[Revelation] Rest In Flame., Squadra θ

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Vaalin
view post Posted on 2/9/2010, 03:16




[Revelation] Final Chapter: Should You Fail... Rest In Flame.

Una missione tranquilla la vostra, a basso rischio, il rischio di imbattervi in qualcosa di veramente rischioso è persino inesistente.
Alcuni di voi hanno parlato la sera prima dell'inizio delle operazioni con chi è stato assegnato ad altre squadre e non si può certo dire che non siate stati fortunati, anzi, avreste voglia di ringraziare l'intera catena di comando dell'esercito per esser stati mandati a fare qualcosa di così semplice.
Pura e semplice esplorazione in una zona poco infestata, nient'altro che banali sopralluoghi in vista del via alle grandi manovre.
Ai vari gruppi è stato chiesto di redigere mappe topografiche dell'intera area e di individuare i punti chiave in cui andranno eretti gli ospedali da campo e il quartier generale, nonché collocate le batterie d'artiglieria.
Ulteriore fortuna nella vostra già buona sorte, voi neanche di questo dovete occuparvi.
Il vostro unico sforzo è avere gli occhi aperti e tenervi sempre in movimento, niente di più di un turno di pattuglia.
Se pensate ai vostri colleghi che in questo momento se ne stanno sottoterra impegnati a ripulire angusti condotti ed anfratti, un po' vi sentite in colpa.
Ma in fondo non è stata vostra la scelta di essere schierati nelle retrovie mentre c'è chi si batte in prima linea.
D'altronde qualcuno dovrà pur farlo, no?

Sono passate ore dall'inizio della missione e niente di notevole è accaduto, tanto che a spezzare la monotonia della vostra giornata è non un covile di bestie, ma un rifugio di uomini. Sopravvissuti!
Da lontano avete avvistato il raffazzonato complesso di baracche in legno, tende e lamiere e subito la voglia vi verrebbe di corrervi incontro, di portare la buona novella dell'arrivo dell'esercito a quelle genti così segnate dall'invasione. Ma il pericolo è sempre in agguato e non c'è bisogno che sia il vostro caposquadra a rimembrarvelo, sapete anche voi che potrebbe benissimo essere un gruppo di banditi quello che è riuscito a insediarsi in un tal luogo; d'altronde lungo la via verso il villaggio della Nebbia ne sono state trovate a iosa di queste specie di enclavi fatte di criminali.
Vi fermate in lontananza, al riparo nella fitta vegetazione sui pendii di un colle, riferite l'avvistamento via radio e dopo qualche minuto la macchina burocratica vi fa sapere, tramite un apatico operatore dalla parlata strascicata, che hanno già ricevuta notizia della sua esistenza e che stando ai loro dati si tratterebbe di un rifugio di profughi.
Nessuna comunicazione diretta è avvenuta con i suoi occupanti, ma qualcuno che diceva di parlare per loro è stato captato via radio più di una settimana prima.
Seguono una serie considerevole di altre formalità, autorizzazioni richieste, ordini emessi, carte firmate... finché a voi non viene detto di instaurare un primo contatto.
Il capogruppo non si cura di eventuali vostre rimostranze sulla possibilità di finire in una trappola o cose del genere, rassicurandovi dicendo che il centro comando sta allertando già altre unità nelle vicinanze affinché convergano e intervengano in caso di necessità: nessuno sarà lasciato solo.
Tanto vi basta, assieme al suo grado superiore, perché avanziate in piena vista verso il rifugio.

Nessuna sorpresa al vostro arrivo, è veramente il riparo di un gruppo ben organizzato, anche se malnutrito e acciaccato gruppo di profughi.
Tutti cittadini o contadini che un tempo abitavano i dintorni, dicono di avere al comando sparuti superstiti dell'esercito a difesa del villaggio.
Mentre risalite la collina su cui si sono barricati sin dal giorno dell'invasione non potete non notare barricate improvvisate, tutte rigorosamente recanti i segni di più di una notte di terrore. La terra è bruciata in più punti, secondo geometrie regolari, perlopiù lineari, e intuite che la disposizione stessa denoti una qualche organizzazione strategica di non poco spessore: rozza, ma pratica.
Le baracche più in basso sono rinforzate da lamiere metalliche, probabilmente resti recuperati dalle indecenti spoglie della città, e chissà a che prezzo...
Il cielo è grigio come l'umore dell'accampamento, capite bene che molta di quella gente è denutrita e in chissà quanti non arriveranno nemmeno a vedere l'arrivo dei soccorsi da parte dell'esercito; lo vedete negli occhi dei vecchi, nell'espressione assente dei bambini, vivi ancora solo grazie alle vane privazioni dei genitori, che probabilmente moriranno della beffa di vederli perire ugualmente.
Lo sapevano tutti, dal primo giorno, ma nessuno di loro ha avuto il coraggio di fare diversamente, di scommettere su sé stessi e non sui figli.
Solo pochi di loro, i più grandi e robusti, ce la faranno, ma ne porteranno per sempre i segni.
La mestizia cresce via via che lo scorcio che avete del posto si fa più ampio e non cala una volta giunti alla cima della collina, dove vedete un casottino di legno, l'unico fra quelli del rifugio ad esser esistito già prima dei tragici eventi.
Venite fatti accomodare, dentro è un unico ambiente, doveva essere una casa contadina, ora serve come alloggio dei profughi che possono vantare un addestramento militare o una qualche altra utilità tale da metterli al di sopra di tutti gli altri.
Non che questo, dai rapidi sguardi che date, voglia dire pasti abbondanti, ma che non vengano saltati questo sì.

Mentre il vostro capogruppo discute con il leader dei sopravvissuti, venendo fra l'altro a sapere che loro hanno già cartine della zona, voi vi guardate intorno, sentendovi forse un po' fuori posto, così ben pasciuti in confronto a chi risiede in quella casa.
Vedete vari giacigli preparati ammassando della paglia, ma a giudicare dal numero dei presenti e da quanto molta di essa paia datata temete ragionevolmente che molti dei precedenti occupanti siano morti da tempo, spiacevole sensazione che le estese macchie scure sul pavimento in quei punti non scacciano affatto.
Distogliete lo sguardo da quei probabili letti di morte, osservate l'uomo che da dietro la scrivania racconta la situazione: vecchio di un'età che non ha vissuta, stanco, segnato da combattimenti più remoti del vostro giorno di nascita, i capelli resi radi e fragili dalla malnutrizione, un occhio fisso nella sua cecità; è uno spettacolo che non sapete se debba metter malinconia oppure speranza per la fierezza che ancora riesce ad esprimere.
Ancora una volta passate oltre, in cerca di una vista più confortante, ma non la trovate, anzi, sembra che quel posto riservi solo tristezza.
In un angolo, il più remoto, una ragazza è piegata su sé stessa, circonda con le braccia le ginocchia, e singhiozza, percorsa da interminabili tremiti.
Di fianco, come a consolarla, un'altra fanciulla, dal trucco rovinato dal pianto, le passa una mano sulla schiena e sussurra a voi ignote parole al suo orecchio, ma in vano.
L'unico elemento in quella stanza che emani un poco di vita è il fuoco che arde nel grande camino di pietra, ma anch'esso è flebile e condivide quell'atmosfera di rassegnazione e dolore, così come la figura che poco discosta da esso cogliete intenta in un meccanico pestare di erbe dentro a un mortaio.
Il suo sguardo è basso, privo di energie e di speranza, ben misera cosa è ciò che schiaccia con il pestello, niente se non ultimo sollievo ai morenti: è già passato da molto il tempo delle medicine, degli unguenti curativi, adesso solo può preparare qualcosa che faciliti il trapasso.
Le sue esotiche trecce sono da tempo neglette, così come il resto di lei e pare che neanche la notizia dell'imminente salvezza l'abbia ravvivata - o, se lo ha fatto, non osate immaginare in quale cupo abisso di disperazione si trovasse prima.
Nessuno da quelle parti vi è sembrato troppo rincuorato dal vostro arrivo e dalla promessa di veder terminata la guerra, loro là lo sanno da molto, lo hanno capito per primi: una guerra può essere conclusa, ma una guerra è fra uomini, mentre non può esistere fine alla morte.

Il disagio è crescente, come se vi sentiste accusati da tanta miseria, voi che avete vissuto sinora in pace tale da potervi permettere di sprecare energie ogni giorno in preparazione di un torneo, quando invece c'è chi si è visto schiaffare un bel posto in prima fila, ma per lo spettacolo serale dello sterminio - e non si accettano rimborsi.
I cardini della porta cigolano, o forse no, forse avete solo vista allargarsi una striscia di luce mentre questa si apriva, vi girate subito, inconsciamente cercando di distrarre i vostri cervelli col trucchetto della curiosità.
Le pupille si contraggono e si dilatano all'apparire e scomparire della luce che segue l'aprirsi e il chiudersi dell'unico ingresso, sbattete le palpebre e a fatica riuscite a distinguere due ombre che, una dopo l'altra, entrano nella stanza. Vi ci vuole ancora un altro istante prima di riuscire a distinguerle nella rinnovata penombra del povero ambiente.
Sono due ragazzi, poco più grandi di voi probabilmente, ma è possibile che siano gli stenti a farli apparire più maturi di quel che siano in verità.
Sembrano entrambi abbastanza alti, il primo è magrino, ma allenato, porta corti capelli scuri e disordinati, in contrasto con le sue iridi glaciali.
È provato dalla vita nel rifugio, ma ciò non gli impedisce di ostentare una certa sicurezza, che vi pare tutta condensata nel cipiglio e nell'andatura.
Con tono di voce serio riferisce di una qualche missione di ricerca andata di nuovo non a buon fine, sa che ne hanno già parlato, ma non possono spingersi oltre da soli, hanno bisogno di qualcun altro... L'uomo dietro la scrivania risponde seccamente, la ragazza nell'angolo, il cui volto aveva fatto capolino al di sopra delle ginocchia, ripiomba in un pianto più fitto, il vostro capogruppo cerca di farsi spiegare la situazione, la donna vicino al camino smette di pestare le erbe e punta lo sguardo sull'altro arrivato, con un sentimento che non riuscite a capire: stupore, speranza forse?
Vi voltate, anche il viso segnato dai resti di un trucco finito chissà quando dell'altra biondina è diretto verso di lui - cosa vuol dire, chi è costui?
Alto, slanciato, capelli di un arancione improbabile, il cipiglio arcigno di chi sa il fatto suo e non accetta compromessi di sorta, la fronte corrugata e l'espressione indefessa di chi è abituato a imperare sugli altri, ma anche a eseguire ordini senza battere ciglio; davanti a voi riconoscete l'incarnazione stessa del soldato.
Una sorta di basso raschiare della gola ha attirato su di lui l'attenzione, per questo tutti lo fissano, sta per parlare, anzi, no, sentenziare!
L'attesa è spasmodica, si contorcono all'angolo estremo le labbra, si solleva una mano, come a sancire l'inizio di un grave proclama: Burp!
«Scusate, non lo trattenevo più.»
La sua espressione è cambiata, l'attenzione è scemata, guarda adesso nel vuoto con sorriso da ebete, si gratta la nuca ed il collo.
 
