Allenamento Energia Verde, Utente: Dark Zack

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Dark Zack
view post Posted on 29/6/2011, 17:34




Narrato
Parlato
Parlato Dante
Parlato Altrui


Primo Giorno

La leggera luce del sole che spuntava di prima mattina passava tra le finestre di tutti gli abitanti di Konoha. Era caldo e accogliente, per niente umido,e non spirava un alito di vento che rinfrescasse l'ambiente. La gente, svegliata dalla luminosità della stella, si apprestava a cominciare una nuova giornata, speciale per ciascuno di loro. Tra tutte queste persone anche un ragazzo, promosso a Genin da appena due giorni, si apprestava ad iniziare la giornata, che lo avrebbe fatto allontanare per una settimana da casa. Il giovane si era ripromesso di allenarsi duramente per poi incontrare nuovamente il suo compagno di corso ed il suo senpai, per formare un team, magari con l'aggiunta di un altro membro. Per il momento però, doveva allenarsi per dimostrarsi all'altezza di tutti e avrebbe cominciato il giorno stesso: si sarebbe recato in un bosco lì vicino e ci sarebbe rimasto per una settimana, per poi ritornare in casa. Zack si alzò in fretta e sbadigliò, sbrigò tutte le faccende domestiche che doveva svolgere, si vestì, indossando i suoi soliti pantaloni neri e la sua maglia, anch'essa dello stesso colore, per poi indossare la giacca rossa a mo' di mantello, prese lo zaino con dentro il necessario per sopravvivere una settimana nel bosco e uscì di casa. Camminando per le vie di Konoha, notò molti bambini che giocavano a fare i ninja e qualche studente che ripassava freneticamente qualche nozione e pensò, sorridendo, che fino a pochi giorni prima era uno di loro. Con i pensieri rivolti verso il passato Zack raggiunse il bosco e, arrivato lì, iniziò subito l'allenamento. Pensò che, avendo perso un pezzo della mattinata, oggi si sarebbe occupato dell'allenamento fisico, mentre nei giorni a venire sarebbe diventato l'allenamento mattutino. Si stese a pancia in giù e si prefisse mezz'ora di flessioni a ritmo spedito, mezz'ora che sarebbe dovuta aumentare almeno fino all'oretta alla fine della settimana, e sarebbe dovuta diventare routine quotidiana anche in casa, insieme agli addominali e alla corsa, che avrebbe fatto
successivamente. Iniziò il movimento delle sue braccia che si flettevano, portando l'addome prima su e poi giù, prima su e poi giù. Zack non ebbe inizialmente grossi problemi a continuare l'allenamento, questo almeno per il primo quarto d'ora. Il ninja si era sempre addestrato con esercizi fisici e fare un quarto d'ora di flessioni era una cosa abbastanza comune da fare per lui. Iniziò a traballare passati i venti minuti. Fortunatamente infatti, l'allenamento che aveva fatto fino ad oggi, che prevedeva un quarto d'ora circa per ogni parte del corpo riusciva a farlo reggere anche per qualche minuto in più. Ma quando i venti minuti passarono, Zack si trovò soprattutto sfinito e madido di sudore, la prova si trovava nelle goccioline che gli cadevano dalla fronte e gli impregnavano i vestiti: appunto per questa ragione si era tolto la giacca rossa, per non farla sporcare. Continuò però a tenere duro, ripetendosi che stava per finire tutto, e che i piegamenti sulle braccia non sarebbero durati ancora per molto. Cercò anche di concentrarsi su un punto fisso, per non concentrarsi sulla stanchezza, sul sudore o sul prurito che aveva sulla nuca. La cosa funzionò e quando Zack concluse la mezz'ora di flessioni si accasciò per terra, distrutto. Aveva una voglia matta di smetter, di dormire, di sciacquarsi il viso, di farsi il bagno, di smettere di allenarsi; ma tenne duro e, dopo cinque minuti di pausa, iniziò la mezz'ora di addominali, mettendosi in posizione supina. Funzionò allo stesso modo delle flessioni, tranne per il fatto che non riuscì concentrarsi su un punto solo dato che la sua testa andava su e giù di continuo a causa dell'esercizio: motivo per il quale, non riuscendo più a convincere il suo corpo che stava per finire tutto, chiuse gli occhi, e si concentrò unicamente su tutti i rumori che sentiva nel bosco. Fruscii dell'erba provocati da un animale, il gorgoglio di un ruscello e, naturalmente del suo ansimare per la fatica, che ignorò, riuscendo a concludere anche la mezz'ora di addominali. Rimaneva solo la corsa a separarlo dal riposo, corse che sarebbe durata per un ora, a passo spedito. Stavolta Zack si riposò per un lasso di tempo più lungo di cinque minuti, capendo di non poter compiere quello sforzo al suo livello attuale dopo le fatiche appena passate. Il pensiero che tutto quello che oggi stava facendo sarebbe stata solo la parte mattutina del suo allenamento lo fece sospirare, rassegnato. Finita la breve ma riposante pausa, Zack iniziò a correre, con il sudore che gli macchiava la maglia. La corsa gli venne però più facile del previsto: fu ovviamente dura finirla tutta a passo spedito senza mai fermarsi, ma riusciva a distrarsi molto più facilmente, per il semplice fatto che gli ambienti con tanta natura lo affascinavano e lo shinobi approfittò della corsa per guardarsi intorno ed esplorare il bosco. Tornato nel punto dove aveva iniziato la corsa, Zack si tolse maglia e pantaloni, indossando poi una tuta di ricambio blu, effettivamente molto più efficiente per allenarsi, e lavò i suoi vestiti sporchi nel ruscello che aveva udito prima, per poi sdraiarsi sull'erba e addormentarsi, senza avere la forza di mangiare o di accendere un bel fuoco.

Secondo Giorno

Zack si svegliò dopo un buon sonno ristoratore. Era ancora l'alba ma nella foresta la vita era già incominciata, gli animali erano già in cerca di cibo, i passerotti cinguettavano e si appollaiavano tra le foglie, e alcuni uccelli si impegnavano nel costruire un nido. Il nostro ninja sentiva ancora dei dolori nelle parti del corpo che aveva esercitato il giorno precedente ma, ignorandoli, si alzò e, deciso a saltare la colazione ma ad andare a prendere provviste per il pranzo, si avviò verso il ruscello lì vicino. L'acqua era limpida e si potevano vedere tutte le creature che vi vivevano; alcune di esse però, sarebbero finite nello stomaco dell'affamato Zack, appena finiti gli allenamenti mattutini. Impastò il chakra e compose i seal per eseguire la palla di fuoco suprema, tecnica ideata dal suo stesso clan, gli Uchiha, per poi dirigerla verso il ruscello, provocando molte vittime. I pesci morti salirono a galla e Zack approfittò per estrarre un kunai dopo l'altro e lanciarlo verso i vari pesci, per fermarli sul posto e poi raccoglierli con calma. Dei dieci kunai ne andarono a segno solo otto, gli altri non colpirono nessuno. L'Uchiha però si ritenne soddisfatto del suo bottino e si ripromise che avrebbe adottato sempre questo metodo per raccogliere cibo. Questo, tornato nel suo "accampamento", se così si poteva chiamare, o meglio, il suo posto per passare la notte all'aperto, posò il pesce e, stendendosi al fianco della sua roba ricominciò gli esercizi che aveva fatto la volta precedente. Questi si rivelarono più difficili a causa dei dolori già presenti, ma Zack tenne duro, e riuscì a finire tutti i suoi allenamenti mattutini. Riposatosi poi una decina di minuti, decise di accendere il fuoco per preparare il pesce che aveva pescato e, dopo averlo cotto per bene, iniziò ad addentarlo, gustandoselo ancora di più dopo gli esercizi fisici appena compiuti. Aveva appena finito il primo e cominciato ad addentare il secondo che sentì un pesante fruscio provenire dal bosco, e poi un altro e poi un altro, avvicinandosi sempre di più a lui. Zack pensò inizialmente ad un animale, ma si rese conto che solo una bestia molto grossa o un essere umano poteva fare tutto quel fracasso. In tutt'e due i casi, lo shinobi si tenne pronto per combattere. Tirò fuori un kunai e si mise in posizione di guardia. Fruscio. L'Uchiha mantenne i nervi saldi e la concentrazione. Sapeva da dove sarebbe arrivato il nemico. Fruscio più vicino. Una gocciolina fredda di sudore scese dalla tempia di Zack che aspettava, immobile. Fruscio vicinissimo. Era pronto. Chiunque fosse uscito avrebbe dovuto spiegare al ninja del perchè fosse lì, con le buone o le cattive. Dall'erba uscì un ragazzo che, notato l'Uchiha armato di kunai, e scambiatolo per un nemico, estrasse uno shuriken e lo lanciò verso lo shinobi. Il giovane lo scansò e si gettò sul ragazzo che, dopo aver dato uno sguardo al copri fronte di Zack gli urlò di fermarsi. Il nostro ninja, un po' stupito si fermò e si mise in ascolto delle parole dell'altro giovane, anche se un po' scettico dopo aver notato che la persona che aveva davanti impugnava un kunai insanguinato. Questo gli disse:

Hai per caso visto qualche ninja con un copri fronte con tre tagli orizzontali passare di qua?

Zack, incuriosito da quella domanda rispose:

No, mi dispiace. Perchè li stai seguendo?

Mi hanno rubato un tesoro molto prezioso per la me e la mia famiglia... probabilmente saranno nel loro covo... ehi, mi serve una mano, quindi muoviti e aiutami.

Zack era decisamente infastidito da quel ragazzo e dalla sua linguaccia troppo lunga, e non nascose il disappunto sul suo volto: come si permetteva di dargli ordini, nemmeno si conoscevano! Pensava veramente che bastasse che gli dicesse cosa fare perchè lui obbedisse e eseguisse tutti i suoi ordini? Zack, per rispondergli, parlò con voce divertita, prendendolo in giro:

Oh certo. Aiuterò volentieri un tizio che non ho mai visto in vita mia e che parla come una bambinetta viziata dando ordini a destra e a manca, non vedo perchè dovrei rifiutare...[/blue]

Il ragazzo, che sembrava divertito dalla risposta di Zack, non si scompose e gli disse, con aria di sfida:
[color=red]Molto bene, allora. Facciamo così: battiamoci: il primo che si arrende o che è messo in una posizione da cui non si può più muovere vincerà. Se vinco io, tu mi aiuterai, se vinci tu, me ne andrò e ti lascerò in pace, ok?


