Mia fanfiction U.U, Copyright by MTK The Dark Angel!!!

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~ Dark.Angel.Maryam
view post Posted on 7/7/2011, 13:17




A quanto pare vedo che a nessuno piace scrivere... Male, molto male ò_ò.
E' un po' corta, però spero che piacerà...
Enjoy it!






Realtà difficile

Quella mattina mi alzai presto, verso le sei. Normalmente mi svegliavo tre quarti d’ora più tardi, ma da quando lui era lì mi levavo dal letto prima per potergli parlare di tante cose. Andai nel piccolo bagno collegato alla mia camera, feci una veloce doccia, mi asciugai i capelli, mi vestii con i pantaloni neri, la camicia bianca e il pullover nero.
Applicai le lenti a contatto ai miei occhi deboli di vista.
Quando uscii, lui era seduto sul letto matrimoniale, dalla sua parte, la sinistra.  Notai che lo aveva sistemato e gli sorrisi. Lui ricambiò e alzandosi proseguì insieme a me verso la cucina, dove preparai l mio solito tè nero al caramello e consumai una fetta di torta lasciatami da mia madre la sera prima, venendomi a trovare. Ultimamente mi visitava spesso, probabilmente era preoccupata per me.
Ci sedemmo uno di fronte all’altro e iniziammo a parlare. Quando ebbi finito,
andai a lavare i denti e diedi un’occhiata alla borsa che mi portavo dietro al lavoro: avevo tutto. Scambiai diverse parole con lui. Poi, quando l’orologio segnò le sette e un quarto, mi sorrise e ci scambiammo un piccolo bacio:

- Ci vediamo più tardi, tesoro.

Per arrivare a scuola ci mettevo una quindicina di minuti, presi il cappotto grigio
e le chiavi della mia macchina blu scuro. Era un liceo scientifico in riva al lago di Garda, ed ero nuova da due anni. Insegnavo inglese, cosa di cui mi sentivo orgogliosa poiché da parte di padre ero di origine britannica. Amavo quel posto alla follia come amavo la mia casa, sebbene molto più piccola di dimensioni rispetto alla scuola. Adoravo vedere quella grande massa blu dalla finestra delle classi, soprattutto quando assumeva una colorazione sul grigio
nei giorni di pioggia e nebbia.
Quando suonò la campanella delle otto, attraversai i corridoi per arrivare nella
classe dove avevo la prima lezione di quel giorno, una prima. Chiudendo la porta, salutai gli alunni (erano ventisette, diciassette maschi e il resto femmine) e mi sedetti alla cattedra, dicendo loro di sedersi, dopo che avevano ricambiato il saluto con un “Good morning”. Le loro voci erano un po’ inquiete, forse perché quel giorno avrei consegnato le verifiche corrette della settimana scorsa. Erano stranamente muti, dato che in realtà fino a poco tempo fa erano
leggermente chiassosi. Dopo l’appello consegnai i tanto temuti compiti, cominciando dal primo della lista fino all’ultimo. La maggior parte dei ragazzi aveva ottenuto risultati soddisfacenti e gli insufficienti vennero penalizzati con una scheda di esercizi per recuperare il voto.
Dopo la prima ora avevo altre due classi, una terza e una quinta. In quest’ultima una delle studentesse, con cui avevo legato come una figlia, mi chiese se stavo bene. Strabuzzando gli occhi le sorrisi.

- Certo che sto bene, perché non dovrei? Forza, mettiti la giacca e torna a casa. Good bye. – le dissi, finendo di scrivere alcune cose sul registro elettronico, una sciocca e inutile innovazione del piano scolastico. Non funzionava nemmeno, tanto che ci mettevo sempre mezz’ora per compilare i dati. La ragazza non sembrava tanto convinta della mia risposta, ma se ne andò senza ribattere.
Ritornai a casa verso le undici. Tutti i giorni tornavo così presto, avendo solo tre classi. Il mio giorno libero, oltre alla domenica, era il mercoledì. Poggiata la borsa sul tavolo della cucina, andai in camera da letto. L’appartamento in cui vivevo era piccolo. Vi erano solo cinque stanze di dimensioni ridotte, tra il bagno, la camera, la cucina, il salotto e una stanzetta chiusa dove tenevo certi oggetti. Non me ne lamentavo, perché mi piaceva avere una casa piccola. Ogni tanto i vicini di sopra erano un po’ rumorosi, ma li capivo: erano una coppia con cinque figli piccoli e vivaci.
Mi svestii, indossando una tuta blu che usavo per casa. Mi misi a correggere le verifiche degli alunni di terza che avevano svolto quel giorno, finendo alle dodici e mezza. Pranzai con un po’ di pasta, successivamente mi concessi una piccola siesta sul divano del salottino. Al mio risveglio, lui era di fronte a me che mi carezzava i capelli, spostandomi una ciocca dalla fronte. La luce proveniente dalla finestra gli illuminava il viso, a cui diedi un bacio sulla guancia affettuosamente. Poi, mi accorsi di un
particolare dietro di lui e scoppiai.

- NO!

Mi alzai come una indemoniata, correndo per la casa con le mani tra i capelli. Mi vennero in mente tutti i momenti felici che avevamo passato insieme, comparandoli a quelli più recenti. Intanto, mi inseguiva scioccato, implorandomi di calmarmi, di smetterla di graffiarmi il corpo, di strapparmi i capelli, di urlare piangendo.