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Vaalin
view post Posted on 2/9/2010, 14:46




[Rest In Flame - θ.]
Rastark e Kirashi, siete giunti al rifugio dove Sasshi e Itamae hanno vissuto sino ad adesso e lì li incontrate, di ritorno dalla ricerca di un loro compagno.
Non potevano spingersi troppo oltre, essendo solo in due e poche le persone in grado di combattere nell'accampamento, ma adesso l'esercito sta per arrivare e ci siete voi, quindi si possono permettere di tornare a cercarlo, anche più lontano.
Il vostro stesso capogruppo offre il vostro aiuto, la vostra missione diventa il ritrovamento di questo uomo disperso e venite affidati al comando di Nike e Aidro non appena viene reso noto il loro grado.

Vi è richiesto è di descrivere, in proporzioni a vostra discrezione, il termine dell'esame, il viaggio, la comunicazione della missione generale e l'inizio di quest'ultima.
Non sono importanti post lunghi, potete anche solo accennare ad alcune di queste cose, l'importante è che siano ben fatti e che vi divertiate.

Ordine dei Post:
    ●Post di Kirashi e Rastark (non importa chi dei due per primo).
    ●Post di Itamae.
    ●Post di Sasshi in cui, mettendosi d'accordo tramite Mp o msn, riporta le discussioni da voi avute per le strategie da utilizzare per il recupero del compagno.
Inizio Missione.

In generale, in questa quest a seconda della qualità dei post avrete o meno successo nei vari obiettivi che perseguirete.
Ripeto che non ho interesse alcuno nella lunghezza, anzi, tutt'altro, per cui badate a scrivere solo quello che vi sentite e a fare un buono - e piacevole - lavoro.

 
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Kirashi
view post Posted on 15/9/2010, 17:15




SPOILER (click to view)
Parlato; Pensato; Parlato altrui


Passato il primo turno dell'esame, Kirashi non ebbe neanche il tempo di abituarsi al suo successo che si ritrovò catapultato nella guerra: Seconda fase dell'esame cancellata e sostituita da una prova direttamente sul campo. Il risultato di questo fuori programma era la marcia di tutte quelle truppe verso l'ultima battaglia di quella guerra per la sopravvivenza che si sarebbe svolta nelle oramai rovine di Kiri.
Erano tutti vestiti quasi uguali, in quella tenuta mimetica verde con tante tasche e scarponi scuri, più quei grossi zaini pieni di equipaggiamento, viveri ed il poco altro che si potevano portare dietro.
Nella prima parte del viaggio nessuno fiatava, la maggior parte troppo atterriti dallo spettacolo che il nuovo mondo gli offriva, per una parte di quelli era anche la prima uscita, come non era invece per Kirashi che in quei momenti pensava più a chi aveva lasciato a casa ed a chi avrebbe aspettato il suo ritorno; solo successivamente portò più attenzione all'ambiente circostante, giusto in tempo per notare la spaccatura nel terreno nata dal proseguirsi della sua scorsa missione.
Kirashi notò anche il resto del panorama che sembrava sorprendentemente più... naturale, segno che il potere di quei mostri era diminuito; riuscì addirittura a scorgere qualche albero intatto e senza macchie di sangue, sia umano che non.
Lo Hyuga notava anche le facce di quelli più anziani di lui che sicuramente avevano già percorso quelle strade prima che scoppiasse l'inferno ed adesso le ritrovavano irriconoscibili.
La cosa era deprimente anche per Kirashi stesso: il paese del Fuoco, un tempo glorioso e pieno di foreste adesso sembrava (ed era) solo un luogo di morte e sofferenza.
Comunque Kirashi veniva più impressionato dalle capanne o catapecchie appena costruite incontrate lungo la strada che da altro: l'essere umano, seppur disperato e senza forza, si stava lentamente riprendendo quei luoghi che d'altronde non aveva mai abbandonato; le persone che incrociavano lungo la strada con li salutavano festeggiando il loro passaggio, i bambini che felici della loro presenza gli correvano in parte per un breve tratto... tutta quella gente, per quanto fosse malconcia, per quanto avesse i vestiti logori, aveva tutta lo stesso sentimento nello sguardo: speranza, voglia di ricominciare.

Quello sguardo... vale davvero la pena morire per proteggere anche solo quello sguardo.

Non sapeva da quante ore marciavano, fatto sta che il tramonto (o meglio, quello che riconoscevano fosse il tramonto) era alle porte e la fatica si faceva sempre più pressante, non solo per lui, tanto che gli ufficiali, che per la maggior parte del viaggio non avevano dovuto aprir bocca, adesso incitavano le truppe rassicurandole sulla vicinanza della destinazione.
Il grosso gruppo si era zittito di nuovo, probabilmente per la stanchezza, ed ormai, oltre alla voce degli ufficiali ogni tanto, il rumore predominante era quello dei passi che aveva sostituito quello delle chiacchiere; anche Kirashi, alla fine, era stato coinvolto nei discorsi di come sarebbe stato il dopo-guerra, di come un suo commilitone vicino sarebbe felice di poter pensare nuovamente al suo orto, della speranza che il cielo tornasse azzurro o che il Paese del Fuoco tornasse nuovamente verdeggiante... lo Hyuga aveva fatto particolarmente amicizia con un suo compagno di fila: un certo Toki, dal fisico asciutto, carnagione rosea, occhi neri come i capelli corti e qualche lentiggine sul viso... era poco più grande di lui e facevano parte della stessa squadra: la Theta.
Comunque non molto tempo dopo gli ufficiali diedero lo stop: erano arrivati alla frontiera e stando alle informazioni da lì avrebbero proceduto su dei mezzi ma ormai era notte e la cosa fece preoccupare Kirashi: aveva imparato a proprie spese che era meglio non avventurarsi di notte.
Fortunatamente questo lo sapevano anche gli ufficiali che provvidero a dare gli ordini per la notte tramite un megafono..

Ci fermeremo qui per la notte. In quei piccoli edifici ci sono delle brandine di fortuna. Tutti faranno dei turni di guardia di una mezz'ora, verrete svegliati quando toccherà a voi! Si riparte domattina presto! Riposate bene, questo è probabilmente l'ultimo sonno tranquillo che avrete fino alla fine della missione.



Il mattino dopo, poco dopo l'alba, Kirashi venne svegliato da un commilitone e notò che, nello spiazzo antistante l'accampamento, erano stati portati diversi carri trainati da cavalli: il loro mezzo di trasporto.
Gli uomini accolsero con sollievo e felicità la novità: niente più marce sfiancanti in cambio di un viaggio su carro, per quanto scomodo potesse rivelarsi.
Kirashi, seguito da Toki, salì sul carro più vicino insieme ad un'altra decina di persone dall'aria ancora sonnolenta; il cocchiere si assicurò che tutti fossero ben seduti prima di dare il via ai cavalli.
Il viaggio iniziò con il silenzio accompagnato dai sobbalzi del carro per il terreno impervio, dal rumore degli zoccoli dei cavalli e dagli occasionali ordini a voce dei cocchieri, gli unici a non sembrare minimamente storditi dalla sonnolenza.
Toki, dopo qualche minuto, sbadigliò per il sonno, venendo curiosamente seguito dagli altri presenti quasi si fossero messi d'accordo, per poi parlare senza rivolgersi a qualcuno in particolare.

Quanto credete che durerà il viaggio?

La risposta arrivò da un uomo sulla trentina, alla sinistra di Kirashi, che si rivolse anche a tutti gli altri occupanti del carro.

Mantenendo questa velocità? Due, forse tre ore. E se fossi in voi, sfrutterei questo tempo per continuare a dormire... chissà quando ne avremo più occasione.

Inutile dire che il suo consiglio fu seguito da tutti.



Tutto il gruppetto era sveglio da almeno mezz'ora, dopo aver fatto un sonno non molto tranquillo per via del carro in movimento, quando questi si fermò ed il cocchiere si rivolse a loro.

Siamo arrivati, potete scendere. Buona fortuna ragazzi, ne avrete bisogno.

Ebbero appena il tempo di scendere quando sentirono le voci degli ufficiali che ordinavano le truppe, stavolta dividendole nelle diverse squadre.
Kirashi raggiunse la postazione Theta affiancato da Toki che sembrava tranquillo quanto lui anche se non tutti davano prova della stessa calma: si scorgevano già i primi segni di nervosismo tra le fila degli uomini.
Un ufficiale richiamò l'attenzione.

Ora costruiremo un accampamento fortificato per poi stabilire dei turni di guardia precisi. Le matricole andranno con quest'uomo alla mia destra: avrete il compito di costruire le tende.; tutti gli altri con me!

Toki e Kirashi fecero come ordinato e, seguendo le istruzioni, cominciarono il lungo lavoro.



A lavoro finito, Kirashi e Toki erano in una tenda a sistemare i loro effetti nelle cuccette che gli avevano assegnato per il tempo in cui sarebbero stati nell'accampamento; fu allora che Toki vide per bene Fulmine, la katana dello Hyuga che fino a quel momento era stata appesa allo zaino in una custodia in stoffa scura, e vinse la sua timidezza complimentandosi con Kirashi

Gran bella spada, di ottima fattura. Dove l'hai presa?