Una sfida? Zack non poteva chiedere di meglio. Combattere era il suo forte e non aveva paura di quel ragazzo: solitamente gli sbruffoni erano più facili da prendere a botte. Non perse tempo a rispondere, kunai alla mano, si mise in posizione da battaglia, aspettando che lui facesse lo stesso. In un primo tempo la battaglia fu solo, per dire così, di osservazione. L'uno fissava l'altro, quasi cercassero di trovare dei punti deboli sui quali colpire. Zack, dimenticate le fatiche appena compiute e preso da una nuova energia, venuta dalla voglia di competere con qualcuno, osservò il ragazzo. Questo aveva i capelli nero bluastri lisci sparpagliati per la testa, accompagnati da due occhi azzurri. Aveva una giacca blu, blu come i pantaloni e due copri spalle, abbigliamento che lo faceva sembrare un soldato pronto ad andare in guerra. Improvvisamente questo scattò in avanti e Zack non si fece attendere: fendette l'aria con il kunai, ma il colpo venne parato senza alcuno sforzo dal ragazzo che contrattaccò con un fendente che per poco colpì il ninja. Quest'ultimo balzò all'indietro e lanciò il suo oggetto, impugnandone un altro e lanciandosi nuovamente all'attacco. L'avversario però, scarto di lato, schivando il kunai, parò il nuovo colpo del ragazzo e lo colpì con una ginocchiata nella pancia che mozzò il fiato al ninja. Questo riuscì a riprendersi e a evitare un colpo a mani unite del ragazzo, che sembrava quasi annoiato da quello scontro, cosa che fece ancora di più arrabbiare Zack: voleva il gioco durò? Lo avrebbe avuto! Usando tutta la velocità a sua disposizione, l'Uchiha sparì e ricomparì davanti al ragazzo per effettuare l'alzata della foglia, ma questo, che sembrava aver previsto tutto, si scansò, cercando di puntare il suo kunai alla gola di Zack che, notato il gesto, rotolò su se stesso e si rialzò, pronto a contrattaccare. Anche l'avversario però sparì e riapparì sotto il muso del ninja, che però, al contrario del ninja che gli stava di fronte, non si aspettava una mossa del genere, ma riuscì ugualmente a balzare all'indietro ed a evitare il colpo. Si accorse tardi però che il ragazzo non aveva alzato la gamba per effettuare l'alzata: il suo avversario invece, prevista anche la mossa di Zack, saltò in alto, per poi effettuare il tifone della foglia che centrò in pieno il nostro shinobi, spazzandolo via. Come se non bastasse, approfittando del volo dell'Uchiha, il suo avversario effettuò nuovamente l'alzata della foglia, questa volta centrando il bersaglio e mandandolo in aria. Infine il ragazzo utilizzò il colpo concatenato del leone che concluse puntando il kunai al collo di Zack invece che ucciderlo, alzandosi e pronunciando le seguenti parole:

Ho vinto. Ora mi devi aiutare, ma credo che prima ti allenerò un po', per ora sei abbastanza scarso e mi saresti solo d'intralcio. A proposito, il mio nome è Dante. Se mi vuoi, sono al ruscello a darmi una sciacquata, appena torno inizieremo il tuo allenamento.

Così dicendo si incamminò verso il posto che aveva citato, lasciando Zack a terra con i suoi pensieri. Questo non sapeva cosa pensare: era convinto di poter battere il suo avversario facilmente e invece si era sbagliato, la sua presunzione lo aveva fatto perdere, assieme alla sua momentanea debolezza, che avrebbe dovuto far sparire con gli allenamenti. Alla fine aveva ragione: gli sbruffoni erano davvero più facili da prendere a botte, solo che lo sbruffone quella volta era lui. Aveva sottovalutato l'avversario e questo lo aveva svantaggiato, ma anche quando aveva cominciato a battersi seriamente non aveva minimamente impensierito Dante. Immerso nei suoi confusi e sbalorditi pensieri, Zack si recò da Dante, curioso di imparare nuove cose. Lo trovò esattamente nel posto che aveva detto, era vicino al ruscello, intento a sciacquarsi la faccia e, notato Zack, si incamminò verso di lui e gli disse di seguirlo. Dante lo condusse in un grande spiazzo erboso, perfetto per un combattimento faccia a faccia e gli disse di impugnare il kunai, perchè si sarebbero allenati sulle tecniche di combattimento con esse, nelle quali, secondo lui, Zack faceva abbastanza pena. Si scontrarono molte volte e quasi sempre Dante sconfisse Zack in poco tempo. Col passare delle ore, gli insegnò dei trucchetti e delle mosse, degli stili di parate e qualcosa sulla posizione di guardia e il ragazzo, desideroso di apprendere, le metteva in pratica ogni volta, combattendo pian piano in maniera migliore. Ora dopo ora, scontro dopo scontro, i kunai cozzavano l'uno contro l'altro più a lungo prima che il maestro disarmasse l'allievo o gli puntasse l'arma contro. Zack fendette l'aria molte volte con il kunai, ma Dante aveva sempre una nuova mossa che disarmava il ninja. In più, non sembrava si stesse minimamente impegnando. Mentre l'Uchiha saltava a destra e a sinistra, sudando e imprecando per abbattere l'avversario, questo rimaneva perlopiù fermo, attendendo le mosse del giovane. Tra kunai che cozzavano e sudore che colava dal corpo, arrivò la notte e i due decisero di fermarsi, perchè era ormai troppo tardi per proseguire, programmando di fare altri combattimenti ogni giorno, altrimenti le cose imparate da Zack in quel pomeriggio sarebbero state dimenticate senza praticarle ogni giorno. Poi il ninja, troppo stanco per fare altro, si addormentò, felice di aver imparato nuove cose e pensando a cosa avrebbe fatto l'indomani.

Terzo Giorno

Uno scossone, poi un altro e un altro ancora. Il terremoto. Persone che correvano, case distrutte, macerie che cadevano sopra le persone, schiacciandole e togliendogli la vita. Zack correva, ma il terremoto era forte a tal punto che il ragazzo non riusciva a stare in piedi. Il ninja cercò di mantenere l'equilibrio ma gli scossoni lo mettevano sempre di più in difficoltà, fino a che non lo fecero cadere. E cadde sempre più giù, sempre più giù, in un mare in tempesta che sembrava inghiottirlo. Lo shinobi si svegliò di soprassalto con la faccia bagnata, di quello che pensò inizialmente come sudore e poi realizzò come acqua e, alzando gli occhi, vide Dante che gli sorrideva vicino al solito ruscello. Zack non capiva cosa ci facessero lì dato che il posto dove si erano addormentati era un po' più lontano, ma la sua domanda, che stava per porre, fu stoppata da Dante che gli spiegò l'accaduto.

Rilassati, non sta succedendo nulla. Solo non ti volevi svegliare, così ho provato a scuoterti. Dato che continuavi a dormire ti ho preso e ho immerso la tua faccia nel ruscello, per poi posarti li dove sei adesso, e vedo che ha funzionato.

Zack fece una smorfia. Ora capiva il perchè di quegli incubi. Si alzò in piedi stiracchiandosi e si guardò intorno, notando che era ancora buio e che il sole non era ancora sorto, cosa che spiegava la sua stanchezza. Il ninja, già adirato per il risveglio brusco, si infiammò ancora di più notando che Dante lo aveva fatto svegliare addirittura prima dell'alba. E perchè poi? E' esattamente quello che voleva sapere.

Per quale maledettissima ragione hai trovato il bisogno di svegliarmi così presto? Anche gli animali dormono a quest'ora!

Dante sospirò, probabilmente spazientito dall'atteggiamento di Zack e rispose, continuando a mantenere un tono calmo:

Tu hai da fare i tuoi allenamenti mattutini e, quando li finirai, dovremo continuare a combatterci usando il kunai. Il pomeriggio sarà occupato da un altro tipo di addestramento quindi non possiamo, o meglio non puoi, perdere tempo a dormire. Ora mettiti al lavoro e quando hai finito, vieni a dirmelo. Mi trovi qui a sonnecchiare, perchè io posso permettermelo.

