tentare di frenare si potrebbe cadere, e fare un volo da grandi altezze è sconsigliabile per la salute e mette in gravissimo pericolo la vita.
Ci vollero ore intere prima che Jin rientrasse a casa, la discesa e il male che provava agli addominali e ai dorsali facevano si che sentisse dolore anche mentre camminava, e spesso dovette correre in diagonale per scendere, un metodo molto buono poiché permetteva di correre e non sforzare molto gli altri muscoli superiori se non gli addominali laterali. Giunto sull'asfalto rigido e grigio, decise di incamminarsi verso casa sua, passando attraverso un immenso dedalo di vie che ormai si stavano ripopolando di vita.
Salite le poche scale fino al primo piano, aprì la porta, per poi richiuderla alle sue spalle. Spalancò le finestre e si distese sul letto.
Che male, sono uno stupido a pensare di fare certe cose, anzi, forse sono masochista, bah, non so che mi è preso, dovevo correre.
Sebbene la montagna degli Hokage fosse facile da scalare per tutti, non molti avrebbero provato a camminarci, era un'azione suicida, e adesso anche Jin lo sapeva. Mentre pensava a come si era torturato, si addormentò per la stanchezza.
Un brontolio da parte dello stomaco fece rinvenire il ragazzo, che dopo un pasto frugale prese il suo equipaggiamento e andò all'accademia. Si accorse che la fascia addominale gli faceva male, e per quel giorno avrebbe provato a non usarla se non necessario. Cercò in numerosi campi di addestramento un posto tranquillo, poiché purtroppo erano in molti, studenti e non, che quel giorno avevano deciso di allenarsi. Si dovette recare al campo numero 8 per poter trovare un posto libero, e una volta li, tirò fuori i kunai e lanciò le armi sul tronco di un albero. All'incirca era uscita una “X” formata dai punti in cui i pugnali ninja si erano conficcati.
Si, adesso calco un po' e ricavo il mio bersaglio.Estratti i kunai dalla corteccia, sopra ad essa incise meglio il segno, e al centro ed alle estremità aggiunse delle circonferenze scorticando l'albero. Inizialmente si allenò provando a centrare il bersaglio rimanendo fermo, e benché non sempre riuscisse nell'impresa, la maggior parte delle volte si riteneva soddisfatto dei risultati, spesso sette od otto kunai su dieci centravano il bersaglio. La distanza tra il ragazzo ed il bersaglio era grande, quasi non si vedevano i segni incisi sull'albero, e anche se amareggiato per non avere i lanci perfetti, si disse che avrebbe riprovato più tardi.
Successivamente, reputando l'esercizio svolto precedentemente troppo facile, il giovane incominciò a lanciare le armi durante la corsa. Benché la difficoltà dovesse aumentare, il ragazzo continuava a centrare il bersaglio con la stessa frequenza di prima, se non poco inferiore, e perciò decise anche di fare piccole acrobazie, lanci multipli, ma anche questi risultati infine risultarono somiglianti ai precedenti.
La preoccupazione per il fatto che nello stesso numero di lancio in diverse posizioni e durante movimenti fosse troppo ravvicinata, quasi uguale, diede al ragazzo anche la soddisfazione nell'apprendere che era capace di centrare i bersagli anche se lui si muoveva.
Ebbe modo di riprovare ancora molte volte i lanci da fermo ed in movimento, ma nulla cambiò, e quando infine si arrese all'evidenza di non poter fare di meglio, si sedette sul tronco di un albero poco distante dal centro del campo e si mise ad osservare l'ambiente circostante. Anche questo era un buon esercizio, l'osservazione dei luoghi circostanti e delle caratteristiche per poi sviluppare ipotesi, inoltre era anche vantaggioso contro i genjutsu, forse, anche se Jin non ne era sicuro, difatti non era mai stato intrappolato in tale tecnica.
Notò tutto l'ambiente circostante, gli alberi dello stesso tipo, più o meno grandi, le foglie simili di un colore verde scuro, e l'erba che assumeva diverse sfumature di quel colore, all'ombra era più rigogliosa e i pigmenti molto più forti davano una variante più scura del colore, mentre con l'avvicinarsi allo spiazzo si faceva più rada, brillante e chiara, fino a scomparire nel centro, dove la terra di un color giallognolo ne prendeva il posto.