È un... regalo di un amico. Un buon amico che la guerra non ha risparmiato

Allo Hyuga non sembrava il caso di rovinare l'atmosfera rilassata dicendogli che l'aveva raccolta dal cadavere del suo amico, Vent.

Un amico devoto e coraggioso.

Toki fu abbastanza acuto da capire che era meglio approfondire il discorso.

Beh, andiamo? È quasi ora del randevous.

Si, andiamo.

Uscendo dalla tenda Kirashi poté ammirare ancora una volta il nuovo aspetto dell'accampamento: a forma semi pentagonale, circondato da mura e torrette di legno presidiate dalle sentinelle di turno.

Sembra una piccola fortezza, una fortezza portatrice di speranza per noi umani e morte per... loro.

I due amici, come tutto il resto della squadra Theta, si misero sull'attenti al venire dell'ufficiale superiore che dopo poco concedette loro il riposo per poi procedere all'esposizione della loro specifica missione.

Squadra theta, a voi è richiesta la ricognizione di una zona in cui ci sono stati segnalati recenti smottamenti e cambiamenti della morfologia del terreno: non sappiamo che aspettarci e abbiamo bisogno di sapere le condizioni del territorio prima di pianificare le manovre d'attacco sulla città. Siete la squadra meno numerosa e verrete divisi in dei sotto-gruppi di tre o quattro individui perché possiate coprire una zona più ampia. Solo alcune di queste unità avranno al proprio interno un individuo addestrato ai rilevamenti topografici e al disegno di cartine, pertanto chi non ne avesse dovrà limitarsi ad assicurare la sicurezza delle varie zone e l'incolumità degli altri.
È tutto.

Una missione semplice... ma lo era anche la missione in cui è morto tutto il mio team.

Quando i gruppi vennero formati Kirashi venne diviso da Toki, assegnato in un altro gruppo; ebbero appena il tempo di una stretta di mano ed un “buona fortuna” prima che i rispettivi caposquadra li richiamassero ordinandogli di prendere tutto il necessario per la missione.
Quando fu pronto Kirashi non indossava più il completo mimetico tenuto fino ad ora: si era rimesso la sua solita tuta nera con i particolari argentati, aveva indossato il coprifronte, si era preso il proprio equipaggiamento appendendo Fulmine sul fianco sinistro.
Il caposquadra diede subito il via alla missione guidando il gruppo alla zona assegnategli.



Kirashi ora si trovava in quel casotto che fungeva da rifugio ai profughi dell'accampamento che avevano non molto dopo la partenza.
Era una miseria assoluta, niente a che di quella che aveva già visto nel Paese del Fuoco, sembrava che Dio, o qualunque altro essere superiore, avesse dimenticato di mettere un po' di bontà in quell'ambiente.
Kirashi cercava di alleviare il proprio animo turbato da quella miseria con le immagini di speranza che erano tante quante le immagini di morte: gli uomini, donne e bambini che si aiutavano l'un l'altro come possibile od il vecchio ceco che parlava della situazione con tutta la passione che potesse metterci: non aveva ancora abbandonato la speranza nonostante lo stato delle cose.
Lo Hyuga non stava ascoltando il vecchio che aggiornava il suo capogruppo: anche se lo avesse fatto avrebbe dovuto comunque eseguire gli ordini del suo superiore.
Guardandosi intorno Kirashi si sentiva quasi colpevole del suo buon stato psicofisico, provava un'emozione simile a quando ricordava la sua prima missione durante quel macello a cui era sopravvissuto soltanto lui...
In quel momento nel casotto entrò un nuovo personaggio a cui tutti subito rivolsero l'attenzione... anzi di più, sembrava che quell'uomo contenesse le speranze di quei poveracci.
Il nuovo arrivato stava facendo il rapporto di una missione fallita ma Kirashi non lo stava ascoltando, la sua attenzione era stata catturata dal suo aspetto: i capelli arancioni, che l'avevano colpito subito, lo Hyuga non credeva che potessero esistere di quel colore; alto, slanciato, anche con i vestiti un po' logori sembrava l'incarnazione stessa della sua idea di soldato ninja.
Tutta questa serietà fu rotta però dal primo commento di quel ninja.

Burp! Scusate, non lo trattenevo più.

La cosa colse tanto di sorpresa Kirashi che non seppe se ridere od indignarsi; però notò subito l'effetto di quell'intervento: l'atmosfera si era notevolmente allentata, era comparso qualche sorriso divertito, qualcuno aveva persino ridacchiato... tutto ciò non poteva certo che fare bene in un posto tanto negativo.
Un angolo della bocca dello Hyuga si alzò.

Questo ninja vale anche più di quel che sembra...


SPOILER (click to view)
Scusate per l'enorme ritardo, non ricapiterà più.
Sono l'unico a partecipare a questa missione?
 
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¬ I t a m æ «
view post Posted on 29/11/2010, 19:08






Rinforzi?




Finalmente erano arrivati i rinforzi.
Non si parlava d'altro tra l'aggregazione di baracche posta ai confini del paese del Fuoco e dell'Acqua. Ormai lì il tempo trascorreva senza avere molta importanza. Molti infatti avevano perso la concezione del tempo. Avvolte c'era chi credeva che si trovassero in quella situazione da mesi, chi da settimane, e chi da solamente pochi giorni. La verità era solamente che «chi soffre non tiene conto del tempo passato, nè di quello futuro.»
Eppure avvolte si potevano intravedere delle scintille di speranza, che l'uomo tende spesso ad evidenziare e ad esaltare, a punto tale che la scambia per una fiamma. Quella volta non fu diversa, forse.

Si scoprì infatti che i rinforzi così tanto decantati fossero solamente due persone, una delle quali agli occhi del Normalce parve inesperta in guerra. Forse era diventato un po' presuntuoso, dopo che cominciò a venir visto un po' come ninja salvatore assieme ai sui compagni Nike - che si trovava proprio al suo fianco- e Coco. Dopotutto si era reso utile in qualsiasi modo, e parlando un po' con tutti si costruì una buona nomea; alcune persone le conosceva già, e di certo molti non lo avrebbero dimenticato facilmente.
In fondo però riusciva a comprendere lo stato del ragazzino, fino a poco tempo fa anche lui si trovava piuttosto a disagio in quel posto e soprattutto era esperto quanto lui. Ora invece, mentre il fisico ne risentiva un pò, assieme al pallido viso macolato da macchie più o meno scure, si sentiva interiormente più forte e provato.

Aidro era da pochi attimi entrati assieme a Nike ed osservò la situazione:
come quasi tutte le volte che lo vide, c'era il "generale" di quella base intento a maneggiare alcune carte e mappe mentre parlava della situazione attuale del posto. Uomo saggio lui, certamente sottomesso da quella brutta situazione; a suo seguire c'era un uomo che era probabilmente il caposquadra dei "rinforzi", impegnato a seguire i logorroici discorsi del generale; al di là della stanza con i tavoli c'erano le ragazze impegnate ancora nei loro lavori, come il ragazzo aveva già notato negli incontri passati.
Stava pensando a cosa dire, ma la sua presenza era già stata fatta notare dal suo compagno Nike, che con un sonoro burp attirò l'attenzione di quasi tutti.
Passando molto tempo con lui, aveva capito che il Kaguya possedeva un talento naturale in qualsiasi cosa in cui ci fosse bisogno di una certa imprevedibilità. Nonostante si potrebbe anche aspettare un suo gesto imprevedibile, nessuno riesce mai comunque ad anticiparlo.
A quel punto sorrise, un po' per l'imbarazzo e un po' per la felicità. Si sentiva quasi fiero di fare coppia con uno shinobi di quel tipo, senza dubbio differente dagli altri.

Tra gli altri c'era chi rimaneva indifferente a tanta rozzezza e chi ancora si divertiva. Quell'azione così naturale aveva fatto calmare almeno un po' il ragazzo appena arrivato. Fu solo in quel secondo momento che Aidro pensò fosse meglio parlare con lui, cercando di presentarsi e dando l'impressione di essere una persona affidabile. Con poche esitazioni cominciò ad avanzare verso di lui utilizzando passi decisi, le parole da dire le aveva già ben stampate in testa, e le pronunciò appena si fosse avvicinato abbastanza da poter effettuare una stretta di mano con il giovane.


Il mio nome è Aidro, Aidro Normalce, e sono - assieme al ragazzo lì con i capelli accesi - un Chuunin della Nebbia.
Con chi ho la possibilità di parlare?



Pochi erano i dubbi sull'identità del giovane: carnagione chiara, grandi pupille di un unico colore chiarissimo, coprifronte della Foglia, una spada sul fianco sinistro. Non poteva essere che un ninja della Foglia, molto probabilmente con del sangue Hyuga. La vista del Normalce tuttavia non potè determinare anche il grado ninja posseduto dal suo interlocutore, tuttavia potette immaginare che con buona probabilità non fosse migliore di lui.
Con uno sguardo fiero ma buono, attese la risposta del ragazzo e un qualche movimento da parte del suo compagno Nike.




Edited by ¬ I t a m æ « - 29/11/2010, 20:35
 
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Sasshi
view post Posted on 12/12/2010, 13:25




Legenda
Narrato
Parlato



Se non sai che cosa fare, dai i giusti viveri alla popolazione!


Erano passati quei due o tre mes... volevo dire, due o tre minuti da quando m'ero fatto largo tra le miriadi di persone presenti in quel capanno. Poi spensi la mia immaginazione e ne rimasero una decina. Ruttai, ruttai dico! Ma no gente! Non guardatemi in quel modo! Non l'ho fatto di proposito! E tu, tu che hai da guardare? Inutile la tua indecisione tra il sorridere e l'essere disturbato! Porgi rispetto e inchinati, piuttosto! No va beh, dai, non esageriamo. Ma tu sì, oh tu sì! Tu mi hai già visto all'opera e già sai qual è la mia reale capacità! Brava Istra. Schioccai il dito e la indicai, facendole un sorrisetto di compiacimento. Guardai poi il Normal.. Norna... Normalce? E chi se lo ricorda! Aveva già iniziato ad intrattenere un discorso con il nuovo arrivato. Che senso! Aveva gli occhi -tipo- bianchi! Macchè tipo! Erano proprio bianchi!
Forse era semplicemente vecchio dentro.
[...]
Non badai al giro di parole scambiato tra i due. C'erano missioni più importanti per il sottoscritto. Scambiare parole di benvenuto era compito di uomini di bassa lega (?), che dovevano svezzare la persona al tipo di situazione creatasi nel luogo. I Master, i Boss, i veri avventurieri della situazione, si mettevano d'accordo sulla strategia, sulla burocrazia e su tante altre cose che finiscono con gia e zia.
Congedai cordialmente, com'è fare di un nobile, i due avventurieri e andai dritto dritto al tavolo dove v'era anche il mio grandissimo amicone, nonché coordinatore della situazione.