E concluse il tutto con una bella risata, tanto per sminuire di più il suo allievo che, con grande autocontrollo si girò e andò a fare i suoi esercizi, ignorando quella voglia incredibile di urlargli addosso tutti gli insulti che conosceva per poi strappargli il cuore e mangiarselo. In più, dopo aver faticato come ogni mattina, gli toccava tornare da Dante e farsi sbeffeggiare da lui per il modo con il quale combatteva con il kunai, perchè a quel tizio non sfuggiva mai un complimento, solo sbeffeggiamenti o insulti. Zack si piazzò nel suo solito posto e incominciò a fare le sue solite flessioni, per poi passare ai piegamenti e infine alla corsa. Gli allenamenti fisici cominciavano a stancarlo. Non gli piaceva ripetere sempre la stessa cosa ogni mattina, a lui piaceva variare. Ignorò quella che secondo lui era la voce della pigrizia e tornò da Dante, pronto per altre battaglie con i kunai. Si piazzarono nel loro solito spiazzo d'erba e si scagliarono l'uno contro l'altro. Dai suoi movimenti e dai suoi contrattacchi, Zack notò che Dante si stava impegnando di più della scorsa volta, ma ancora si stava trattenendo, forse per paura di ferirlo, o forse solo per ridicolizzarlo ancora di più, facendogli notare che non aveva bisogno di combattere seriamente contro il ninja. I kunai volavano da una parte dall'altra per molte ore, i tronchi degli alberi furono scheggiati, graffiati, perforati dalle armi e dagli attacchi dei due ninja che si battevano senza sosta. Zack stava dando tutto se stesso in quello scontro: attaccava, balzava, fingeva attacchi, trovava le strategie più disperate per battere il suo maestro, ma invano. Qualunque attacco lui sferrasse, Dante lo evitava o lo parava, con o senza problemi, scampando alla sconfitta e arrivando alla vittoria. Gli attacchi più disperati di Zack infatti, erano colpi alla "o la va o la spacca", pericolosi certo, con i quali però la "spaccava" sempre, finendo con un kunai puntato alla gola o in altri punti vitali del corpo. Finita la mattinata e arrivata l'ora di pranzo, i due si incamminarono verso il loro accampamento e mangiarono il pesce che Dante aveva catturato durante gli allenamenti fisici dell'Uchiha ma, dopo averne parlato a pranzo, i due decisero che ogni tanto avrebbero dovuto cacciare qualche altro animale, perchè il pesce cominciava a stufare. Finito di mangiare, Dante concesse a Zack una mezz'ora di riposo, nella quale lui poté riposarsi un po' dopo gli allenamenti mattutini. Finita la pausa, i due si recarono nello spiazzò d'erba dove si erano battuti precedentemente con i kunai, e li Dante spiegò al nostro shinobi in che cosa consisteva l'allenamento di quel pomeriggio: Ascolta, ieri abbiamo iniziato un allenamento con i kunai, che prevedeva uno scontro uno contro uno e che ti avrebbe aiutato in tutti gli scontri ravvicinati. Ma, come spero tu sappia, può capitare che, durante una missione, al ninja venga tesa un imboscata. In quel caso potrebbero essere lanciati al malcapitato molti oggetti, dagli shuriken, ai kunai con carte bomba. Io ho qui solo degli shuriken, che ti lancerò. Tu rimarrai qui, fermo o in movimento, come preferisci, ad attendere che io ti lanci gli shuriken. Io potrei farmi vedere come restare nascosto. Sta a te vedere ed evitare le armi che ti lancerò. Non usare per nessuna ragione i kunai per parare il colpo. L'allenamento di oggi è sulla schivata e non sulla parata. Limitati ad evitare i colpi, ok? Zack annuì e vide scomparire il suo maestro in una nuvoletta di fumo. Adesso era da solo. Si chiese cosa sarebbe successo se non fosse riuscito a schivare lo shuriken e se lo avesse colpito in zone vitali e la paura iniziò a salire, ma il ninja la ricacciò giù sperando che Dante non fosse quel genere di persone, e si mise in ascolto. Era immobile. Gocce di sudore freddo gli calavano dalla fronte mentre il ninja stava in ascolto di ogni dettagli, di ogni suono proveniente dal luogo circostante. Molti rumori lo circondavano, ma nessuno ricordava nemmeno vagamente il sibilo di uno shuriken che fendeva l'aria. Erano tutti rumori della foresta che Zack aveva ormai imparato a riconoscere. Ad un certo punto sentì il sibilo che stava aspettando. Si girò di scatto e vide l'oggetto nero che roteava pericolosamente verso di lui. Si buttò di lato quel tanto che bastava per evitare lo shuriken, ma fece appena in tempo a toccare terra che un altro lo stava raggiungendo. Balzo all'indietro, lasciando conficcare l'arma nel terreno, ma sentì un altro pericolo provenire da dietro di se. Rotolò a destra e evitò lo shuriken. L'attacco sembrava momentaneamente finito. Zack si chiese come poteva Dante spostarsi così velocemente da un punto all'altro, ma gli venne in mente che poteva aver piazzato delle trappole che, fatta scattare la prima, scattavano tutte, l'una dopo l'altra. Fece in tempo a complimentarsi con se stesso per la sua pensata che uno shuriken si avvicinò verso di lui, fendendo l'aria. Il giovane scattò all'indietro, ma era caduto nella trappola. Altri tre shuriken erano stati lanciati nel preciso momento nel quale lui era balzato e, notatoli, Zack si abbassò e li fece cozzare l'uno contro l'altro. A quel punto nel cielo comparse la figura di Dante che lanciò un gran numero di shuriken verso il punto nel quale Zack si era abbassato. Questo, deluso per quella mossa scontata e semplice da evitare, rotolò sulla sua sinistra, convinto di aver evitato tutti gli shuriken. Dante però, con grande maestria, lanciò un singolo suo kunai per farlo cozzare contro lo shuriken, facendogli deviare di poco la direzione. Zack si accorse troppo tardi di quella mossa e, malgrado il suo scatto per evitare l''arma, lo shuriken si conficcò nella sua gamba, facendolo rotolare a terra. Era stupefatto: come aveva potuto Dante trovare una mira così perfetta da far deviare direzione allo shuriken? Quando questo tornò a terra, tolse lo shuriken dalla gamba di Zack senza troppi complimenti, strappando un gemito al ragazzo, e gli disse di prepararsi, perchè avrebbero continuato per tutto il resto del pomeriggio, anche se aveva la gamba ferita. Zack non si lamentò e continuò l'allenamento per tutto il resto della giornata ma, avendo la gamba ferita, gli risultò molto più difficile evitare i colpi e si tagliò in vari punti del corpo. Quando comparve la luna in cielo, Dante smise di tirare kunai al giovane shinobi e gli diede un tonico coagulante, dicendogli:

Prendi questo e riposati. Domani ti sveglierò alla stessa ora di stamattina e faremo le stesse cose di oggi, tutte nella mattinata. Ovviamente abbrevieremo la durata del combattimento con i kunai per poter fare l'esercizio di oggi pomeriggio, quindi ti avverto che sarà più intenso. Nel pomeriggio faremo un nuovo allenamento, l'ultimo prima della prova finale.

Zack era incuriosito e sorpreso da questa prova finale. Non pensava che Dante interpretasse tutto questo come un vero e proprio corso, come quello per diventare Genin, ma era curioso di sapere quale fosse la prova finale, e se sarebbe riuscito a superarla, se fosse davvero diventato più forte di prima.

Quarto Giorno

La prima mezz'ora di flessioni era già passata da un po', ma Zack decise di andare avanti. Avrebbe superato i suoi limiti, avrebbe aumentato ulteriormente la durata dei suoi allenamenti fisici mattutini. Non poté però allungarli di troppo perchè, come aveva detto Dante la scorsa sera, la mattinata sarebbe stata molto impegnata da allenamenti di vario genere. Passate le flessioni e la prima mezz'ora di addominali, Zack non ce la faceva più. Voleva smettere, buttarsi a terra e dormire, non faticare più ma solo riposarsi. Tento di opporre resistenza contro la pigrizia e riuscì in qualche modo a far passare altri cinque minuti, finiti i quali non riuscì più a continuare. Stava ormai per smettere e per accasciarsi a terra, quando si ricordò di una cosa che aveva sentito molto tempo prima: “le grandi anime posseggono volontà, quelle piccole solo desideri”. Quando era un ragazzino non era riuscito a capire appieno cosa volesse dire; se c'era una cosa che non gli era mai mancata era la volontà: senza essa non avrebbe mosso un dito e a quest'ora sarebbe ancora con i suoi parenti Uchiha a farsi maltrattare. La frase gli risuonò in mente e lo fece andare avanti portando a termine gli addominali. Cominciando poi a correre, Zack si rese conto che in tutto quello che aveva fatto durante i suoi allenamenti, non aveva messo volontà; era stato solo portato avanti dal suo allenamento, che lo aveva aiutato, certo, ma senza la volontà non riusciva a fargli passare veramente i suoi limiti, non riusciva a farlo impegnare veramente con tutto se stesso sui suoi obiettivi. Zack capì poi quanto era stato infantile arrabbiandosi con Dante quando lo sbeffeggiava: si rese conto solo ora che lo faceva per spronarlo, e che lui non aveva usato il cervello per tutti i giorni nei quali era rimasto in quel bosco. Finito di correre, Zack si diresse verso Dante e promise a se stesso che avrebbe messo l'anima negli allenamenti che avrebbe effettuato da oggi in poi e che avrebbe usato il cervello. Arrivò dal maestro con aria risoluta e ferrea, impugnando già il kunai, e pronto a combattere contro di lui. Non si scambiarono alcune parole, solo un cenno con il viso, per poi buttarsi l'uno contro l'altro facendo scontrare le proprie armi. Il giovane capì che Dante aveva ulteriormente aumentato la difficoltà di combattimento, ma per qualche motivo tratteneva ancora le sue abilità. L'Uchiha ignorò la suddetta cosa e si concentrò solo sul combattimento. Sferrò un fendente verso Dante che parò il corpo e si preparò a contrattaccare. Zack, pronto a quella sua mossa, impugnò velocemente un secondo kunai e tentò un affondo. Probabilmente Dante non si aspettava quella tecnica, perchè balzò all'indietro schivando di un pelo l'affondo. l'Uchiha non perse tempo e lanciò il suo kunai contro l'avversario, che scansò facilmente il colpo e si fiondò contro l'Uchiha, che stava pronto per le sue mosse e contrattacchi. Per il resto della mattinata i due ninja andarono avanti in questo modo, senza che nessuno dei due vincesse. Nessuno dei due sembrava riuscire a prevalere sull'altro e per questo portarono avanti lo scontro fino a che non sentirono il bisogno di mangiare qualcosa. Avevano concordato però, che per quel pranzo avrebbero mangiato qualcosa di diverso dal solito e banale pesce: quel giorno sarebbero andati a caccia di altri animali.
Finito lo scontro con i kunai Dante si rivolse a Zack con aria rassegnata:

Cavolo Zack, abbiamo perso la cognizione del tempo per colpa del nostro scontro con i kunai e non abbiamo fatto l'allenamento con gli shuriken. Per questo ti volevo avvertire che questo pomeriggio dovremo fare entrambi gli allenamenti e potremmo finire più tardi del solito.

Detto questo tacque e guardò Zack con rassegnazione, probabilmente aspettandosi una delle sue smorfie o uno dei suoi commenti acidi. Zack però, che aveva promesso a se stesso che avrebbe messo l'anima negli allenamenti, non si lamentò, affatto.

Ok maestro. In fondo è meglio così non trova? Abbiamo avuto più tempo per allenarci con i kunai e poi un po' di allenamento in più non può che farmi bene, non trova?

Senza aspettare risposta Zack si girò e si allontanò, andando a cercare quello che sarebbe diventato il suo pranzo, perdendosi la faccia stupefatta del suo maestro.
Dopo aver catturato provviste sufficienti per il pranzo e la cena anche per la giornata successiva, e mangiata quella per la giornata odierna, i due tornarono a concentrarsi sugli allenamenti. Tornarono nel posto che avevano lasciato nella mattinata per riprendere l'allenamento che si basava sulla velocità di movimento, per schivare gli shuriken o qualsiasi altro tipo di arma. Zack si immerse nella concentrazione. Quando arrivarono gli shuriken, fu pronto ad evitarli. L'addestramento andò avanti come il giorno precedente, a parte per il fatto che il nostro Uchiha riuscì ad evitare quasi tutti gli attrezzi da combattimento, riportando solo ferite superficiali. Quando fini l'addestramento ed era tempo di iniziarne uno nuovo, Dante si rivolse a Zack per spiegargli di cosa si trattava:

In questi giorni ci siamo concentrati su battaglie con i kunai e sulla tua velocità di schivata contro gli attrezzi ninja. Nel nuovo ed ultimo allenamento prima della prova finale dovrai parare con il tuo kunai i vari shuriken che ti lancerò. Possibilmente cerca di non muoverti, ok? Ah, volevo che sapessi una cosa: non ho posto gli esercizi in ordine casuale, ma ho messo prima quelli nei quali avevi più bisogno, mentre ho tralasciato fino ad oggi quelli nei quali pensavo fossi più portato. Adesso cominciamo l'ultimo addestramento, vedi di non deludermi.