Di sicuro li in mezzo avranno camminato o combattuto tanto, questo spiegherebbe l'assenza di vegetazione, oltre al manto di polvere che verrà sollevato quando qualcuno ci passerà sopra. Gli alberi uguali non sono cresciuti a casaccio, non vi sono altre piante, il che indica l'abilità dell'uomo a manipolare anche la natura. In cielo non vi sono nuvole, e il clima è abbastanza secco, forse oggi non pioverà.Le orecchie dello shinobi captarono alcuni rumori di passi. Qualcuno stava arrivando. Dietro ad alcuni alberi a sinistra sbucarono alcuni ragazzi, chi più chi meno alto, vestiti casual e tutti abbastanza allegri, finché non videro che qualcuno stava occupando il campo. Indecisi, incominciarono a parlare fra di loro mentre Jin ascoltava allegramente.
Ma, è occupato anche questo, andiamo.E se sé ne stesse andando?Magari ha finito e ci lascia il posto.Vai a chiederglielo.Puoi andare anche tu, mica perché ho avuto l'idea devo andare io.Seguirono varie repliche e risposte diverse finché non estrassero a sorte chi doveva andare a fare da ambasciatore.
Un ragazzo si avvicinò, non molto sicuro inizialmente, per poi avanzare più deciso, e arrivato di fronte allo shinobi, inchiodando le unghie nei pugni, si apprestò a parlare, ma venne interrotto. Il suo sguardo vacillò per un istante e deglutì. Sicuramente non si aspettava di essere interrotto, ne che gli rivolgesse la parola prima della risposta, ma Jin fu veloce.
Si, potete allenarvi qui, giocare e quel che volete, ma solo se io posso rimanere qui su questo tronco.
Il suo interlocutore rimase stupito, per poi dare l'ok agli amici e dire a loro le condizioni. Tutti, felici di non dover camminare e cercare oltre, incominciarono a tirare fuori le armi di legno, che si portavano appresso per poi iniziare a combattere. Avevano kunai, shuriken, katane, di tutto, e si davano battaglia senza esclusioni di colpi. I loro volti, prima felici, adesso erano concentrati e seri, e gli occhi seguivano tutte le mosse degli avversari. I colpi guizzavano in serie, da destra, da sinistra, ci mettevano forza, tranne delle volte dove trovavano un punto scoperto, a quel punto rallentavano e non colpivano. Era bello vedere degli studenti o aspiranti ninja fare esercizio con tanta serietà.
Ehy, ragazzi, sono arrivato, pronti per allenarvi?Dal nulla era comparso uno shinobi, e Jin non aveva nemmeno sentito rumori ne si era accorto della sua presenza prima che lui parlasse. Con il suo arrivo, i ragazzi iniziarono ad allenarsi sotto la sua supervisione, con jutsu e altri vari tipi di allenamento. Il tutto non durò più di un'ora, quando lo shinobi appena comparso si rivolse al ragazzo che osservava dal tronco.
Ehy, anche tu sei venuto ad allenarti, vero? Cosa ci fai tutto quel tempo sul tronco, vieni, se vuoi ti aiuto io.Benché la domanda fosse inaspettata, Jin si apprestò a rispondere.
Si, ero venuto per allenarmi, e l'ho fatto per un po', ma adesso non so cosa fare, perciò osservo il loro stile di combattimento, chissà che io non impari qualcosa.E se combattessi contro di me? Con le spade di legno magari.Si, volentieri.Entrambi presero una spada di legno, un bokken, e incominciarono a guerreggiare fra di loro, prima piano, finché Jin non acquisì una certa familiarità con la spada, dopo di che i colpi divennero sempre più potenti e veloci. Il legno sbatteva contro suo fratello e i colpi facevano formicolare le mani dei due. Lo shinobi sopraggiunto per aiutare i ragazzi si difendeva perlopiù, attaccava poche volte, e i suoi allievi guardavano i due estasiati. Quando anche l'avversario del ragazzo si decise ad attaccare il duello si accese. I colpi risuonavano nell'aria fragorosi, veloci e furiosi. Era una battaglia quasi alla pari, quasi, perché l'insegnante dei ragazzi assestò un colpo al suo avversario dopo avergli fatto vacillare la difesa.