Ehilà, come ce la passiamo belli?

Ma sì, ma sì, uno del mio spessore poteva permettersi queste entrate. Dare del tu a persone di quel calibro, era come respirare aria per me. Soddisfatto, strinsi la mano al nuovo capo-gruppo arrivato e diedi una pacca sulla spalla a Taki.

Beh, ora che ci sono pure io, possiamo cominciare a parlare seriamente...

La mia voce era quasi autoritaria, marcata da un timbro che i giorni di sconforto e di guerra mi avevano fatto imparare. Non c'è divertimento durante il combattimento. Non c'è momento in cui puoi rilassarti. Non c'è attimo in cui non puoi credere in te stesso. Eppure, sono pur sempre Nike.
[...]
Guardai la mappa disposta sul tavolo di fronte a me. Chiara. L'avevo girata in lungo e in largo in questi giorni, alla ricerca di quel corvino del cavolo. Eppure? Niente, Secondo me s'era nascosto. Ma poi chi è che lo rivoleva indietro? Si stava così bene senza stupidi nella casa!
[...]
Con l'indice feci finta di tracciare una traiettoria per la mappa. Fermai poi il dito e picchiettai con l'indice su quel punto.
Ogni momento serio, prima o poi finisce.

Vedete, qui, qui! Il prossimo attacco dei mostri sarà in questo posto. Voglio dunque dieci eserciti di fanti, con un'armata di cavalleria a seguito. L'eroe in questione sarò io. Penso di avere almeno diecimila AccaPì! Mentre i mostri saranno distratti, buttate gli arcieri ai lati e fategli scoccare più frecce possibili. E poi, poi ci voglio una cazzutissima bomba! Che diamine! Appena ci allontaniamo, mi raccomando. Il segnale sarà "Nike è un Dio" e non voglio prese in giro. Si parla di roba seria.

Guardai gli altri, cercando la loro comprensione. La trovai*(?).

Bene. L'effetto sarà più o meno questo.

La mia mano cadde pesante sul tavolino, provocando un sordo rimbombo. Stracciai il pezzo di cartina disegnato e cominciai a fare i vari effetti sonori.

Kaboom! Tzzz Mei dei, mei dei, qui base 15, lo stiamo perdendo. Bip bip, bip bip. Ahhhh, tatataratata! Occhio alle bombe. Nooo!

Nel fare ciò mi ero già piegato sulla cartina, immaginandomi la scena e simulando gli omini con le mie mani. Quando mi "risvegliai" non vi negherò il mio lieve imbarazzo. Mi ero lasciato prendere un po' la mano, forse?

Ah, ehm, sì, ricordatevi, magari, di costruirci un campo di grano qui, altrimenti la popolazione rimarrà senza viveri e scontenta. Come faremo poi l'esercito per conquistare l'altra cittadina?

Ma non c'era tempo, non c'era tempo! Mi girai di scatto verso gli altri, come se qualcuno dovesse colpirmi alle spalle. Li guardai e subito andai da loro, senza più notare i grossi del posto. Non mi servivano persone che potevano rubarmi la scena! Voi, voi del mio stesso grado o inferiore, mi sareste stati utili. Camminai a grandi passi verso di loro. Ma forse è meglio dire che ne feci sì e no due, per raggiungerli.

Andiamo a bombardare i nemici e a salvare i cittadini dalla ferocia del grande mostro. Lo sconfiggiamo, vinciamo e salviamo la principessa! Per fare ciò però, ci servono alleati, uomini coraggiosi. Andiamo a reclutarli nel villaggio più vicino, facciamo una qualche missione per loro e vedrete che il nostro carisma aumenterà alle stelle. Dopo di che possiamo andare ad uccidere demoni su demoni, per poi arrivare al grosso della situazione. Ma guai a voi se me lo rubate! Lui sarà soltato mio! Perché combatterlo in cento se una sola persona suderà sette camicie per farlo? È questo lo spirito, questo! L'operazione si chiamerà, "Operazione Nike!". E badate bene di sottolineare il punto esclamativo. Non potrete dire il nome dell'operazione senza urlarlo.

Ripresi fiato e li guardai. Mi voltai verso la porta e la sfondai. Perché? Perché sicuramente fuori c'era un numero di zombie inverosimile. Ah, ehm, no, non c'era niente. Ma di solito nei film è così, soprattutto in queste situazioni!

Posso spiegare...






*Alcune fonti potrebbero non essere veritiere
 
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Vaalin
view post Posted on 15/12/2010, 00:06




SPOILER (click to view)
Come si può vedere, sono stato molto conciso, perché vorrei terminare al più presto.


[Rest In Flame - θ.]

Chapter Two: Scout the South

Se mai è esistito, esiste o esisterà un manuale su come essere inappropriati, nessun esempio contenuto al suo interno è stato, è o sarà efficace come quello proposto da quella bizzarra testa arancione.
Probabilmente battendo ogni precedente risultato conosciuto alla storia, si conferma primatista con un tempo di tre punto sette secondi netti per scandalizzare un perfetto sconosciuto.

Dalla sua bocca non esce se non una sequela inopportuna di frasi che non può che lasciare accigliato il forestiero e incredulo il povero veterano dai modi burberi, la cui espressione facciale passa, nell'ordine, da un'affettata ostentazione di divertimento in stile "machemattacchione", ad un sorrisetto imbarazzato rivolto all'ospite, per infine approdare nella più completa e allibita vergogna del palmo della mano poggiato sul volto.

Dal suo corpo traspira un senso di disagio impossibile da non percepire e capite benissimo che se non sta stampando contro il muro il giovanotto è perché nella sua mente si arrovella su come far sì che non arrechi altro disturbo senza dover per questo perderne l'aiuto — perché in guerra anche gli idioti sono buoni a qualcosa.
Forse però chiunque abbia coniata questa massima non conosceva quello in questione...

Per chi di voi non sia del rifugio probabilmente il suo farneticare non è che la più amara prova delle privazioni e sofferenze cui da quelle parti siano stati sottoposti; vi chiedete quali e quanti orrori debba un uomo vedere per ridursi in quello stato di demenza e se voi scamperete o meno a un tale destino.
Gli altri presenti nella stanza, purtroppo per loro, sanno invece che non è stata la catastrofe a ridurlo così e non sono certi nemmeno loro se questo sia rincuorante oppure no.
Di sicuro, essendo lui già pazzo di suo, non v'è da temere che crolli e commetta atti estremi, solo incredibilmente stupidi, casomai.
Come a voler confermare ogni singola parola della frase precedente, ecco che sfonda immotivatamente la porta...

L'atmosfera non è tesa, di più, vi sentite tutti un po' inadeguati e in imbarazzo, mentre di sottofondo si sentono ancora i singhiozzi sommessi e il mormorio di conforto delle due ragazze all'angolo; l'unica a mostrare un accenno di sorriso è la rifugiata che pesta le erbe vicina al fuoco, che in fondo invidia tanta abbacinante ingenuità, tratto che quel non lontano giorno di tragedia le ha strappato per sempre.
A sbloccare la situazione di stallo interviene il vecchio capo dall'occhio cieco, che coglie al volo l'attimo di pausa e decide di usare a proprio favore la frenesia e la vanità di quella perpetua impersonificazione della deviazione dal buon senso: chiede all'ufficiale dell'esercito se la sua unità, lui escluso, possa accompagnare in ricognizione ed esplorazione avanzata quella composta dai due giovani appena, infruttuosamente, tornati al rifugio; gli viene risposto di sì e a voi affidata una missione, rintracciare e operare, se possibile, il recupero di un commilitone uscito in missione notti addietro e che non ha ancora fatto ritorno.
Voi del luogo sapete benissimo di chi si tratti, è la stessa persona che siete usciti a cercare ripetutamente nei giorni passati, "il corvino", come tutti lo chiamavano; e forse stavolta con i rinforzi riuscirete a spingervi dove sinora non avete potuto osare e a trovarlo.
Si riaccende un minimo di speranza mentre lasciate la baracca e camminate sino a varcare i confini dell'area disinfestata attorno al rifugio.



[Cosa dovete fare?]Siccome di tempo ne è passato sin troppo, cerchiamo di stringere e tagliare quanto più si possa.
Ciò che è richiesto è banale: descrivete brevissimamente come abbiate visto questo intermezzo degli scorsi post e poi passate ad una narrazione della vostra ricerca nella foresta, nelle vicinanze del fiume, del ragazzo scomparso — a chi non fosse del rifugio la descrizione si suppone la diano i due che lo sono.
Niente di stratosferico, solo come gestiate la cosa, come vi organizziate, se e quali accorgimenti prendiate.
Potete raccontare di aver evitati mostri o di averne abbattuti in numero ragionevole (e posto che non superino un evidente grado di pericolosità) in maniera auto-conclusiva; potete ovviamente parlare fra voi, ma, per esser concisi, sarebbe bene vi accordaste su cosa dirvi in modo da metter botta e risposta ognuno in un solo messaggio.

 
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¬ I t a m æ «
view post Posted on 3/1/2011, 09:16






Il viaggio comincia



Darsi ai convenevoli da bravi ninja, ma soprattutto da persone civili, mentre un pazzo frenetico dava il meglio di sè, era piuttosto demotivante. Dopo una serie di vari tipi di sclero - con tanto di pacche sulle spalle e decisioni affrettate - come conclusione sfondò la porta sotto gli occhi di tutti, più o meno imbarazzati. Dopo netti secondi di silenzio, il capo ci permise di portare con i due Chuunin anche il nuovo arrivato. Certamente uno Hyuga sarebbe stato molto utile.
Non perdendo altro tempo, i tre decisero di avviarsi verso il fiume, passando per la foresta.