- Amore,ti prego,calmati! – mi supplicava. Gridavo come una pazza, tenendo il volto tra le mani.
Entrai nella camera e mi fermai, fissando una fotografia che ritraeva me e lui insieme circa dieci anni fa, a Rimini, la città dove abitava e dove trascorrevamo le vacanze estive e natalizie. Mi abbracciava affettuosamente come stava facendo adesso. Sentivo qualcosa di strano. Mi divincolai dalla stretta ed entrai in bagno, respirando affannosamente per la corsa e i momenti di disperazione. Mi guardai allo
specchio davanti al lavandino: i miei occhi erano gonfi e rossi, i capelli in disordine, la pelle arrossata dal male che mi ero fatta con le mani. I vestiti erano miseramente stropicciati, la maglietta lacerata sul bordo e sul colletto.

- Tesoro... ti amo. – mi disse. Mi girai, triste. Mi fissava con affetto e ansia. Ritornai allo specchio. Solo ora l’avevo capito. Non vedendo il suo riflesso, compresi che il lui che avevo visto era solo il fantasma dei ricordi, come già avevo cominciato a capire quando mi accorsi che non aveva l’ombra. Tutti i momenti precedenti li avevo scambiati con una persona inesistente, frutto dei miei sentimenti che non accettavano quel fatto... lui non c’era più. Da quattro mesi, non era più lì a coccolarmi, e mai più avremmo sognato insieme di avere una figlia e due maschi.
Mi girai, invano.

- Anch’io ti amo.

E mi misi a piangere, perché lui non era più lì. Ormai era chiaro che era un fantasma dei miei pensieri, dei miei sogni. Era morto in un incidente per salvarmi, il giorno che mi voleva portare a Rimini a festeggiare il nostro decimo anniversario di matrimonio.
 
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{Nanaho Senpai~
view post Posted on 8/7/2011, 10:56




Ma che cosa triste ç_ç e ora io ci sto male... xD carino comunque =)
 
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~ Dark.Angel.Maryam
view post Posted on 8/7/2011, 17:27




Ed ecco la stella cadente Naho, proveniente dall'Italia Nipponica, rispondere alla domanda del The Dark Angel Maryam's show!!! Un applauso, eeeehhh!!
 
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Endymyon
view post Posted on 8/7/2011, 19:14




Me l'aspettavo dalla mamma e dall'alunna che erano tanto premurose, poi con il "NO!" era già tutto chiaro. Ehm, ma la domanda qual'era :oò: ? Ordunque commento che è stata una lettura breve, che forse lascia con l'amaro in bocca per il fatto della sospensione di un racconto con una buona introduzione, ma sembrano le scene di detective Conan quando confessano (o almeno, io l'ho immaginata così xD)
 
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{Nanaho Senpai~
view post Posted on 8/7/2011, 21:31




CITAZIONE (~ Dark.Angel.Maryam @ 8/7/2011, 18:27) 
Ed ecco la stella cadente Naho, proveniente dall'Italia Nipponica, rispondere alla domanda del The Dark Angel Maryam's show!!! Un applauso, eeeehhh!!

Ho vinto qualcosa? =D
 
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~ Dark.Angel.Maryam
view post Posted on 9/7/2011, 10:05




Un abbraccio da Maryam per esser stata tu la prima a rispondere T.T Tanto felice!!!

Endymyon, sinceramente non ho capito molto da quello che hai scritto... solo che per te questa storia era prevedibile, ma il resto non ho azzeccato il significato xD
 
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Endymyon
view post Posted on 9/7/2011, 10:54




:òo: si, la capacità di esprimermi è bassa, lo so, ma ho detto che poteva essere una buona introduzione ad un racconto vero e proprio. La parte finale invece riguardava il fatto che nella mia testa mi sono immaginato la scena, quella in cui dice "NO!" e con la corsa in bagno, come se Conan (detective conan su italia 1 per chi non avesse capito il significato) avesse svelato la verità ._. si, è sciocco è stupido, ma l'ho immaginata così xD
Ovviamente (essendo io stato influenzato dal detective sopra citato) da tutti i lui in corsivo, dalla madre, e dall'alunna era prevedibile che lei fosse pazza o avesse un motivo per non stare bene, e se lui non si preoccupava, allora voleva dire che: o era secondario il malore etc... oppure era lui il problema.
E tutto questo ambaradam per dire questo ._. xD
 
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Dark Zack
view post Posted on 9/7/2011, 11:19




Non male, un po' corta forse, ma non male.... la fine ti lascia l'amaro in bocca ù.ù
 
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¬ I t a m æ «
view post Posted on 11/7/2011, 13:18




CITAZIONE (Endymyon @ 9/7/2011, 11:54) 
:òo: si, la capacità di esprimermi è bassa, lo so, ma ho detto che poteva essere una buona introduzione ad un racconto vero e proprio. La parte finale invece riguardava il fatto che nella mia testa mi sono immaginato la scena, quella in cui dice "NO!" e con la corsa in bagno, come se Conan (detective conan su italia 1 per chi non avesse capito il significato) avesse svelato la verità ._. si, è sciocco è stupido, ma l'ho immaginata così xD
Ovviamente (essendo io stato influenzato dal detective sopra citato) da tutti i lui in corsivo, dalla madre, e dall'alunna era prevedibile che lei fosse pazza o avesse un motivo per non stare bene, e se lui non si preoccupava, allora voleva dire che: o era secondario il malore etc... oppure era lui il problema.
E tutto questo ambaradam per dire questo ._. xD

Io invece fino a quando non ho letto che lui era morto non avevo capito niente :peo: xD
Ah, gud giob comunque.
 
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8 replies since 7/7/2011, 13:17   55 views
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