E così iniziò l'ultima parte dell'addestramento dell'Uchiha. Questo era felice da una parte, perchè voleva dire che era diventato più forte, ma dall'altra parte si ricordò che alla fine di tutto avrebbe dovuto aiutare Dante contro un probabile esercito di banditi. Si vergognò di se stesso: Dante lo aveva aiutato e lo stava rendendo più forte, come poteva lui continuare a pensare solo a se stesso? I suoi pensieri furono interrotti bruscamente dall'arrivo di uno shuriken; Zack lo parò all'ultimo secondo e si riprese, adesso doveva pensare all'allenamento, poi si sarebbe concentrato sul resto. Un problema alla volta. Dopo aver parato il primo shuriken, ne arrivarono tre da altrettante direzioni: Zack non doveva muoversi da quel punto e doveva pararli tutti e tre: impugnò quindi un secondo kunai e lanciò entrambe le armi che aveva in mano contro due shuriken differenti; una frazione di secondo dopo prese un terzo kunai e parò l'ultimo shuriken, ormai vicinissimo alla sua faccia. Non ebbe tempo di raccogliere le due armi che aveva lanciato che altri tre shuriken si avvicinavano a lui, accompagnati stavolta da un kunai. Zack guardò meglio e notò che il kunai in questione aveva qualcosa attaccato sopra; una carta bomba! L'Uchiha lanciò quindi il suo kunai contro l'altro che esplose, provocando un gran frastuono, e deviando due dei tre shuriken che gli erano stati lanciati contro; il terzo lo parò facilmente. Presto però il ninja finì i kunai e dovette muoversi rapidamente per raggiungerli e riprenderli. Per tutto il resto del pomeriggio la foresta non fu quieta. Tra esplosioni provocate da carte bomba e rumori metallici provocati dagli scontri tra shuriken e kunai, non vi era traccia di animali da quelle parti. L'allenamento proseguì fino alla solita ora, ma Zack poté ritenersi soddisfatto da se stesso perchè non si era provocato neanche un taglio: alla fine Dante aveva ragione, in quell'ultimo esercizio non aveva avuto problemi. Questo, durante la cena gli spiegò in cosa sarebbe consistito l'ultima parte dell'allenamento:

Bene Zack, hai superato quasi tutto il mio addestramento. Domani farai solo i tuoi esercizi fisici, mentre il resto della giornata si passerà combattendo fra di noi. Cerchiamo di non provocarci ferite gravi o di ucciderci, ricorda che il giorno ancora successivo dovrai aiutarmi a trovare il cimelio della mia famiglia.

Portato il discorso sull'argomento del cimelio, Zack si ricordò che se lui e Dante dovevano intrufolarsi nel covo dei banditi era per recuperare l'oggetto a cui teneva molto il senpai. L'Uchiha
non si era mai chiesto fino ad oggi che cosa fosse il prezioso tesoro che dovevano recuperare, ma in quella serata si mise molto a fantasticare su cosa poteva essere. Soldi? Il loro patrimonio? Una pergamena per una tecnica segreta? Alla fine Zack fece la domanda a Dante; in fondo aveva il diritto di sapere per che cosa si sarebbe battuto.

Ehi Dante, questo tesoro della tua famiglia che hai citato... che cos'è?

Beh, penso che per chi lo sente sia un po' una stupidaggine, ma... è una collana. Una collana che si tramanda di padre in figlio, generazione in generazione. Per la nostra famiglia è molto importante, e farò di tutto per riprenderla. Beh, si è fatto tardi, buonanotte Zack.

Con queste parole, arrossendo un po' in volto, Dante si girò dall'altra parte e cercò di prendere sonno. Zack, che aveva ascoltato la risposta dell'amico, e capendo che stava fingendo di dormire per non sentire la risposta dell'Uchiha, che secondo lui sarebbe stata una prese in giro, si sdraiò e si mise a pensare. Una collana che si tramanda di generazione in generazione. Zack non la trovava affatto una cosa stupida... pensava anzi che Dante fosse fortunato, lui non aveva nulla del genere, e lo invidiava per quell'oggetto. Certo, lui era un Uchiha, e in fondo aveva un simbolo che lo distingueva da tutti: lo sharingan. Quell'abilità oculare era però una cosa che lo distingueva dagli altri come un Uchiha, come un membro di quel clan, non rappresentava una famiglia all'interno di esso. Zack si girò nella direzione di Dante e gli disse:

Sai, non dovresti vergognarti per quello che hai detto. Dovresti invece ritenerti fortunato per avere qualcosa che rappresenti la tua famiglia. Forse non lo sai, ma io faccio parte del clan Uchiha. Come sai noi abbiamo l'abilità innata dello sharingan, che ci contraddistingue come clan. Ma non abbiamo nulla che distingua una famiglia del clan dalle altre, tu invece si. Non ti preoccupare, ritroveremo il tuo tesoro, fosse l'ultima cosa che faccio.

Dante, stupito di trovarsi davanti ad un membro del clan Uchiha, rispose:

Grazie Zack. Hai detto di essere un membro del clan Uchiha, ma allora perchè non usi lo sharingan? Con quello avresti potuto fare anche di meglio nel nostro combattimento

Perchè ancora non sono riuscito a sviluppare la capacità innata del mio clan

Quinto giorno

Un violento scossone lo svegliò. Zack, infastidito da quell'irruenza, fece per mettersi a protestare, ma tacque dopo aver visto la faccia seria di Dante unita al dito che gli faceva segno di stare zitto. L'amico aveva inoltre nella sua mano un kunai, segno che le cose non erano tranquille come il bosco faceva sembrare. E perchè il bosco era così tranquillo? Zack si guardò intorno e capì che era ancora notte fonda; solamente i gufi erano svegli a quell'ora, ammesso e non concesso che ce ne fossero. L'Uchiha si alzò lentamente, tirando fuori un kunai e impugnandolo saldamente con la mano destra, e si mise in ascolto di rumori sospetti. Se Dante non voleva neppure che parlasse ci doveva essere un motivo più che valido, e lui voleva scoprirlo. Si concentrò esattamente come faceva nell'allenamento con gli shuriken; si isolò da tutto e da tutti, rilassando gli occhi e tendendo le orecchie al massimo, in cerca anche del più piccolo rumore. Ad un certo punto lo sentì. Erano passi, passi veloci a dirla tutta. Arrivavano da vicino, da ovest, e Zack, facendo segno a Dante di seguirlo, iniziò a pedinare i suoi obiettivi. Concentrò il chakra sui suoi piedi e si arrampicò su un albero, per evitare di fare rumori indesiderati provocando il fruscio delle foglie. Saltando da un albero all'altro e, assicurandosi che i nemici non si girassero ad ogni minimo rumore che faceva, il ninja della foglia pedinò i suoi obiettivi per tutto il loro percorso non destando alcun sospetto da parte loro. Erano in cinque. Quattro di loro si chiudevano a quadrato per coprire il quinto, che si era posto al centro. L'Uchiha si chiese quale motivo ci fosse per formare uno schieramento del genere e, aguzzando la vista, cercò di osservare meglio il quinto uomo, per notare delle particolarità. Guardandolo meglio si poteva infatti notare che portava qualcosa in mano, sembrava una scatolina, probabilmente che conteneva un oggetto molto piccolo. L'Uchiha sapeva che i banditi erano solitamente in cerca di cose grosse, preziose e luccicanti, quindi non riusciva a spiegarsi il perchè di quell'interessamento ad un oggetto molto piccolo. A meno che quell'oggetto non valesse molto. Osservando ancora meglio il quinto bandito, Zack notò che aveva diverse bende sulle gambe e sulle braccia e, dando occhiate anche agli altri suoi compagni, scoprì che tutti avevano delle ferite, anche se non troppo gravi. Quel piccolo oggetto valeva davvero tutti i loro sforzi? Ad un certo punto un idea balenò in mente all'Uchiha: Dante aveva un kunai insanguinato quando si erano incontrati per la prima volta! E, sempre a lui, dei banditi hanno rubato un oggetto molto piccolo, il cimelio di famiglia, la collana! Il giovane, ormai convinto che la sua teoria fosse giusta, si girò verso Dante che, confermando ancora di più la sua ipotesi, guardava i banditi con occhi iniettati di sangue. Riuscendo ad incrociare il suo sguardo, Zack gli fece cenno di rimanere calmo, altrimenti avrebbe rovinato tutto. I cinque banditi camminarono per la foresta tutta la notte diventando più sospettosi e cauti ad ogni metro che facevano. Finché, arrivati alla metà della mattinata, poco dopo essere usciti dalla foresta, i banditi posarono la mano sul nulla, sorrisero, composero qualche sigillo e... entrarono in quello che sembrava il nulla, scomparendo. Zack non riusciva a tenere la bocca chiusa per lo stupore. Si girò verso Dante pensando di vedere la confusione anche sul suo volto, ma l'amico restava impassibile, a guardare il punto nel quale erano scomparsi i banditi. Poi incrociò lo sguardo dell'Uchiha e gli disse, con tono di chi non voleva sentire obiezioni:

Andiamo, torniamo nel bosco. Oggi devi superare l'ultima prova e domani torneremo qui, e ci riprenderemo la mia collana. So che hai molte domande da farmi, ma le farai appena finito l'allenamento. Ti prometto che, quando arriverà quel momento, risponderò ad ogni tuo dubbio, ma per ora concentrati sull'obbiettivo di oggi: il nostro, o meglio il tuo, allenamento.

E, senza aspettar risposta, Dante si incamminò verso la foresta, lasciando Zack con le sue mille domande. L'Uchiha ora ne era sicuro: Dante gli nascondeva parecchie cose, a cominciare dall'importanza di quella collana. Già dalla notte precedente, nella quale aveva pedinato i banditi, Zack aveva trovato strano che una collana potesse impegnare tanto dei soldati. Se un oggetto così minuscolo e apparentemente con solo un significato simbolico era stato voluto e preso dalle forze dei banditi, quel suddetto oggetto doveva avere una particolarità speciale, che lui ignorava. Si chiese se davvero quel ciondolo avesse qualche cosa di simbolico per Dante, o se lo avesse semplicemente ingannato. Ma perchè ingannarlo? C'era poi un altra cosa che impegnava la mente di Zack: quando i banditi sono spariti, dietro all'apparente nulla, Dante sembrava vedere una specie di entrata in un qualche posto, entrata che probabilmente solo lui, e quei banditi potevano vedere. Ma allora che legame aveva l'amico con loro? Chi era in realtà Dante? Cosa nascondeva? Zack scacciò dalla testa tutte le domande che lo tormentavano, e si ripromise di passare in fretta la sua ultima prova per chiedere ogni singolo dettaglio della sua identità alla persona che lo aveva allenato fino a quel giorno.
I due, dopo aver messo qualcosa sotto i denti, si piazzarono per combattere in un posto diverso dal solito, non potendo tornare nel solito spiazzo a causa della lontananza. Questo, a differenza del precedente, era la parte del bosco più fitta di alberi, nel quale non si preannunciava un combattimento a viso aperto, ma uno scontro di riflessi, concentrazione e strategia. Gli sfidanti erano uno di fronte all'altro, che si studiavano, pronti ad iniziare la loro battaglia. Quando Zack era in procinto di scagliarsi contro Dante, questo gli disse:

Zack, diamo il via al combattimento. Ti chiedo solo una cosa: non consumiamo eccessivamente il nostro chakra, altrimenti in caso di imboscata saremo nei guai.