La loro formazione, compostasi quasi per caso, era capitanata ovviamente dal Kaguya "esuberante"; al centro si trovava Aidro, mentre per ultimo seguiva il genin Hyuga, investigando nel frattempo la zona con i suoi occhi, ancor più pallidi del Normalce. Il viaggio nella foresta fu tutto sommato tranquillo, contro qualsiasi movimento vi erano sempre le falangi sparate da Nike ancor prima che lo Hyuga dicesse se ci fossero nemici o no, il capitano era sempre pronto a non farsi rubare la scena. Fu solo una volta che commise una distrazione,
distraendosi mentre faceva discorsi su preda e cacciatore.
il Normalce riuscì prontamente a riparare l'errore facendo fuori uno di quei cani/bestia già incontrati nell'ex villaggio della Nebbia. Non fu troppo complicato, per sua fortuna il mostro si trovava sulla stessa pozza d'acqua dove si trovava il Normalce, che ebbe quindi la possibilità di creare una lancia di ghiaccio sotto il nemico, infilzandolo.
Sicuramente non avrebbe fatto piacere al capolinea, ma meglio feriti nell'orgoglio che nel corpo, no?

La zona più vicina al fiume presentava un normale bosco della zona, con tanto di alberi più o meno rotti. Il vero particolare era quello di avere per circa 200 metri quadri, una vera e propria zona ad anello del tutto desertificata, forse carbonizzata da chissà quale atroce fenomeno. Avevano già controllato quella zona altre volte, ma diedero comunque un'altra occhiata. Fino ad ora del corvino non c'era traccia, e più che al suo udito Aidro si affidava all'occhio dello Hyuga.



 
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Kirashi
view post Posted on 8/1/2011, 14:30




SPOILER (click to view)
Parlato; Pensato; Parlato altrui


I convenevoli erano di buona educazione ma subito dopo aver dichiarato di essere "Kirashi Hyuga, genin in esame di Konoha" la conversazione con Aidro fu troncata dal rumore della porta che veniva sfondata dal tipo dai capelli insoliti. Kirashi, sconcertato, stava per chiedere al Normalce se fosse normale che il ninja si comportasse in quel modo stravagante ma lo sguardo quasi rassegnato che il ninja stava lanciando al compagno gli anticipò la risposta.
Lo sconcerto dello Hyuga aumentò quando a capo della squadra fu posto Nike, il ninja stravagante. ma non fece commenti anche se i suoi occhi dovettero mostrare qualcosa prima che li nascondesse in un'espressione neutra.

La missione procedeva senza particolari intoppi: Nike, in prima fila, faceva strage delle creature che gli capitavano a tiro; Aidro, subito dietro al leader, si occupava di ciò che sfuggiva al primo; Kirashi, per ultimo, utilizzava il Byakugan per avvertire i compagni delle sorprese in arrivo.
Il viaggio si era anche rivelato più istruttivo del previsto: aveva visto più specie di "creature" che probabilmente erano più comuni in quella zona che non vicino a Konoha ed aveva avuto una paronamica sulle abilità dei compagni di squadra: Aidro era un Controllore dell'Acqua, abilità che aveva già incontrato in passato, mentre Nike era un Controllore delle Ossa, un'abilità di cui aveva solo sentito parlare e che, guardandola di persona, gli aveva suscitato un senso di fascino dell'orrido, giudicandola in contrasto con la personalità del possessore.
Lo Hyuga non aveva mai utilizzato la propria abilità innata per così tanto tempo ma si scoprì più che pronto alla prova: ormai si era abituato al Byakugan tanto quanto lo era alla vista normale.
L'ambiente era più o meno come Kirashi se lo aspettava spiazzi di terreno e foreste, il tutto avvolto nel silenzio innaturale, per l'assenza degli animali comuni, e nella luce cremisi che ormai continuava ad ornare il cielo al posto dell'azzurro.
Si fermarono un istante davanti ad un grande spiazzo circolare che interrompeva d'improvviso la foresta, il terreno era danneggiato ed annerito come se qualcosa avesse carbonizzato la zona. Kirashi, sconcertato, dubitava che sarebbe cresciuto più qualcosa in quella zona e si augurò di non doversi scontrare con il fenomeno che aveva causato il tutto; tornò poi a rivolgere la sua attenzione in quello che lo circondava: una propria distrazione avrebbe potuto costare caro alla squandra.
Kirashi, di tanto in tanto, si spostava per guardarsi le spalle, temendo che qualche creatura potesse sorprenderlo nel suo punto cieco ma la missione procedeva senza intoppi anche se in una specie di stallo: del corvino neanche l'ombra.
 
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Sasshi
view post Posted on 12/1/2011, 22:29




Il ghiaccio non è un'arma, ma solo una fottutissima sostanza per raffreddare la propria bibita preferita!


Stavo correndo mentre... ma, ehi, sto correndo. Cos'è 'sta storia? Vi dico che fino a un post fa avevo buttato giù una porta! E, un momento, un momento. Sono davanti a tutti. Sono il Leader? Sono il Grande Capo della situazione?! Ma allora alla fine s'erano arresi alla mia totale superiorità? Sì, totale, perché elencare tutti i miei pregi, sarebbe cosa assai lunga da fare. Tenetevi questa, maledetti shguàteri. E dunque un passo alla volta avanzavo, macinavo strada in maniera incredibilmente veloce, anche se non potevo usufruire al massimo delle mie gambe. A considerare dagli abiti e dall'età, avevamo un Genin con noi. Cosa fa il Leader in queste situazioni? Mantiene la calma, ecco cosa fa! Ma poi, poi cos'è che lo rende particolare? Certo, certo, la comunicazione. E così spensierato, urlai al nuovo compagno, come se stessimo facendo una di quelle breve passeggiate tra amici... sordi.

Allora tipo di Konoha, vieni spesso qui!?

Il silenzio regnò. Forse non avevo fatto la cosa giusta? Diamine, una chiacchierata non ha mai fatto male a nessuno!
O forse sì?
Ecco dei rumori sinistri provenire di qua, provenire di là.
Cosa sento?
Sento il vuoto.
Un momento dopo il sibilo.
Un serpente?
No, non ne avevo ancora visti in quella zona.
Frshh, frshh.
Forse uno di quei cani, che sembravano aver voluto affondare le proprie zanne in quel terreno.
Silenzio, silenzio. Non camminate, non affannatevi nella corsa!
Frssh, frshh.
Ed eccolo. Il mio sospetto era fondato, in parte. Non era uno solo, ma ben tre. Prima che la mia mente ragionasse, sparai le falangi verso uno dei cani, che subì in pieno la raffica. Era il momento di trasformarsi. La mia chioma diventò arancione e si raddrizzò, a punta. Ero finalmente arrivato allo stadio del Super Sayan (?). Certo, forse molti di voi non notano la differenza, ma l'eroe guarda dentro! Dentro! Se non cogli l'abisso tra il me di prima e il me che sta combattendo, allora puoi tirarti fuori dalla gilda degli Dei!
Dalla mia mano uscì una punta d'osso affilata, che infilzò senza fatica il primo cane che s'era avvicinato nel mio campo d'azione. Con ancora il cane addosso, ritrassi la mia arma nella pelle e afferrai l'essere ormai inanimato. Lo usai come scudo per fermare il terzo e, approfittando del morso che il demone di infimo livello stava dando al suo stesso "compagno", lo presi per la pelle in eccesso nella collottola. Lo sbattei violentemente a terra, rompendogli quel che probabilmente era una delle sue ossa importanti. Non ci mise molto ad esalare il suo ultimo respiro.

Bene, Nike.
Non devi girarti.
Dà le spalle ai tuoi compagni, come se per te nulla di tutto questo fosse faticoso. Fai credere loro che per te, vero combattente, quello non è che un semplice incontro tra Golia e Davide, in cui tu sei il gigante che schiaccia il bambino (?).

Possiamo procedere.

E invece no. Perché quando tu sei lì a fare il figo, deve per forza saltare fuori un nuovo mostro, per farti sfigurare?! Ah, questa cosa proprio non doveva succedere. Coltomi impreparato, un altro esemplare di quella razza cercò di infilzare le sue zanne nella mia carne. Fortunatamente non fece in tempo, dato che Aidro riuscì ad eliminarlo velocemente grazie alla sua innata. Ghiaccio! Ma dico io...

Ehi ehi, che fai Aidro?!

La mia fronte sbatté velocemente contro la sua e ci rimase attaccata, in aria di sfida. Si vedeva che fumavo di collera. La scena! Mi aveva rubato la scena!

Pensi veramente che io non avessi un piano B? Avevo già spostato i punti vitali del mio corpo! Cosa credi? Che non ne sono in grado? Maledetto ghiacciolo del cavolo... pensa a conservare i nostri alimenti, io penso ai nemici.

Già, alimenti. Averne, più che altro.
[...]

Ed eccoci di nuovo a correre, di nuovo in fila. Di nuovo verso l'ambiente che a me e ad Aidro era diventato più che familiare. L'aria aperta era diventata casa nostra e, inutile dire che erano molte di più le ore di missione, che di riposo. Tossii una o due volte. Stava cominciando a venirmi caldo. E proprio lì, ecco, un posto del tutto inospitale. Era un fiume. La zona si presentava completamente bruciata. I pochi alberi rimasti lì intorno erano stati spezzati e i rami a terra erano segnati da graffi in tutte le direzioni. E dire che una settimana indietro, questo posto, non aveva subito ancora nessun attacco da quelle furie.

Qui non troveremo niente. Seguiamo il fiume e cerchiamo un luogo più ospitale.

Non diedi a loro il tempo di rispondere. Già sapevo cosa volevano dirmi.

Di certo non è ancora qui, se è ancora vivo. Se fossi ferito, non mi nasconderei nella zona nemica. Questa parte ormai desertificata è loro. È rischioso pure per noi rimanere qua. Io me ne andrei in un posto non ancora toccato, magari con diversi nascondigli. Qui c'è troppo campo libero e si rischia di essere visti subito.
Avete ragione, il corvino non è intelligente, ma immagino che questo lo sappia pure lui.
Procediamo.