Bello scontro, sei abbastanza in gamba, che grado sei?Genin, tu?Chunin neo-promosso. Tu hai qualche innata? Fai parte di qualche clan?A dire il vero non lo so, sono rimasto orfano e non ti so dire, magari lo potessi sapere.Peccato, ma forse puoi provare a vedere, quelli che hanno un'innata di solito devono concentrare il chakra in punti specifici del corpo, o in tutto il corpo, prova. Prova.Non era sicuro se fidarsi del chunin, ma fino a poco fa non gli aveva fatto nulla di male, ne avrebbe pretesti per farlo, oltre al fatto che sorrideva molto ed era stranamente troppo felice, ma nulla di inquietante.
Forse non è una brutta idea, proverò con gli occhi.Il chakra incominciò a fluire, si diresse verso gli occhi, ma nessun miglioramento effettivo avvenne, e dalla faccia delle persone a lui vicine capì che non era successo nulla. Riprovò a manipolare il chakra e portarlo nei singoli arti, magari avrebbe funzionato, ma nulla di strano avvenne. Infine, come ultima spiaggia, inondò tutto il corpo con l'energia, e riuscì finalmente a sentire qualcosa. Dentro di lui si muoveva qualcosa, qualcosa di strano, la sensazione era come se sotto la pelle qualcosa si stesse muovendo.
Allora? Cosa succede?Non, non lo so, sembra che ho qualcosa sotto la pelle, ma non so cosa.Jin incominciò a desiderare che ciò che aveva sotto la pelle uscisse e si facesse vedere, era troppo inquietante la sensazione. Dagli arti incominciarono ad uscire delle strane fibre nere come la pece. Si muovevano, ma a comando del ragazzo. Improvvisamente riuscì a staccare l'avambraccio dal braccio, con un grido di dolore per via della pelle che si strappava. Non aveva più la carne interna, costituita dai muscoli, mentre le ossa rimanevano ancora ma non si vedevano, le strane fibre erano parte di lui . Sembrava un mostro, e forse lo era, e l'orrore presto si tramutò in felicità. Guardò i volti di quelli che lo circondavano, sgomenti nel vedere ciò che succedeva. Usò le mani curative per curare la pelle, e decise di provare ad allungare anche altre parti del corpo. Questa volta, invece di allungare subito gli arti recise la pelle con un kunai. Il polso era snodabile, da solo o con l'avambraccio, che a sua volta poteva essere allungato assieme a tutto il braccio. Persino i piedi e le gambe erano allungabili. Il corpo purtroppo non si divideva, a dispetto degli arti e del collo, il quale si poteva snodare dal busto e allungarsi.
L'allungamento non era molto ampio, circa un metro di fibre ad arto e testa, e benché non fosse molto, era già un inizio. La pecca di tutto quanto consisteva nella notevole diminuzione della forze, se prima batteva gli studenti a braccio di ferro, questa volta erano loro ad avere la meglio anche se venivano impiegate entrambe le mani snodate. Le ore erano volate nel tentativo di trovare nuove potenzialità dell'innata, era ormai pomeriggio, Jin diede addio agli studenti e proseguì nelle sue ricerche, spingendosi in biblioteca.
Non si era interessato ai loro nomi, erano solo persone che lo avevano aiutato un po' a scoprire chi era, ma non pensava si sarebbero re-incontrati tanto presto, forse non si sarebbero più rivisti. Avvolto nei suoi pensieri, svoltò a sinistra e oltrepassò il cancello, salì in seguito due gradini ed entrò.
L'edificio, poco in voga per alcuni ragazzi, era una fonte inesauribile di informazioni utili o meno che acrescevano il sapere. Aiutandosi con i cartelli indicatori, dopo aver oltrepassato i vari tipi di romanzi e la sezione dedicata ai piccoli, intraprese un corridoio tra le varie librerie in cerca di notizie di studio per shinobi.
Nella sua ricerca si imbatté in vari libri di scienze e fisica, poi trovò anche libri sulla lingua, ed infine gli argomenti che lo interessavano. Tra i vari libri riguardante i paesi, le tecniche, le armi e gli allenamenti per le varie fasce di muscoli, trovò una piccola sezione dedicata interamente alle innate di Konoha.
Le abilità innate più trattate nei grandi volumi erano i Doujutsu del clan Uchiha e Hyuuga. In seguito in altri volumi descrivevano nei particolare le potenzialità del clan Akimini e Nara, e di vari altri clan. Altri testi erano autobiografie di vari portatori di innata, i quali descrivevano lo sviluppo di essa e le capacità acquisite. Tra i libri in disparte negli ultimi scaffali in basso, si argomentava tramite testi le innate di altri paesi e la loro influenza su Konoha. Tra di esse spuntavano anche il culto di jashin, che non era un'innata vera e propria, il Loto e persino la manipolazione del legno. Benché non fossero proprie del villaggio, erano state inserite poiché vi sono stati portatori tempo addietro. Tra le altre innate vi erano anche la manipolazione dell'inchiostro e il controllo delle fibre nere. Queste ultime erano ciò a cui il ragazzo era interessato e di cui si stava interessando.