Zack era perplesso. Per quale motivo qualcuno doveva tendere loro un imboscata? E poi capì che questa, come le altre, era uno dei segreti di Dante, e che avrebbe avuto la risposta che cercava alla fine di tutto ciò. Quindi rinunciò a protestare e annuì, impugnò come sempre il kunai e fece per scagliarsi contro l'avversario, ma si fermò di nuovo: Dante era sparito. Zack, dopo essersi guardato intorno invano, capì che anche in quella situazione avrebbe dovuto affidarsi al suo udito, così chiuse gli occhi ed entrò nel suo status di concentrazione, ormai a lui così familiare. Sentì il rumore dello shuriken, al quale ormai era abituato, che cercava di ferirlo. L'arma, a differenza delle altre volte, era mirata ad un punto vitale, segno che Dante stava facendo sul serio. L'Uchiha si girò di scatto e parò lo shuriken e, sentendone provenire un altro dietro di se, scartò di lato, parando poi un altro shuriken che proseguiva verso di lui. Alzò lo sguardo verso il cielo e notò che altri oggetti si muovevano verso di lui a gran velocità, così salto all'indietro, evitando i primi, lanciò un kunai verso un altro che gli arrivava addosso a gran velocità ed evitò l'ultimo semplicemente abbassandosi, rotolando in seguito in direzione del kunai per afferrarlo, per poi rimettersi in ascolto di eventuali rumori. Questa volta però non ci fu bisogno di alcuna concentrazione: Dante infatti optò per un normale attacco frontale e Zack, sperando che non fosse un trucco provocato da un qualunque tipo di jutsu, si avventò contro il nemico e, quando le due armi cozzarono l'una contro l'altra e l'Uchiha capì che non c'era nessun trucco, lo shinobi iniziò a combattere senza alcuna restrizione, dando libero sfogo a tutte le sue energie. Gli attacchi arrivavano violenti da una parte dall'altra; attacchi fisici, con kunai, non vi era quasi nessuna restrizione. Zack tentò un calcio basso diretto alle gambe per far cadere l'avversario, ma Dante saltò, evitando il colpo, e calciò, mentre era a mezz'aria, in faccia all'Uchiha che parò il colpo con un braccio, poi balzando all'indietro. L'avversario scagliò tre shuriken contro lo shinobi che, dopo averli scansati balzando di lato, tirò il kunai che portava in mano verso l'avversario. Questo lo evitò facilmente e optò per scagliarsi a mani nude contro Zack, tentando un pugno nello stomaco. Zack, notata la mossa, parò l'attacco e contrattaccò con una ginocchiata, diretta anch'essa nello stomaco. Date scartò di lato e impugnò il suo kunai, tentando un affondo. L'Uchiha balzò e riuscì a stento ad evitare il colpo, per poi impugnare la propria arma e provare un fendente contro l'avversario. Dante parò il colpo ancora una volta, contrattaccando. I due continuarono a battersi selvaggiamente con le armi in mano, facendo sempre cozzare l'una contro l'altra, ma senza alcun risultato. Nessuno dei due aveva riportato alcun danno e sembrava che fossero alla pari. Tutta la battaglia si concluse però con poche mosse, messe in rapida successione: Zack impugnò un secondo kunai e Dante, notando la mossa, ne impugnò a sua volta un altro. Aumentando il numero delle armi, diminuiva però la presa dei due sulle stesse, essendo entrambi abituati a combattere con una sola. Dopo pochi fendenti infatti, una delle due armi di Dante volò per terra, colpita da un violento fendente di Zack. Questo, sicuro di avere la vittoria in pugno, si dimenticò che lo stile di combattimento con kunai di Dante si basava su un solo kunai e si fece disarmare a sua volta. I due kunai rimasti in gioco cozzarono l'uno contro l'altro un ultima volta, e quando l'Uchiha vide il suo avversario in procinto di menare un altro fendente, con un unico e deciso movimento puntò la sua arma alla gola del nemico. Con quel movimento però si scopri quel tanto che bastava per far agire Dante allo stesso modo; entrami si ritrovarono con un kunai puntato alla gola. La battaglia era finita in parità.

Heh, sembra che l'allievo abbia raggiunto il livello del maestro, no?

Non ti esaltare troppo, non abbiamo usato i jutsu, altrimenti ti avrei distrutto... comunque, prova superata, complimenti. Stasera ti spiegherò cosa faremo domani, e tu potrai farmi tutte le domande che vuoi. Ora vado a farmi un giro. Tu riposati in vista del domani. A stasera.

E con queste parole si incamminò lontano dall'Uchiha, verso la parte più profonda della foresta, lasciandolo solo con la sua soddisfazione personale per il successo ottenuto.
E la sera giunse presto. Nel pomeriggio Zack aveva trovato un ruscello nel quale aveva potuto riposare le parti affaticate e darsi una sciacquata, dopo essersi accorto che puzzava come una capra, per di più morta da qualche giorno, e aveva in questo modo fatto passare in fretta quell'ultimo tratto di giornata che lo separava dalla verità.
Davanti al fuoco e mangiando, Dante iniziò a spiegare all'Uchiha il piano che avrebbero usato l'indomani per riprendersi la propria collana:

Il piano è molto semplice, ma ti chiedo di non interrompermi se hai delle perplessità, me le dirai alla fine. Domattina entreremo nel loro covo. Appena dentro dovremo stordire, o uccidere se necessario, un gruppo di guardie e prendere i loro vestiti. Dobbiamo essere molto cauti: ti scopre uno e arrivano tutti. E noi non possiamo farcela contro tutti. Ne lasceremo ugualmente uno cosciente, ma lo zittiremo con la forza fino a che non troveremo un posto sicuro e ci faremo dire dov'è il loro capo, per poi stordire anche lui. Dopo andremo dalla suddetta persona, lo uccideremo e ci riprenderemo la collana. Dovremo però stare moto attenti a non farci scoprire da lui, perchè è l'unico tra loro che sa usare le arti ninja, e potrebbe rivelarsi il più arduo da sconfiggere, chiaro? Ora puoi fare le tue domande.

Finalmente. Sappi che ne ho parecchie, quindi mettiti comodo. La prima è: come entriamo nel loro covo? Chi sei tu?

Sorridendo, Dante rispose:

Queste sono già due domande, non una. Comunque ti risponderò. Io sono un membro del clan Shinagure, probabilmente l'ultimo rimasto a non commettere crimini. Si, hai capito bene, i banditi sono il mio clan. Una volta non eravamo degli sporchi ladri, ma per un motivo che mi è ignoto lo siamo diventati. Io mi sono ribellato e mi hanno cacciato dal clan, uccidendo i miei familiari. Di loro mi è rimasta solo quella collana. Comunque, solo un vero membro del clan Shinagure può vedere l'entrata della nostra caverna e sapere come entrarci. Soddisfatto della risposta?

Ok, a queste domande mi hai risposto. Eccone un altra: la collana non è solo un simbolo che rappresenta la tua famiglia vero? Quali segreti nasconde?

Hai visto giusto, non è una collana qualunque. Indossata da un membro del clan, fa aumentare in maniera sproporzionata il chakra di chi la indossa. Penso che il loro capo, il tiranno, così si fa chiamare, voglia sfruttare questo potere, ma ignoro se sia l'unica cosa che voglia fare.

Ok, quindi la collana funziona solo in mano ad un membro del clan... E perchè un oggetto così prezioso era in mano alla tua famiglia?

Non lo era. Era custodito in una sala molto grande, probabilmente ora la stanza del tiranno. I miei la rubarono e me la diedero quando capirono cosa volevo fare e cosa sarebbe successo se l'avesse avuta il tiranno.

Ok, ho capito. Bene, grazie per la tua sincerità, ti prometto che farò il possibile per aiutarti domani.

Cosa tutto qui? Cavolo e io che mi aspettavo chissà quante domande... beh meglio così.

Si guardarono e risero entrambi, più per scaricare la tensione che per altro. Libero dai dubbi che lo assalivano, e consapevole che l'indomani avrebbe rischiato la vita, a Zack veniva più facile scherzare e ridere, e così era anche per l'amico. I due passarono l'intera serata con scherzi e risate e, alla fine di questa si addormentarono sotto la luce della luna, consapevoli entrambi di ciò che li aspettava il giorno a venire.

Sesto Giorno

Si alzarono poco prima dell'alba. Era buio, ma nel cielo non si potevano vedere altra cosa che nuvole, nuvole nere cariche di pioggia, nuvole che, osservate superficialmente, potevano essere confuse con il cielo nero della notte. I due non si dissero una parola; si diedero un segno d'assenso l'un l'altro e si avviarono verso il covo dei banditi. Zack, da quando si era alzato, aveva avuto uno strano presentimento, non bello, e non riusciva a levarselo dalla testa. Pensava però che fosse la paura, giustificata dall'evento giornaliero che avrebbe dovuto affrontare. I due uscirono dalla foresta quando le prime luci dell'alba misero in risalto l'ansa nei loro cupi visi: entrambi volevano finirla in fretta, per poter tornare alla vita di sempre. Zack si chiedeva se ogni volta che avrebbe affrontato una missione si sarebbe sentito così; sperava davvero di no. L'Uchiha si mise a rimuginare sul piano di Dante. Entrare, picchiare qualcuno per prendergli gli abiti, uccidere il capo e riprendersi la collana. Cosa poteva andare storto? Tutto poteva andare storto. Un piccolissimo errore e la “missione”, se così si poteva chiamare, sarebbe andata, per usare un termine volgare, a puttane, probabilmente come le loro vite. Dopo quell'ultimo pensiero, alla paura si affiancò la determinazione: non aveva intenzione di morire, era appena diventato un ninja, e non tutti riescono a superare l'esame per farsi shinobi. Avrebbe sfruttato le sue abilità per distruggere i banditi che, a parte il loro capo, non sapevano maneggiare il chakra, e per questo erano molto vulnerabili ai suoi attacchi.
Quando Dante si fermò in un posto dove non vi era apparentemente un bel nulla, Zack capì che erano arrivati a destinazione, e che aperta l'entrata al covo dei banditi non si tornava più indietro. Quando Dante stava ormai per aprire l'entrata per la caverna, facendo il verso tipico di chi ha scordato qualcosa di importante, si girò verso Zack e gli disse:

Ehi, ho dimenticato di dirti una cosa... ehm... una cosa piuttosto importante a dire il vero... Quando entreremo nella caverna il nostro chakra verrà sigillato, e di conseguenza ovviamente non potremo usarlo. Il sigillo vi è dappertutto nella caverna al di fuori che nella stanza del tiranno, quindi non dovrebbero esserci troppi problemi visto il nostro piano.