E così ricominciai a correre, sperando che il resto del gruppo mi seguisse. Quanto ci mettemmo? Altri venti minuti buoni. Questa volta, fortunatamente, nessun attacco ci fece perdere tempo. Ed ecco finalmente un posto più ospitale. L'erba quasi intatta e la maggior parte dei tronchi si reggeva con la sua sola forza. Certo, alcuni erano rovinosamente caduti su altri. Ormai stanchi, si erano appoggiati al propri vicini che, ferrei, li sostenevano. Alcune pietre di dimensione notevole, spezzate e non, erano sparse in quel territorio. Certo, non era quel che si poteva definire un buonissimo posto, ma era sicuramente uno di quelli messi meglio.

Direi di fermarci qua e riposare un momento, in modo da recuperare le energie perdute. Hyuga, se vedi qualcosa, avvisaci.
Ovviamente c'è spazio pure per farmi i complimenti!


Dissi, esibendomi in un'espressione da ebete.

 
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Vaalin
view post Posted on 13/1/2011, 00:35




[Rest In Flame - θ.]

Chapter Three: Sage and a Siege

Il respiro è pesante, affannato, ti sporgi poco oltre il riparo, con la coda dell'occhio la vedi: lei, ombra scarlatta del tuo stesso sangue, da giorni persecutrice tua — la cacciatrice.

Il posto è tranquillo, probabilmente vi siete allontanati quanto basta dal fiume per ritrovarvi in un'area con scarsa attrattiva tanto per le bestie quanto per le loro prede, mancando di fonti di sostentamento che siano evidenti — se non radici, dacché dubitate per la stagione e gli sconvolgimenti climatici che vi possano essere frutti di qualche sorta.
E se vi sono, non dubitate neanche siano tossici e corrotti degli umore che la stirpe ferina piombata su quelle terre ha sparso.

Il ragionamento è stato sensato, una volta tanto: perché sceglier luogo sospetto quale rifugio quando ve ne sian di discreti molto più?
Tuttavia ancora non v'è traccia di vita umana alcuna, benché meno di quella che precipuamente il compito avete di cercare.
Siete lenti, forse, un poco inesperti, e non è che abbiate indizi sui quali basarvi, né niente che un'idea sia in grado di darvi di dove cacciato esser si possa. Siete, d'altronde, andati a pesca di lui già altre volte, voi che nel rifugio avete vissuto, ma mai nulla avete trovato... quel che avete, piuttosto, fatto è disperare.
Perché di lui, traccia non ve n'è, da troppo.

Ma non potete arrendervi, non ora poi che sapete essere giunti rinforzi: un esercito, un'armata intera, migliaia di uomini, come non più ne vedete insieme da tempo chissà quanto, da quando, quel giorno, su di voi cadde l'inferno.
Tu, nuovo arrivato, da una città vieni, l'unica che delle grandi non sia caduta, ma loro, loro hanno vissuta la strage, hanno vista la carneficina, toccata la morte, seppelliti i corpi, inermi e spossati, alle ossa ridotti d'inedia o fatti a brandelli di forza. Fai bene allora a sentirti forse a disagio, perché tu sei un soldato e se è tuo un mestiere è far quel che loro hanno fatto.

Non so se abbiate il tempo trovato di chiacchere scambiare fra voi — o la voglia, chissà, che possa esser quella ciò che vi manchi per farlo?
Ché l'umore che avete non è dei migliori, ognuno per motivi suoi solamente; escluso, mi sa, il solo che pazzo sia abbastanza da intavolar discorsi.
E se altro vi serve per esser taciturni, è saper quanto loquace invece sia lui.

Ma un compito avete, ben lo sapete, e da spartire invece assai poco, se non l'unico scopo che premer vi possa: a termine portare l'incarico e indietro tornare, là dove sperate di vedere i soccorsi arrivare, infine.
I sensi vostri varie cose captano strane, rumori sospetti, ma ancor più, per il maggiormente dotato di voi, immagini — poche, sfocate dalla velocità del soggetto o forse dall'aspetto suo stesso.
Un'ombra, sfuggente, leggiadra, di rosso macchiata.
E poi uno schianto, arriva il secondo, un altro ancora dopo di quello: che accada, voi nol sapete.

Forse, bene è che andiate a giocare da un'altra parte.



[Andate a dare un'occhiata — Uh-oh, mi è semblato di vedere un...]BWAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!

BWAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!

Esplosione, rumore di massi in frantumi che giù rotolino e piovano da un declivio, legno che su sé stesso si torca e si spacchi, gemiti belluini di razza a voi ignota.
Uno spettacolo, vi sembra, futurista, da onomatopee dominato, nella sua smodatezza e abuso dei suoni gagliardo ed ardito.
Non siete tuttavia in un comodo caffè, né nelle vie del centro affollate di gente, non v'è chi lì s'esibisca, se non spettacolo il crudo di disumana ferocia.

Appresso vi fate, la paura del cuore dominando stretta, con ferree catene di volontà la più lucida stringendola al muro, percuotendola con mani e con piedi di determinato coraggio.
Sia mai che qualcuno indietro lasciate: no, esser nol può, che qualcuno pianga, ancora, di nuovo — qualcun altro.
Perché da piangere di persone molte state ve ne sono, e parecchie di queste nemmen hanno avuto l'inutil conforto di tomba curata, di lacrime umida e d'affrante parole; più che per i morti per i vivi è simil uso caro, ma la guerra — la guerra, disumana come conosciuta l'avete ed ingorda, tutto si prende, anche quel che di conforto mai ricavare potrebbero le vittime sue.

Che tenga duro: voi, state arrivando.


[Ve ne andate — Is Schrödinger's cat dead, or alive?]Con la coda fra le gambe, per voi stessi vergogna, ma i vostri fragili cuori... no, non han potuto, non han saputo far quello che comandati erano a compiere — paura, la avete avuta, di vedere, di scoprire, che il vostro terrore più grande vero si rivelasse, che niente più da fare vi fosse e, voi, soli rimaneste, tra le fiere, ad un passo, uno soltanto, dalla salvezza anelata.
No, non può, non può finire così; la vita di nessuno vale la vostra, anche se mai lo confesserete, nessuno saprà.
È, questo, uno di quei segreti che solo la guerra conosce.


[Cosa dovete fare?]È divertente vedere come, senza che nessuno dicesse niente, abbiate spontaneamente eletto leader il meno probabile e più esaltabile: mi piace xD
Dà un certo gusto a tutta la ruolata, nonché una strana spontaneità, sa di naturale imprevisto.

La prima scena, in seconda persona, riguarda il corvino, non voi; giusto perché non vi siano dubbi.

Se scegliete la seconda opzione, semplicemente ditemi come agiate e che facciate in sostanza, verso dove vi muoviate e simili.

Se scegliete la prima, seguite la traccia del corvino, sino a trovarlo di fatto: ferito e come assediato su un monte — una collina invero.
I piedi suoi maciullati sono dai morsi, urla, urla più forte ancora, mentre il sangue sgorga via purpureo e la bestia si rià dall'esplosione; affrettatevi, altro modo potere non avrebbe di difendersi, se non le mani e le braccia frapporre dinanzi alle fauci di lui avide.
È stanco, debilitato, prendi a pugni nel viso non sapete se la creatura o la disperazione stessa, cercando di scamparla, ancora una volta; perché voi non lo sapete, ma è da giorni che fugge, braccato, da quell'orrore, il suo corpo ferito ricoprendo di erbe medicinali che ora tutte per terra si spargono.

Fare dovete post tre (uno cada uno, si intende) in tal caso circa come combattiate il mostro per aiutare il ragazzo che sinora avete cercato.
Il tutto cercando di attenervi alla figura sfuggente che del nemico vi ho data, quindi non vi sentite in difetto se non potete descriverla meglio, perché così è fatta apposta per essere indefinita ed illogica quasi.
Già ve lo dico, doveste trafiggerla o altro di simile farle, non vedreste interiora né niente più dentro che sia dall'esterno diverso: solo un continuum, omogeneo e liscio tessuto corporeo nero, come se di fatto mai fosse stata ferita e sempre lì stata a quella maniera.
Buona fortuna e buon divertimento.

P.S:
Per Kirashi, il cielo è normale, attualmente. Non tutti i giorni piovono bestie come meteoriti, fosse sempre così perderebbe in scenicità la cosa xD



[Creatura incontrata:]Creatura Non-Standard #5 - La Cacciatrice
Descrizione: Un'ombra, sfuggente, leggiadra, di rosso macchiata — la Cacciatrice.
Nera, completamente; sinuosa, totalmente; solo non v'è neanche uno di punto che dagli altri paia slegato, discontinuo, né variare in colore.
Un'unica macchia oscura di pece e terrore, questo vi sembra, della notte figlia e in essa invisibile, signora e padrona dei meandri i più bui, gli anfratti i più nascosti, le tenebre le più fitte.
Un grosso, massiccio orrore, più voluminoso d'un uomo, e simmetrico all'inverosimile, come se il piede tranquillamente esser sostituito potesse dalla testa, e viceversa. Anzi, più la guardate, o meglio, più ve la trovate davanti, sfuggente nelle forme pur in luce e vista le più piene, più non capite, non riconoscete le parti che la compongano.
Dubitate, dubitate davvero che avere possa degli organi o anatomia una qualche precisa, no, non ci riuscite come sia fatta a capire.
Una sola cosa vedete staccarsi dal resto per istanti fugaci: fauci, candide zanne più lisce dell'avorio, come uno smalto, uno smalto perverso che toglie speranze.
E voi, voi siete convinti che se quest'ultime così tanto spiccano sul resto non sia per necessità evolutiva, no, no davvero — ma per malvagità e sadismo: perché possa la vittima vedere e soffrire che qualcosa la mangi.
Energia: Rossa.
Caratteristiche: Medie.
Rilevanza: 1


SPOILER (click to view)
Immagino che si colga cosa io vorrei che faceste, che dite, eh xD?
 
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Kirashi
view post Posted on 23/1/2011, 14:43




Finalmente si fermarono, Kirashi dovette ammettere di cominciare a sentire la stanchezza e quella pausa arrivava con un tempismo impeccabile.