Il libro, buona base su cui riflettere, purtroppo era incompleto, non dava definizioni accurate e precise, limitandosi ad informazioni messe insieme alla rinfusa e riordinate. Le uniche cose che si potevano apprendere era che la resistenza delle fibre era più alta di quella fornita dalla carne, simile a quella del legno, e che la lunghezza delle fibre poteva aumentare col tempo, senza specificare la portata massima. Altre notizie importanti trattavano di arti e cuori aggiuntivi, i quali potevano fornire anche tecniche dello shinobi a cui appartenevano.
Interessante, macabro, disgustoso forse, ma interessante, avrò il mio da fare nello scrivere ed annotare il resto.Ripose il libro dentro allo scaffale nella stessa postazione da dove venne prelevato precedentemente, per poi uscire dall'edificio. Mentre camminava per le vie, alcune strette e in cattive condizioni, altre larghe e ben messe, per arrivare infine a casa. La giornata non era finita, e il tempo rimasto venne speso da Jin in allenamenti per il corpo, tra i quali flessioni, piegamenti sulle braccia, aveva già pensato la mattina ad allenare gambe e addominali che gli duolevano ancora. Una volta finito, passate due ore intere nell'allenamento muscolare, tra esercizi e pause varie, utilizzando anche pesi di vario genere, il giovane decise di cambiare un po' gli allenamenti, e incominciò con serie da cinque minuti di pugni a vuoto con pesi. L'esercizio serviva per allenare soprattutto le spalle e i tricipiti, oltre a garantire il mantenimento della guardia anche per lunghi periodi in caso dovesse combattere a mani nude.
Senza fermarsi, dopo il tempo predisposto all'esercizio incominciò una serie di piegamenti sulle braccia, per poi ripetere il lavoro precedente per 3 volte. I pesi, composti per lo più da fasce con dentro sabbia o pallini di ferro, faceva si che i muscoli rimanessero in tensione e fossero caricati con molto lavoro in più.
Gli esercizi estenuanti finirono, e Jin buttò gli abiti nel cestino dove teneva la roba da lavare per poi immergersi nella vasca che si stava riempiendo d'acqua calda. Il bagno caldo era quel che serviva dopo una giornata più impegnativa delle altre.
Ok, devo farmi lo shampoo. No, aspetta, qui non c'è. Solito sbadato, dimentico di prenderlo sempre, mi tocca uscire. No, forse no.Le fibre nere uscirono dagli avambracci, portando avanti le mani, con tramite le quali il ragazzo riuscì a prendere lo shampoo.
Utili, veramente, e adesso potrò anche lavarmi bene la schiena, non male. A quale clan appartenevano? Damyo? Bho, ho già scordato. L'unico problema sarà la pelle, alle giunture si rimargina e poi avrò sempre dei segni, che rottura. Forse.Delle piccole fibre nere al volere di Jin andarono a infilarsi tra i lembi di pelle che univa mano e avambraccio, erano talmente sottili, che una volta finito il lavoro di cucitura quasi non sembrava ci fossero.
Ottimo, va meglio, adesso mi lavo e poi vado a riposarmi.Dopo aver lavato testa e corpo, uscito dal bagno, lo shinobi si sedette al tavolo e allungò nuovamente le mani e prese il latte e dei biscotti integrali, quelli rimasti dalla mattinata. Versò il latte in un bicchiere, lo avvicinò, mangiò un biscotto, ma prima di deglutire prese un sorso di latte.
Si, decisa mente ottimi questi biscotti, devo comprarne altri, sarà per domani, oggi non ho avuto tempo, speriamo che domani non succeda nulla di che.Lavato il bicchiere e pulito il tavolo dalle briciole, stendendosi sul letto Jin a causa del dolore che provava in tutto il corpo, senza muoversi per non sentire i muscoli che si lamentavano, si addormentò con il cappotto addosso.
Questo allenamento l'ho fatto per sapere soprattutto se va bene creare una storiella intorno all'allenamento, e soprattutto cosa devo perfezionare, emozioni, descrizioni, a voi xD