Tutto quello che aveva pensato fino ad ora, tutti i pensieri carichi di speranza per le abilità che lui aveva e gli altri no, per le possibilità di vittoria contro tutti quei banditi erano andati dalle donne dalla discutibile virtù con una semplice frase di Dante, che l'Uchiha si ritrovava a fissare impassibile, come se quello che avesse detto fosse una cosa ovvia. Poi Zack ascoltò il proseguimento del discorso dell'amico:

In più, quando arriveremo dal tiranno e riprenderemo la mia collana, ricordati che dovremo uscire senza essere visti dagli altri banditi. Sono troppi, e non possiamo affrontarli tutti sperando di rimanere vivi o liberi. E come facciamo a uscire senza farci vedere, ti chiederai? Semplice: nella stanza del capo dei banditi vi è un passaggio segreto, visibile ovviamente solo da noi Shinagure, che ci porterà all'esterno del loro rifugio, al sicuro. Un ultima cosa: appena entreremo, ci troveremo di fronte a un lunghissimo corridoio, pieno di entrate che portano ad altri posti della caverna, come i dormitori dei banditi. Vi sono però sulla destra e sulla sinistra, delle larghe colonne che nasconderanno ognuna almeno uno di noi. Iniziamo con l'osservare la situazione. Quando ti farò cenno attaccheremo i banditi più vicini.

L'Uchiha, dopo aver ascoltato e aver constatato che era un buon piano, annuì e gli fece segnò di aprire la porta. Lo Shinagure, dopo aver composto i sigilli necessari, poggiò il palmo della mano sulla parete invisibile, e fece segno a Zack di entrare, addentrandosi a sua volta. L'Uchiha si avvicinò, incerto, a quella che secondo Dante doveva essere l'entrata per il rifugio nemico e, passando la mano sulla parete, notò che essa scompariva man mano che la infilava più a fondo. Si fece forza ed entrò, ritrovandosi nella stanza che aveva descritto l'amico: era immensa in quanto a lunghezza, non si vedeva la fine. In larghezza invece, era normale ad una comune stanza di una casa. Molte porte si susseguivano l'una dopo l'altra e Zack, sapendo che entrando in quelle si sarebbe ritrovato in un posto simile ad un labirinto, ebbe la tentazione di andare a dare una sbirciata dentro, ma si trattenne. Ai lati vi erano le due colonne descritte da Dante. Alte e molto larghe, fatte con uno stile che somigliava vagamente a quello dorico, che potevano benissimo nascondere anche individui di corporatura tendente al grassoccio.
Dei passi lo riportarono alla realtà. Notò che Dante si era nascosto dietro la colonna di sinistra, e lui si affrettò a mettersi davanti a quella di destra. I passi si avvicinavano sempre di più, fino a quando non sbucò fuori un bandito che, con passo lento, si avviò verso una porta, la aprì, e vi sparì dentro.
I due rimasero in attesa per qualche decina di minuti, nei quali videro passare molti banditi, da quello con l'aria più bonacciona, a quello più truce, da quello più fisicamente scarso, al più pompato e, dopo venti minuti di osservazione, decisero con un cenno di accordo che era il momento di agire. Arrivarono altri briganti, erano in tre. Questi però, apparentemente soli, si stavano dirigendo verso la porta, cosa sconveniente per i due shinobi, che avrebbero potuto essere scoperti.
Zack agì d'istinto: tiro tre kunai, uno dietro l'altro in rapida sequenza, dritti sul collo dei nemici, uccidendoli tutti e tre, facendoli accasciare al suolo, senza alcun lamento. Dante sospirò e uscì dal nascondiglio, per poi prendere i tre banditi e riportarceli, gettando un occhiata torva su Zack e bisbigliandogli:

Perché hai agito così? E se avessi sbagliato mira? Se avessero chiamato rinforzi? Inoltre, uno serve vivo, ricordati che dobbiamo riuscire a capire dov'è il loro capo! La prossima volta agisci con più attenzione!

”Se”, “se”, “se.” Non è successo. Li ho uccisi, e per quello da interrogare... aspetteremo fino a che non ne arriverà uno da solo, per poi catturarlo.

Dante sospirò rassegnato, si cambiò mettendosi gli abiti del bandito e si rimise al suo posto, nascondendo anche il bandito. Zack fece la stessa cosa, ma lui dovette nascondere due dei tre nemici che aveva ucciso, perchè ritenuto responsabile da Dante. Dopo molto tempo, nascosti e dopo essere riusciti faticosamente a nascondere i corpi dei cadaveri, arrivò l'opportunità tanto sperata. Un bandito, ignaro di che cosa andava incontro, si avvicinò al nascondiglio di Zack e, intravista sfocatamente la faccia dell'Uchiha, che questo si era dimenticato di coprire, cercò di dare l'allarme. Zack però lo anticipò, prendendolo per la gola e sbattè la testa di quest'ultimo contro la colonna con veemenza per lasciarlo senza sensi. Quando questo si risvegliò, aveva una mano di Dante sulla bocca, stretta talmente forte che non gli permetteva di parlare. Dante, controllando lo sguardo e allentando la presa sulla bocca, iniziò a parlare, con tono amichevole:

Aah, meno male, ti sei svegliato. Un intruso ti aveva fatto perdere i sensi tendendoti un imboscata, ma per fortuna sono intervenuto e l'ho ucciso... tutto bene?

Si, grazie a te amico. Quella feccia indossava la nostra stessa divisa, ma non si era coperto la faccia, e io conosco ogni membro del nostro clan. A proposito tu hai la faccia coperta e non posso riconoscerti, chi sei?

Ruben.

Dante fortunatamente ricordava molto bene i nomi di alcune persone del suo clan, e Ruben era uno di loro. Lo Shinagure conosceva anche la stupidità di molti membri del suo clan e, riconoscendo la faccia della persona con cui parlava, capì come agire.

Senti, oggi ho uno strano vuoto di memoria... il nostro capo è alla fine di quel corridoio, giusto?

Si, sta proprio lì. Riprenditi mi raccomando. Ora vado, grazie ancora per aver ucciso quella feccia che era entrata qui.

Con queste parole, il bandito si alzò e fece per andarsene, ma un violento di kunai mirato al collo del malcapitato lo fece cadere a terra. Prima del tonfo, che tutti gli altri banditi avrebbero sentito, una mano sanguinolenta, quella che aveva appena compiuto l'omicidio, fermò il corpo del bandito, poggiandolo delicatamente per terra.

A quanto pare la feccia ti ha ucciso.

Poi rivolgendosi a Dante chiese:

Ehi Dante, se tu sei Ruben, io come mi chiamo se me lo chiedono?

Tu sarai Owen.

Owen? Non c'è un individuo con un nome più bello?

Oh si, c'è. Ma oggi una punizione la meriti. Prima ne uccidi tre rischiando di farci scoprire, poi ci fai scoprire. Meno male che lo hai fatto svenire, e meno male che so recitare... su, andiamo, alla fine di questo corridoio c'è il tiranno. Tienti pronto.

I due si incamminarono verso la fine di quella enorme caverna. Ogni tanto facevano un cenno di saluto agli altri banditi, altre volte si incamminavano più velocemente per non farsi scoprire dalle persone che conoscevano meglio Dante. Ogni passo che facevano, la meta finale si avvicinava. Zack aveva ancora quel senso di paura dentro di se, quel presentimento che lo torturava da quando erano entrati. Era strano: la paura, quando arrivava il momento di agire, scompariva, tramutandosi in forza, in energia da spendere per risolvere il problema. Questa volta era diverso: persisteva, aumentando ogni passo, ogni metro che si avvicinava alla meta. Erano ormai vicini al tiranno, e quando l'Uchiha decise di ignorare i suoi presagi, capì cosa glieli aveva fatti avere: vi era un enorme scalinata che portava fino ad un punto imprecisato, alla fine della quale, presumibilmente vi era il famoso tiranno. Zack si chiese cosa ci facesse una scalinata in quella che sembrava una caverna arredata meglio, ma i suoi pensieri furono cancellati quando vide due guardie che si avvicinavano verso di loro. Il ninja sapeva che nessuno lo riconosceva, ma c'era qualcosa che gli diceva di stare attento, qualcosa che lo richiamava ad ascoltare la sua paura, ma Zack ignorò di nuovo le
sensazioni, e si lasciò avvicinare assieme a Dante dalle due guardie. Le due, dopo un controllo chiesero il motivo dell'arrivo dei due , e una volta risposto che volevano vedere il tiranno, le due guardie chiesero la parola d'ordine. Zack si raggelò. Guardò Dante e vide che anche il suo volto era diventato più pallido e, mentre cercava di balbettare una scusa accettabile, una delle due guardie disse con un sorriso:

Non ve la ricordate? Dimenticate in fretta i dolori voi due, eh? Non vi preoccupate, guardate sul vostro braccio, è lì che il tiranno l'ha fatta incidere.

Zack non sapeva cosa fare. Ora capiva il presentimento che aveva tenuto nascosto nel suo corpo per tutto quel tempo. Eppure sapeva che non era finita, che il peggio doveva ancora venire. La guardia infatti, notato il comportamento dei due suoi “compagni”, prese il braccio di Dante e alzò bruscamente la manica, vedendo che non vi era però alcun incisione. Disse una parola, una sola, e un numero che a Zack parve infinito di guardie uscirono da tutte le parti, scagliandosi sui due ninja. Questi, tirando fuori il kunai, tentarono di combattere; entrambi ne uccisero molte di queste con fendenti e affondi, usando tutta la forza che avevano, ma ad ogni guardia che moriva ne uscivano altre cinque. I due combatterono con tutte le loro forze, anche quella della disperazione finchè, sfiniti e pieni di ferite, caddero a terra, svenuti, incapaci di pensare al loro destino.

Settimo Giorno

Zack si svegliò di soprassalto. Era un po' confuso, e non capiva bene dove si trovava, ne cosa stava facendo. Si accorse che stava dormendo su una superficie gelida che gli distruggeva la schiena e, infastidito, cercò di alzarsi. Si accorse però di essere legato, e cadde di nuovo su quella superficie così dura e scomoda che lo aveva accompagnato per molte ore. L'Uchiha, dopo qualche minuto di sonnolenza, ricordò quello che era successo. Ricordò le due guardie, il fatto che non avessero il marchio e la lotta contro tutti i banditi. Ricordò di averne uccisi moltissimi, un numero imprecisato, ma ricordava che, quando erano stati catturati, rimaneva un gran numero di banditi, cosa che rendeva le loro uccisioni piuttosto inutili dato che avevano tolto la vita a quello che sembrava essere un terzo dell'intera banda. “Avevano tolto”. Zack si ricordò improvvisamente di Dante e si chiese quale fosse stata la sorte toccata all'amico. Si guardò intorno per vedere se era nella sua stessa cella, ma vide solo pareti, delle sbarre che li separavano dall'uscita, e un corridoio molto lungo, del quale non si vedeva la fine. Zack si chiese se Dante non fosse alla fine del corridoio. Gli venne poi in mente che l'amico potrebbe essere stato torturato non appena il suo clan lo avesse riconosciuto, e cercò di mettersi in piedi, riuscendoci. Una volta in posizione eretta, però, capì che non poteva fare nulla per lo Shinagure, perchè legato com'era, avrebbe impiegato troppo tempo ad attraversare il corridoio, tempo che poteva rivelarsi fatale per l'amico. Volle comunque provarci. Se vi era anche una sola possibilità di salvarlo, per quanto minima, lui ci avrebbe provato. Non sapeva come avrebbe fatto a fermare i banditi una volta trovatolo, ma sapeva che ce l'avrebbe messa tutta, a costo di prenderli a morsi e a testate. Pochi minuti dopo che ebbe mosso i primi passi verso il corridoio sentì una voce familiare, e tirò un sospiro di sollievo:

Vedo che finalmente ti sei svegliato. Ero andato a visitare la nostra cella.