Direi di fermarci qua e riposare un momento, in modo da recuperare le energie perdute. Hyuga, se vedi qualcosa, avvisaci.
Ovviamente c'è spazio pure per farmi i complimenti!


Per tutta risposta l'angolo della bocca dello Hyuga si alzò in un mezzo sorriso divertito all'ultima parte, senza dire niente. Doveva ammettere che finora il caposquadra si era comportato egregiamente ma aveva la sensazione che fare un complimento del genere a Nike poteva rivelarsi una mossa fatale.
Non seppe quanto rimasero in silenzio, ognuno nei propri pensieri; Kirashi immaginò che i due ninja di Kiri riflettevano su quanto era cambiata la loro terra: se anche Konoha fosse stata colpita così violentemente dalle avversità lui... bah, pensare ai se non era mai stato salutare, sopratutto per lui... divertito immaginò che Nike probabilmente stava lamentandosi fra se, infastidito dal silenzio ma che si stesse trattenendo dal romperlo, forse ricordando com'era finita l'ultima volta.
Sebbene Kirashi rimuginasse su altre cose non trascurava il suo importante compito: esplorava con il Byakugan tutti i dintorni cercando nemici o, magari, tracce del Corvino; ogni tanto lo Hyuga cambiava posizione per non lasciare per troppo tempo scoperto il suo punto cieco, ancora molto ampio, ignorando gli sguardi dei compagni, probabilmente perplessi nel caso non sapessero dell'unica debolezza del Doujutsu.
Il mondo di Kirashi era colorato soltanto dal Chakra dei compagni e dalle gradazioni di grigi dell'ambiente, forse fu proprio per questo che si accorse subito che, tra tutti quei grigi, era comparsa una figura colorata del nero più completo. Era scattante, troppo sfuggente per essere una creatura umana sebbene intuisse, anche se non con sicurezza, che fosse umanoide. Fortunatamente, o forse stranamente, nn si diresse verso di loro ed in qualche istante scomparve dal campo visivo dello Hyuga.

C'è Qualc-

Kirashi stava avvertendo i compagni dell'apparizione ma loro non ne ebbero bisogno: a troncare la frase dello Hyuga ci fu un'esplosione di media potenza insieme a diversi schianti perfettamente udibili anche dalla distanza. Gettando uno sguardo ai compagni disse solo una frase prima di prendere l'iniziativa ed andare verso la fonte dei rumori.

Un nemico, non era attratto da noi.

Non c'era tempo per i dettagli e poi non c'era molto altro da dire: se quei colpi non erano per loro erano per qualcun altro, probabilmente umano, magari il Corvino stesso.
Mentre correva Kirashi pensò che forse Nike se la sarebbe presa per aver agito senza consultarlo ma dopotutto non gli importava, anche perché era abbastanza sicuro di averlo alle spalle affiancato da Aidro: nessuno dei due sembrava tipo da tirarsi indietro.
Seguire le tracce era facile: c'era tutto un percorso di distruzione con massi ed alberi straziati orribilmente, sembrava quasi surreale, quasi impossibile che tutta quella distruzione fosse stata provocata da una creatura.
Sentì le grida di dolore e terrore prima ancora di arrivare al punto d'arrivo per trovarsi davanti ad una scena che avrebbe fatto da preludio ad un'orribile assassinio se non fosse arrivato in quel momento.
Dette un solo sguardo all'uomo: riconobbe subito la descrizione del Corvino in quella massa di ferite sanguinanti Seduta a terra contro una piccola parete rocciosa; il suo sguardo si era diretto quasi immediatamente alla creatura che stava davanti alla vittima, ad una decina metri di distanza: ad una prima occhiata sembrava una massiccia ombra solidificata vagamente umanoide, dalle forme troppo perfette ed aerodinamiche per somigliare a qualunque essere vivente che lo Hyuga avesse visto ed il corpo insensatamente leggiadro dava un che di femminile a quel mostro, probabilmente senza sesso.
Kirashi si trovava anch'esso ad una decina di metri dai due, e tutti e tre formavano una specie di temporanea formazione a T.
Lo Hyuga anche se la creatura non si era mossa, seppe istintivamente di essere stato avvistato all'istante anche perché mentre si metteva in posizione di combattimento (Classico stile Hyuga ma con la mano sinistra sull'elsa di Fulmine), la creatura snudava le zanne lunghe e bianche in netto contrasto col resto del corpo ma, per ora, nessuno dei due si mosse, Kirashi non sapeva ancora le caratteristiche combattive del mostro e preferì aspettare una mossa dell'altro, sapendo perfettamente che non avrebbe attaccato a sorpresa il Corvino: aveva tutta la sua attenzione essendo tra i due il più pericoloso e poi anche se l'altro fosse scappato avrebbe potuto pur sempre ricominciare a cacciarlo.
Il cuore dello Hyuga aveva già un battito accelerato fin dalla prima esplosione ma la paura lo aveva reso più lucido e consapevole del pericolo mortale invece che intralciarlo, invece adesso minacciava anche di bloccargli le membra e sebbene Kirashi si concentrasse sul nemico ostentando sicurezza e tenesse le morse paralizzanti di quel sentimento lontano dal suo cuore, nonostante fosse sempre stato coraggioso, non poté impedirsi di sperare vivamente che i compagni fossero al suo fianco per non dover affrontare da solo quell'incubo incarnato.

CITAZIONE
Stato fisico: Illeso
Stato mentale: Concentrato sullo scontro, intrigato dall'avversario
Chakra: 290/300 [-10 Attivazione Byakugan]
Armi:
- Kunai x 15
- Tonico blu x 1
- Fulmine x 1
- Guanti con Lamina d'Acciaio x 1
- Tonici Coagulanti x 2

SPOILER (click to view)
Byakugan .:Livello 1:.
Al ninja che attiva questa innata compaiono dei segni sui lati del viso, vene scure per l’afflusso di chakra, che rendono i normali occhi bianchi dei possessori della bloodline ancora più inquietanti. Il fatto stesso derivato dal grande afflusso di energia attiva una serie di particolari vantaggi, che sono elencati di seguito.
-Vista a 200 gradi (contro i normali 100°).
-Vista telescopica frontale a 500 metri.
-Visione del sistema circolatorio del chakra, ma non delle porte e dei punti di fuga (quindi si riconoscono come false le moltiplicazioni che non possono fare tecniche).
-Possibilità di vedere attraverso oggetti poco spessi (fino ad 1 metro).
-In corpo a corpo la precisione è mediamente aumentata, al livello di un “principiante” tra i possessori di questa innata, perciò anche a questo livello si può aspirare a colpire punti di difficile raggiungimento con una buona percentuale di successo (circa il 70%, ovviamente possono sempre essere schivati).
-A distanza il discorso è simile , e il ninja che si avvale di questo potere ha una precisione abbastanza superiore alla media: i suoi attacchi a distanza (che comunque possono sempre essere schivati) troveranno il bersaglio scelto il 50% delle volte anche se questo è difficile da colpire.
-Per ogni Tecnica Avanzata effettuata con successo, si risparmia il 15% del consumo della Tecnica eseguita.
Consumo di Chakra per Turno: Bassissimo


SPOILER (click to view)
Da quanto ho capito la parte puramente descrittiva è finita e da adesso è combattimento perciò mi sono comportato di conseguenza mettendo stato e tecniche usate, ho fatto bene? E l'aver tenuto per tutta la durata della ruolata il Byakugan attivo non ha influenza sulle statistiche combattive giusto?
P.S. Scusate il ritardo, scuola e mancanza di idee mi hanno intralciato.


Edited by Kirashi - 23/1/2011, 15:00
 
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Vaalin
view post Posted on 23/1/2011, 16:12




SPOILER (click to view)
Attualmente poco mi interessa dei dettagli tecnici come il consumo di energie et similia sinché quanto viene narrato è ragionevole, per cui potete anche non tenerne traccia; quando e se la cosa si farà rilevante casomai imporrò una tantum una percentuale di energia mancante che tenga conto degli sforzi sostenuti.
Comunque, anche se è iniziato un combattimento, la parte descrittiva non cessa; poi non pensiate che questo scontricino sia la fine della quest, è piuttosto l'inizio.

QUOTE
È stanco, debilitato, prende a pugni nel viso non sapete se la creatura o la disperazione stessa, cercando di scamparla, ancora una volta; perché voi non lo sapete, ma è da giorni che fugge, braccato, da quell'orrore, il suo corpo ferito ricoprendo di erbe medicinali che ora tutte per terra si spargono.

Son stato poco esplicito, ma da qui si evince che in realtà in questo momento la bestia gli è sopra e lo sta quasi sbranando xD
Non servono modifiche al post, considerate pure che non siamo ancora a questo punto e stia per saltargli addosso.
 
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Sasshi
view post Posted on 10/2/2011, 13:05




Se non sai programmare, è inutile che ci metti le mani. Ne usciranno solo Bug!


Badaboom.
Che è 'sto casino?
Baaaaaam.
Va beh, se proprio dovete disturbarmi, allora ditelo e fatelo con classe, non certo in maniera così rozza e volgare!

Mi dica subito chi di voi due ha mangiato pesante, oggi!

A dirvela tutta però non ebbi proprio la reazione desiderata. C'era qualcosa che non andava. Un qualcosa di mistico che anch'io, da divinità quale sono, farei fatica a spiegare o comunque a dare informazioni veritiere sul fatto che stava accadendo. Si può dire però, certo, questo lo si può fare. Ma poi non venite da me a chieder consiglio di come risolvere questo enigma, perché è difficile per le leggende, figuriamoci per i mortali.
Ma che stavo dicendo esattamente?
Ah, sì.
Beh, il fatto mistico è che i miei compagni non stavano rivolgendo la loro attenzione a me.
Incredibile, vero?
Guardai anch'io la fonte della loro nuova(?) attenzione.
Oh, cadono degli alberi e delle pietre.
Che c'è, mai visto piovere cose del genere?
Pensa te dove arriva il mio potere divino.
Eppure ero quasi certo di non star influenzando le sorti del mondo, in questo momento.

Nemmeno il tempo di avvertirli, di dire loro di fare andare davanti me, che di queste cose ormai ho certa esperienza, che partirono senza dire nulla. Maledetti sciocchi. E così anch'io partii, cercando di raggiungerli il più velocemente possibile. In che modo s'era manifestato il mio potere, questa volta? Ecco cosa succede a distrarsi!

