Se siete degli amanti della storia del Giappone non potrete non sapere chi sia Oda Nobunaga, il principale antagonista della serie Samurai Warriors, che arriva con la sua terza interazione anche su Wii (dopo essere stata su Xbox e PS2). Accanto a Nobunaga si schierano uno via l’altro i più grandi e conosciuti samurai della storia nipponica, nel tentativo di riportare l’ordine nel Giappone feudale sconquassato da lotte intestine per la supremazia. Per il suo terzo capitolo torniamo alle origini, con tante delle meccaniche di gioco nate in Dinasty Warriors (la serie principale, ambientata però in Cina, dalla quale Samurai Warriors discende in qualità di spin-off) riprese di peso, e un’ambientazione davvero ben riproposta. Basterà tutto questo per attirare, oltre agli immancabili fans, anche i nuovi giocatori dell’ultim’ora?
Dal punto di vista tecnico il lavoro di Koei fa il suo sporco lavoro, proponendo sui nostri schermi un Giappone credibile, ben definito nelle diverse locations e denso di dettagli anche nella rappresentazione dei personaggi (quasi 40 in questo capitolo), ottimamente definiti e animati. Le sequenze di gioco denotano in ogni frangente grande cura, con una sensazione di polish che emerge chiaramente in ogni fase di gioco. Non si fatica a vedere come mai Nintendo abbia deciso di distribuire il titolo: c’è senza ombra di dubbio tantissima qualità in ogni fase di produzione di Samurai Warriors 3. Anche il sonoro propone sottofondi e accompagnamenti pienamente credibili, con lo script dei personaggi che contribuisce a caratterizzare ogni momento di gioco. Peccato per i dettagli non altrettanto validi quando a entrare in ballo sono le cutscenes, nelle quali la legnosità di volti e personaggi la fa da padrone…
Se le premesse ludiche sembrano essere più che discrete, è però alla prova dei fatti che Samurai Warriors 3 dimostra la sua pochezza. Il vero problema del titolo è riassumibile in una sola parola: ripetitività. La serie è rimasta fedele alla sua impostazione a cavallo fra beat ‘em up e hack and slash, ma nel suo approdo su Wii i controlli hanno contribuito alla sentenza che condanna il titolo al giudizio poco lusinghiero. Nella lotta contro gli avversari che vi si scaglieranno addosso avrete diverse mosse da utilizzare, ma vuoi per la mancanza di una vera intelligenza artificiale, vuoi per lo sbilanciamento del titolo verso una facilità davvero eccessiva, il dato di fatto è che vi ritroverete fra le mani un button-masher che metterà a dura prova la resistenza del vostro tasto “A”. Gli altri attacchi (lasciato al tasto giù del D-pad e al tasto B, oltre al tasto – per chiamare lo spirito del guerriero di turno) lasciano tutti il tempo che trovano, visto che le lotte si riducono praticamente subito a frenetiche scorribande senza una vera profondità. Ed è davvero un peccato, perché quella che rimane addosso è la sensazione di un prodotto eccellente per realizzazione, ma privo di mordente e soprattutto di idee di fondo per quanto concerne il gameplay. Beninteso: gli amanti dei capitoli precedenti e degli hack and slash vecchia scuola troveranno Samurai Warriors 3 interessantissimo anche da questo punto di vista, anche se forse solo un po’ ripetitivo.
Forte di queste caratteristiche, Samurai Warriors 3 si termina – per i più assidui e costanti – in circa 20 ore, che per quanto riguarda la nostra esperienza sono tutte state scandite da un grado di divertimento davvero altalenante. E’ la sfida vera che manca: nell’evidente tentativo, confermato dalle dichiarazioni di qualche tempo addietro, di aprire l’esperienza di gioco anche a chi non ha mai preso confidenza con la saga, pare che il risultato ottenuto da Koei sia alla fine dei conti un titolo molto bello da vedere ma molto meno da giocare.
Concludendo:E’ forte in Samurai Warriors 3 il sapore dell’occasione mancata. Dietro a una realizzazione tecnica più che soddisfacente latita un gameplay privo di vero mordente, con ripetitività e pochezza di sfida vera. Solo un amante oltranzista del Sol Levante e della sua storia potrebbe trovare la proposta ludica del titolo Koei adatta – e commisurata – alle esigenze di un videogiocatore. Sarebbe bastata solo qualche idea per rendere più vario, meglio bilanciato e decisamente più divertente questo ammasso di samurai in lotta fra loro… ed è un peccato, perché l’orizzonte sterminato di molte situazioni e mappe avrebbe reso il titolo Koei degno di nota.