Zack si rilassò. Fortunatamente l'amico era salvo. Lo guardò e vide che in lui mancava un particolare, una cosa molto strana dato che l'Uchiha le aveva addosso. Gli mancavano le corde a legarlo. Il ninja non capì come le guardie possano aver commesso un errore così stupido. Poi si rese conto che il suo era un ragionamento idiota: sicuramente Dante si era liberato dalle corde in qualche modo, ma quale? Zack cercò le sue armi, ma notò di non averle con se; probabilmente i banditi le avevano prese ad entrambi. Allora Zack, incuriosito dalla risposta dello Shinagure, gli domandò:

Come ti sei liberato dalle corde? Ci hanno rubato le armi e i nodi sono ben stretti, eppure tu sei libero.

Dante sorrise e, senza rispondergli si sedette, per poi tastare le proprie scarpe, tirando fuori da esse due spiedi, uno per scarpa, che aveva probabilmente nascosto in precedenza, prevedendo un contrattempo di questo genere. Glieli mostrò e sorrise facendo un espressione alla “sono-il-migliore”. Successivamente si alzò, si avvicinò all'Uchiha e tagliò anche le sue corde. Finalmente Zack era libero, e sfrutto il momento di silenzio, nel quale Dante mise a posto uno dei suoi spiedi nella scarpa, per scricchiolarsi le ossa e per sgranchirsi un po, per poi ascoltare le parole di Dante:

Come spero tu abbia capito ci hanno catturati. Ieri erano troppi e purtroppo non sapevamo di questa storia del marchio. Probabilmente l'avranno aggiunta dopo che me ne fui andato. So però per certo che a breve le guardie arriveranno a controllarci e che se ci troveranno slegati non saranno troppo contenti. Nel caso in cui ci trovassero ancora legati con le corde, ci uccideranno di certo, quindi ho preferito la prima alternativa. Dobbiamo uscire dalla prigione, uccidere le guardie che verranno a controllarci e riprendere i loro vestiti. Qualche domanda?

Si alcune. La prima, anche se mi pare ovvia, te la chiedo ugualmente: come usciamo da questa cella? Sai ci sono le sbarre e servirebbe una chiave per uscire, e a meno che tu non abbia un altra chiave...

Mentre ironizzava sul piano del compagno, gli occhi di Zack scivolarono sulla mano di Dante notando che stringeva ancora uno spiedo, e sembrava volerlo utilizzare. Un'idea balenò nella mente di Zack, e fece sembrare la sua domanda molto stupida. Dante poteva usare lo spiedo per aprire la porta. Ma sarebbe stato capace? Sicuramente aveva almeno intenzione di provarci.

...aspetta un attimo. Non avrai intenzione di usare quello spiedo?

Perspicace. Si da il caso che quando vivevo con la mia famiglia e non avevo abbandonato il clan, abbia imparato ad aprire le porte chiuse con gli spiedi, motivo per il quale non me ne separo mai. Qual'è l'altra domanda?

A cosa serve utilizzare un altra volta lo stesso piano di prima? Per arrivare al tiranno dovremo passare per le due guardie che prima, se non ricordi, ci hanno scagliato addosso tutti quei banditi.

Si, su questo ti do ragione. Ma almeno potremo uscire da questa cella vivi e vegeti, no? Penserò a qualcosa quando sarà il momento.

Zack non trovò nulla da ridire: era vero che non avevano un piano per arrivare dal tiranno senza passare dalle due guardie, ma era pur vero che se non avessero fatto nulla sarebbero rimasti uccisi dai tirapiedi di questo, ragion per cui il piano di Dante era l'unico, per il momento, che avevano. L'Uchiha guardò lo Shinagure avvicinarsi alla serratura della porta, infilando dentro lo spiedo e cercò di avvicinarsi per vedere come avrebbe fatto l'amico ad aprire la porta, rimanendo però spiazzato dalla velocità dell'amico, che aprì la porta prima ancora che Zack si potesse avvicinare. L'Uchiha pensò che probabilmente il ragazzo doveva essersi esercitato parecchio da piccolo per raggiungere questa velocità, e si avvicinò a Dante per chiedergli che tipo di allenamenti avesse fatto. A bloccarlo però fu un rumore di passi, proveniente dalla porta in cima alla scalinata per arrivare nelle prigioni. Zack si guardò velocemente intorno, vedendo che loro due si trovavano nella prima cella a sinistra dell'entrata e, osservando velocemente le altre celle, che dovevano essere le uniche persone imprigionate. Non era difficile capire che fine avessero fatto le altre.
Dante gli passò uno spiedo e Zack capì il piano dell'amico: dovevano lanciare simultaneamente gli spiedi per colpire le guardie, senza lasciargli il tempo di fare nulla. L'Uchiha si chiese cosa sarebbe successo se ne fossero arrivate più di due, ma ignorò la domanda e si concentrò sull'obiettivo. Ad entrare nella stanza furono due soli uomini; probabilmente i banditi pensavano che avere a che fare con due shinobi senza chakra e perdi più legati non fosse un compito per il quale era necessario usare tanti banditi. Zack si sentì comunque sminuito a vedere due soli di essi, e, insieme a Dante, li uccisero subito, con due colpi mirati alla gola.
Uscirono poi entrambi, indossando nuovamente gli abiti dei cadaveri, che furono lasciati lì, inerti, dopo aver ricevuto una morte veloce e inaspettata. Zack e Dante si avviarono verso le due guardie che avrebbero dovuto superare per arrivare dal tiranno e porre fine alla faccenda ma, quando giunsero sul posto, non trovarono nessuno ad attenderli, solo una scalinata molto grande. I due salirono lentamente una ad una le scale, facendo salire la tensione ad ognuna di esse.
Zack non poteva fare a meno di pensare alla stranezza che gli era capitata: come era possibile che non ci fossero state le guardie? La sorveglianza del tiranno sarebbe dovuta essere più efficiente ora che si erano scoperti degli intrusi, non doveva peggiorare! In più vi era anche un altra stranezza: solo due guardie erano andate a controllarli... due guardie... e loro erano in due... due abiti da indossare per nascondersi... tutto troppo perfetto per essere casuale.
L'Uchiha si apprestò a parlare dei suoi sospetti con lo Shinagure ma si accorse tardi che questo era andato avanti, aveva raggiunto la porta per accedere alla stanza del tiranno, e non si apprestava a fermarsi. Zack corse più velocemente che poteva urlando a Dante di fermarsi di non varcare la porta, ma fu tutto inutile. Lo Shinagure aprì la porta, comandato dalla furia e dall'odio, compiendo un errore fatale: centinaia di shuriken gli arrivarono addosso da tutte le direzioni e prima che lui potesse rendersi conto di quello che stava accadendo e prima di poter impastare il chakra appena tornato per contrattaccare, fu colpito dalla trappola del tiranno. Zack si fermò, incapace di compiere un altro passo. Non era vero, non ci poteva credere. Non poteva essere morto, non così scioccamente. Dante era un ninja, non poteva essersi fatto mettere nel sacco così scioccamente. Non poteva essere vero.
L'Uchiha fu preso da un raptus omicida nei confronti del tiranno, ma si trattenne a forza dall'entrare nella sala per morire anche lui. Non sapeva se vi erano altri shuriken o no come trappola, perciò doveva agire con cautela se voleva vendicare l'amico. Farsi controllare dalla furia avrebbe portato solo allo stesso risultato. L'unica cosa che ti può controllare è la ragione. Zack lo aveva letto da qualche parte, ma non ricordava dove, e in quel momento, nemmeno gli importava. Voleva la sua vendetta e l'avrebbe avuta. Avrebbe vendicato Dante uccidendo quel bastardo per lui. Il ragazzo si acquatto dietro la porta e guardò dentro. Vi era solo un uomo, circondato da oggetti sfarzosi rivestiti in oro. L'uomo aveva due grossi baffoni che gli coprivano la faccia ed era ricoperto di muscoli. Guardò sul tavolo nella stanza del tiranno e scorse alcuni oggetti ninja: probabilmente erano quelli che gli erano stati tolti in precedenza quando era stato catturato. Bene, un problema almeno era stato risolto.
Zack doveva verificare che non ci fossero altre trappole. Probabilmente lanciando uno spiedo contro il tiranno le trappole dovrebbero scattare, nel caso ce ne fossero state alcune. In caso contrario, beh sperava con tutto il cuore che non ci fosse un caso contrario. Il lancio dello spiedo del ragazzo fu però interrotto da una voce possente che Zack capì essere quella del tiranno:

Vieni fuori, so che sei la dietro! Sta tranquillo non ci sono più trappole; mi sarei aspettato che tutti e due sareste cascati nella mia trappola... a quanto pare solo il tuo amico era un perfetto idiota.

Dopo quelle parole Zack esplose. Come osava chiamarlo idiota? Adesso l'avrebbe pagata quel bastardo! Usci quindi allo scoperto ed entrò nella sala, dove ovviamente scattarono invece delle trappole, anche se molto meno efficienti di quella di prima. L'Uchiha non si lasciò trovare impreparato: lanciò uno spiedo contro uno dei tanti shuriken e balzò di lato, scartandone altri. Vide tra il mucchio di attrezzi lanciati contro di lui un kunai; lanciò quindi il suo shuriken contro di esso e, rotolando in sua direzione lo afferrò e parò i rimanenti attrezzi ninja lanciatigli contro, ferendosi però ad una spalla. Il tiranno sembrava sorpreso e stava per pronunciare delle parole, ma Zack non gli lasciò il tempo di farlo. Impastò il chakra sui suoi piedi, sparì e riapparì sotto l'avversario che balzò all'indietro iniziando a comporre dei seal. Non si era accorto però che Zack non aveva alzato la gamba per effettuare l'alzata della foglia; era invece saltato in alto utilizzando il tifone della foglia spazzando via l'avversario. Mentre l'avversario era in volo, infine, L'Uchiha effettuò la palla di fuoco suprema, che centrò in pieno l'obbiettivo, che cadde a terra dolorante e ustionato. Zack gli si avvicinò lentamente impugnando un kunai, guardandolo con disgusto e pronunciando queste parole.

Dante non è un idiota, mettitelo bene in testa. Ricordalo bene, sei stato sconfitto proprio da lui.

Detto questo, piantò il kunai nella gola dell'avversario, che smise per sempre di respirare.
Si avvicinò poi a Dante e lo guardò dall'alto, guardo il suo corpo senza vita con gli occhi offuscati dalle lacrime. Aveva voglia di urlare, di spaccare tutto, di distruggere quel posto con tutte le forze che gli erano rimaste, ma non lo fece. Sapeva che doveva andarsene da lì alla svelta, altrimenti le guardie avrebbero ucciso anche lui. Aveva poco chakra ormai e non sicuramente sufficiente per uccidere tutti i banditi superstiti. Avrebbe preso il corpo dell'amico e la famosa collana e avrebbe dato una degna sepoltura ad entrambi. Il problema era: dove si trovava la collana? Zack iniziò a guardarsi intorno disperatamente, in cerca dell'oggetto per il quale erano venuti fin qui, fino a che non sentì la flebile voce di Dante sussurrargli:

*Cough, Cough*. Z-z-zack la c-collana, ce l'ha il Tiranno al c-collo. Ti prego, *cough* prendila t-tu. *Cough, Cough* N-non avrà effetto s-su di te m-ma voglio c-che sia tu a p-portare *cough * avanti l'onore d-del mio clan. *Cough, cough *
Guarda alla tua destra *cough, cough*, c'è l'uscita segreta di cui *cough * ti avevo parlato. Esci da lì, e ti prego *cough * seppellisci il mio corpo, non lasciarlo qui. *cough, cough*


Zack non riusciva a parlare. Voleva dire all'amico che sarebbe andato tutto bene, che non sarebbe morto, che avrebbe continuato a vivere, che avrebbe riavuto la sua collana indietro. Ma sapeva benissimo che non sarebbe stato così. Gli shuriken lo avevano colpito in vari punti vitali, e alcuni kunai erano entrati parecchio in profondità nel corpo dello Shinagure.
L'Uchiha non pensò neanche per un secondo di non obbedire a quello che Dante gli aveva detto di fare, erano le sue ultime parole e con queste vi era il suo ultimo desiderio. Il ragazzo rispose quindi all'amico, senza riuscire a trattenere le lacrime e i singhiozzi.

Certo, Dante. Esaudirò questo tuo ultimo desiderio. Porterò avanti il nome del tuo clan e lo farò temere da tutti. Gli Uchiha e gli Shinagure saranno temuti e rispettati da tutti, vedrai.

Grazie Zack. Sei un buon amico...

E queste furono le ultime parole di Dante Shinagure.
Zack, ancora il volto pieno di lacrime, si alzò e si diresse frettolosamente verso il corpo del tiranno. Controllò il suo collo, ancora pieno del suo sangue fresco, e vi trovò la famosa collana. Era azzurra e limpida, strana cosa dopo essere stata a contatto con tutto quel sangue, a forma di un piccolo parallelepipedo parallelepipedo. L'Uchiha la trovava bellissima. Fu interrotto però dal rumore di passi veloci provenienti dall'esterno; i soldati avevano capito che c'era qualcosa che non andava. Lo shinobi si mise la collana in tasca e recuperò velocemente i suoi oggetti ninja, si caricò Dante sulle spalle e fece per entrare nel passaggio segreto. Riusci a trovarlo piuttosto facilmente, peccato che i soldati entrarono in sala quando lui stava per uscirne. Zack, dopo una veloce imprecazione, compose i seal per la palla di fuoco suprema e la lancio davanti a lui, con lo scopo di creare fumo e, se avesse avuto fortuna, di colpire qualcuno. Subito dopo creò un bushin e lo lasciò lì, cosicchè i soldati lo attaccassero invano mentre lui se la filava. Entrò nel passaggio segreto e si mise a correre. Era una caverna fatta a mò di tunnel con il soffitto di pietra molto pericolante, e questo fece venire all'Uchiha un idea. Consumando tutto il chakra che gli rimaneva compose i seal per l'hosenka no jutsu e colpì varie parti di soffitto davanti a lui, facendole crollare, per poi correre all'impazzata fuori dal tunnel. Dopo pochi secondi vide l'uscita e ci si fiondò dentro sentendo di nuovo la calda luce del sole sopra il suo corpo, accompagnato dal venticello che gli era tanto familiare. Già, ma perchè gli era tanto familiare? Si guardò intorno e riconobbe il posto. Era molto vicino a Konoha, era l'entrata, per così dire, della foresta nella quale si era allenato. Ma per quale motivo il portale conduceva in quel luogo? Zack comprese che non era il momento adatto per pensarci e si diresse dentro la foresta per scavare una tomba per Dante. Lavorò instancabilmente per due ore, per creare una tomba perfetta all'amico, e si fece sera. Dopodiché mise il corpo dello Shinagure dentro alla tomba, la ricoprì, ci mise sopra dei fiori e, dopo un ultima occhiata, se ne andò, lasciando sopra scritto:
“Qui giace Dante Shinagure, il più valoroso degli Shinobi.”
 
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Vaalin
view post Posted on 1/7/2011, 15:40




Parto segnalandoti alcuni errori nello specifico e altri in linea di massima.



CITAZIONE
Pensò che, avendo perso un pezzo della mattinata, oggi si sarebbe occupato dell'allenamento fisico, mentre nei giorni a venire sarebbe diventato l'allenamento mattutino.

A grandi linee, se narri al passato, non ha senso dire "oggi", andrebbe cambiato in "quel giorno".



HTML
Oh certo. Aiuterò volentieri un tizio che non ho mai visto in vita mia e che parla come una bambinetta viziata dando ordini a destra e a manca, non vedo perchè dovrei rifiutare...[/blue]

Il ragazzo, che sembrava divertito dalla risposta di Zack, non si scompose e gli disse, con aria di sfida:
[color=red]Molto bene, allora. Facciamo così: battiamoci: il primo che si arrende o che è messo in una posizione da cui non si può più muovere vincerà. Se vinco io, tu mi aiuterai, se vinci tu, me ne andrò e ti lascerò in pace, ok?

Attento ai codici, dai un'occhiata al complesso prima di inviare i post; come questo sia infine apparso lo puoi notare scorrendo il tuo allenamento sino al punto in questione.

Per il resto, in generale, attento ad apostrofi e accenti, ti consiglio di rileggere prima di inviare.
Nello specifico, inoltre, "sé" e non "se" quando tu non stia intendendo la congiunzione ipotetica, e "né", non "ne" quando tu intenda la congiunzione.

Entrando nel merito del contenuto e non della forma in cui sia esposto, posso dirmi soddisfatto, benché non stupito.
Un lavoro nella media, insomma.
Non compi chissà qual mirabolante atto scrittorio, scrivi quanto debba essere scritto, solo il necessario all'economia del testo, eccedendo casomai nella direzione meno interessante, ossia quella di ricordare in cosa consista esattamente ogni volta l'allenamento fisico mattutino del personaggio.

Qualche idea carina, storia originale, ma non troppo, tuttavia carente di mordente/motivazione.
È difficile affezionarsi o risultare accattivati dal mentore del tuo personaggio, il quale sin dall'inizio uno non ha problemi a figurarselo morto alla fine della storia; pertanto la scena della sua dipartita perde di forza, per il semplice fatto che al lettore di lui non può interessare granché.

Manca un po' di psicologia, nel senso che le azioni sono tutte dettate da logiche molto semplici e lineari, in cui le uniche emozioni che traspaiono sono rabbia, odio, orgoglio, tutte abbastanza basilari.
In più non è chiaro come chi ti abbia istruito passi improvvisamente, dal giorno alla notte, da maestro a spalla del personaggio, da leader a scherano, quasi, incapace di impugnare gli eventi; diventa d'un tratto una sorta di roccia che li accetti passivamente.
Allo stesso modo è abbastanza poco realistico che tu decida di aiutare un perfetto sconosciuto, in una foresta, che per giunta impugna un'arma insanguinata, solo sulla base di una specie di scommessa, che, penso, nessuno in vita propria farebbe mai, dacché hai, fra le altre cose, solo da perderci.

I nemici non hanno un grande spessore e anche in essi non si nota una gran logica: se li hanno catturati e li vogliono uccidere, perché non farlo subito invece di preparare una implausibile trappola?
In più, com'è che il gruppo di banditi che trasporta la collana nella foresta è ancora da quelle parti se invece la tua nuova conoscenza ci si era scontrato giorni prima? Capisco che il campeggio possa piacere e anche che qualche picnnic non stoni, ma mi sembra una forzatura cronologica.

Altra cosa, l'impianto della storia si basa su cose che il regolamento non prende propriamente in considerazione, come la collana moltiplicatrice di chakra, che difatti affermi possa funzionare solo sul clan dei banditi, giustificando poi il fatto tu possa portarla, però in linea di massima inviterei a evitare di discostarsi troppo dal regolamento, inventandosi per i png oggetti o poteri che non possono esistere.
Su questo comunque sono flessibile e difatti non ti penalizzo in alcun modo.
Discorso identico per l'entrata magica segreta e invisibile, che voglio ben sperare faccia anche il caffè.

Sempre su questa falsariga, se si posseggono kunai non si possono avere spiedi, quindi non è molto giustificato regolamentisticamente che il tuo amico possa aver avute entrambe le armi; tuttavia, come detto, è una cosa su cui sono ben disposto a passar sopra, ma è sempre bene farla notare.
Carina in effetti l'idea che li avesse.

Dal punto di vista della scrittura, non descrivi molto, ci si trova sovente piuttosto dinanzi una sequela di azioni con specificazioni abbastanza pesanti, quali sulle tempistiche, ossia quanto duri un allenamento oppure quello successivo et cetera. Abbastanza noioso, da questo punto di vista, non è interessante per il lettore il numero di flessioni fatte o di minuti spesi, si può rimanere anche più sul vago, l'importante è coinvolgere, cosa che difficilmente fanno le liste della spesa.
Dovresti, secondo me, esercitarti maggiormente nella descrizione degli ambienti, poiché di essi se ne sa nel corso dello scritto giusto lo stretto indispensabile e a volte neanche quello; il tutto risulta in una certa fumosità, che può anche essere uno stile, ma solo se se ne abbia cognizione di causa, e non reputo sia questo il caso.

Nonostante non abbia tessute chissà quali lodi del tuo operato, non credere però che sia scadente, anzi, è un buon livello per partire, forse sopra la media per certi aspetti.
Hai delle solide fondamenta in quanto a lingua italiana (salvo il fatto che forse ignori che si ponga l'apostrofo all'articolo indeterminativo quando sia seguito da opportuni sostantivi femminili, ad esempio "un'ultima"), questo non può che essere un bene, ma ti consiglio di esercitarti nell'esprimere pensieri e concetti più complessi degli eterni io-sono-più-forte-di-te [cit] e vendetta, dando maggior rilievo psicologico ai personaggi che muovi, non dico tutti, ma almeno a quelli principali sì.
In più potresti migliorare il layout staccando maggiormente le frasi e non componendo unici tetragoni blocchi di testo.

Ti assegno pertanto una media numerica pari a sette decimi e l'Energia Verde.

Ti vengono accreditati pertanto anche punti esperienza in ammontare di ventotto e ryo in numero di centododici,
al momento della prossima modifica della scheda.


 
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1 replies since 29/6/2011, 17:34   27 views
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