Non ci mettemmo molto ad arrivare al luogo che più ci premeva raggiungere. Come descrivere la situazione? Beh, diciamo pure che non era tempo di scherzare con gli altri. Era forse il tempo di giustificazioni?

Davanti a noi v'era una forma, che dir forma però sarebbe sbagliato, nera. Era curva, in movimento.
Insomma insomma, stai ferma dai!
E che roba assurda sono quegli artigli?
No, no, non vale!
Ctrl, Alt, Canc.
Termina programma, subito!
Cosa cosa, funzionalità del pc del ventotto percento?
Fanculo alla Ram.
Combattiamolo, se proprio dobbiamo!

Oh, ohhh, ma guarda chi c'è! Il corvino. E... e ma che cacchio fa il mostro lì? Lo sta sbranando?
Salvare il corvino ↳
Derisione di tutti del corvino ↳
Gloria di Nike.

Facili e semplici concetti, insomma.

Concetti d'aria immaginari, sovrastano e distruggono il territorio intorno ai piedi di Nike. Urla il vento, ma solo per lui, che di immaginazione ne ha a palate. I suoi occhi luccicano, o così è nella sua testa. Il braccio destro, pompato, non può che mostrare delle grosse venature, invisibile agli occhi estranei a quelli del proprietario. Un solo movimento, il piede avanti e un, due, tre.
Un, due, tre. Un, due, tre.
*Inserire passo di danza adatto per tale movimento*
?
[...]

No, scusate, volevo dire...
il braccio si alza, maestoso, ma con semplici movimenti.
Quelli essenziali.
La mano cerca il manico.
Lo cerca.
Lo cerca ancora.

Oh, è vero che la mia spada non ha manico...

Mi grattai la testa e alzai la mano sventolandola verso tutti, per scusarmi della scarsa figura.
Ma insomma, capita anche ai migliori.

Ecco, ecco, la visuale è sugli occhi. Si guardano attorno, seppur il nemico sia davanti a lui.
Misi la mano vicino a quell'assurda lama.
Dalla mano uscirono ossa.
Non certo ossa semplici, di una persona qualunque.
Quelle erano dure e resistenti quanto il ferro.
Velocemente andarono a prendere forma dentro la spada, costruendo un manico e delle sorte di spine, che uscivano dai rispettivi buchi della spada.
L'afferrai e velocemente l'alzai per poi sbatterla violentemente a terra, per richiamare l'attenzione dell'essere. Un tonfo, abbastanza fievole ma udibile dai più, irruppe tra i suoni del luogo.

Smile

Cominciai a correre verso la bestia, ignorando gli altri miei compagni. Non ero un buon collaboratore in certe occasioni, già lo sapevano. Pure Aidro conosceva questa particolarità, non se ne sarebbe poi più di tanto stupito.
Con la mano libera sparai cinque falangi dalla mia mano, per richiamare l'attenzione della bestia, "ferma" davanti al corvino.
Non l'avrei certo fatto in una situazione normale, ma la forma doveva essere richiamata da me il prima possibile, per evitare la perdita della persona tanto cercata.
A grandi passi mi avvicinai. Ero a cinque metri dalla bestia, quando saltai e con la mano libera formai un'altra spada, questa volta poco più piccola di una bastarda. Di cos'era fatta? Di ossa ovviamente!
Con la spada più grande presi la carica per un gran fendente dall'alto verso il basso che, se la bestia fosse stata poco resistente e non si fosse mossa in alcun modo, sarebbe stata tagliata in due. Nel caso avesse evitato il primo colpo, avrei lanciato l'altra spada in direzione dello spostamento, cercando di colpire il centro di quella triste figura. Sempre ammesso che ne avesse uno. Sarei stato ben attento a non colpire uno dei miei compagni, però.
Se me ne avesse dato il tempo, avrei lanciato due tonici coagulanti verso il corvino. Forse non erano granché in quella situazione, ma sempre meglio di niente, per il momento.



CITAZIONE

Stato Fisico
Ottimale

Stato Psicologico

Concentrato

Chakra
500-10[Attivazione Innata]-10[Spada d'osso]-50[Dances of Sword-Bone structure]: 430 [ Deciti tu Vaal, se farmi calare qualcosa per il combattimento autoconclusivo di prima]

Armi ed equipaggiamento
Kunai x 4
Shuriken x 8
Flash x 6
Fumogeno x 10
Sigillo Esplosivo x 6
Tonico Blu x 3
Tonico Viola x 1
Tonico Nero x 2
Tonici da Guerra x 3
Tonici Coagulanti x [4-2]=2
Respiratore
Guanti con Lamina d'acciaio
Fumogeno x 1
Wakizashi x 2
Fukibari [ Pacco da 5 ]
Tonico Rosa
天帝乃刃 (Tentei no yaiba) - Heavenly King's Sword [In mano]




Edited by Sasshi - 11/2/2011, 00:17
 
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Vaalin
view post Posted on 27/2/2011, 23:24




CITAZIONE
Siamo in ritardo sulla tabella di marcia e per questa quest, che doveva esser fra le tre la più impegnativa, è abbastanza grave, visto che devon ancora accadere molte cose, che sarò costretto a stringare oltremodo.
Pertanto vi chiederei di rispettare un tempo di risposta di cinque giorni cadauno a partire da adesso.
Naturalmente, considerato come sinora siamo stati elastici, non sarò eccessivamente rigido, però a questo modo, se uno non dovesse postare entro i termini previsti, il giocatore successivo potrebbe iniziare a preparare la propria risposta, di fatto prendendo momentaneamente il posto, a livello di turnazione, del compagno.
A quel punto, dal messaggio del proprio collega scattano altri cinque giorni di tempo; se non vengono rispettati neanche quelli, il giocatore salta il turno e il personaggio viene mosso dal Qm, ossia da me.
L'ultimo in ordine di turnazione, non avendo un compagno con cui scambiarsi, gode della disponibilità di sette giorni di tempo più altrettanti di proroga — rimanendo comunque in difetto di un giorno rispetto all'ipotetico tempo massimo di attesa per la risposta di un altro giocatore.

Postilla: io, essendo sinora stato decisamente puntuale, mi riservo di tardare quanto voglia, dacché non credo sia mai stata la mia attesa a fermarvi.

 
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¬ I t a m æ «
view post Posted on 2/3/2011, 12:22






Attimi Corvini




La ricerca stava continuando senza troppi intoppi tra i soliti discorsi di Nike e il sorvegliamento dello Hyuga di Konoha, quando i tre decisero di fare una pausa. Aidro si mise a sedere su una roccia sporgente dal terreno, adatta per accomodarsi. Lo stomaco cominciava un po' a disturbare, ma non sarà stato l'unico. Se le parole del ninja kiriano dai capelli arancioni fossero commestibili, senza dubbio Aidro non avrebbe avuto tutti quei problemi. Si sentiva vuoto, sia nello spirito che nel corpo. Da quanto stavano cercando il Corvino ormai? E quanto gli era costato? Delle volte pensava di rinunciare, ma poi capiva che non poteva fare altro e che erano tutti con le mani legate, solo il Fato avrebbe potuto agire.
E così fu.

Un terribile suono di un'esplosione si udì dal bosco, con conseguente volo di massa di uccelli impauriti. Anche il Controllore delle Acque fu per un attimo intimorito, poi altri mille pensieri gli si posero davanti, infine il desiderio ed il bisogno di correre verso l'origine di quel boato. Non ci pensò due volte a correre e a seguirlo alle sue spalle ci fu il giovane Kirashi. Durante la breve camminata si domandò se il Corvino centrasse qualcosa, in fondo ci sperava tanto.
La sua speranza si tramutò in realtà, ma questa non era come poteva immaginare: arrivati nella zona a tratti bruciata e ancora fumante, un uomo simile a quello che stavano cercando era impegnato a difendersi da una strana creatura. Da quanto ne sapevano quella persona ci somigliava troppo al Corvino. Massì, era proprio lui!
E della creatura invece? Non ne sapevano niente.
Poco ci voleva a capire che fosse una di quelle piovute dal cielo, ma questa sembrava ben diversa dalle altre.
Una sagoma incolore se non del nero più scuro. Non aveva altre caratteristiche fisiche, non produceva alcun suono, nè sembrava avere particolare odore. Sembrava una macchia in un quadro catastrofico.
Pochi attimi dopo arrivò anche Nike, permettendo agli altri due di poter sollevare un attimo di sospiro, che durò comunque molto poco.
Cosa fare? Il ragazzo giurò che la sua agitazione potesse essere sentita a chilometri di distanza. In quel momento vedeva veramente tutto nero. La soluzione migliore però era la più semplice, attaccare.
A differenza del Kaguya però, il Normalce era solitamente incline a preoccuparsi prima dell'acqua. Non ce n'era.
Mentre si guardava intorno il suo compaesano aveva già cominciato ad andare all'attacco.

Ehi, Hyuga! Cerca un corso d'acqua! E appena puoi cerca di recuperare il Corvino!


Sarebbe meglio combattere lì.



Combattere senza acqua per Aidro era come combattere manchevole di un braccio, se non di entrambi. Prese anch'egli la sua spada e la impugnò saldamente con la mano destra. Non conoscevano le facoltà del nemico, quindi sarebbe stato meglio non attaccare in modo ravvicinato; ma le abilità del ninja erano in quel momento limitate, quindi si posizionò in modo da difendersi, almeno fino a quando non avrebbe avuto una buona occasione di agire.


CITAZIONE

Chakra: 500/500
Stato: Buono
Army & Accessori :
■ Makibhishi {5}
■ Spiedi {11}
■ Aikuchi {1}
■ Sigilli Esplosivi {7}
■ Fumogeno {1}
■ Pano Conduttore Di Chakra {1}
■ Bomba Incendiaria {2}
■ Katana {1}
■ Tekken {1}

Tonici

■ Coagulante {1}
■ Rosa {1}
■ Violetto {1}
■ Blu {2}
■ Tonico da Guerra {1}

Note: Mi scuso veramente per il ritardo, mi va benissimo un limite di tempo sicchè anche io mi sentirò più in dovere a rispettare i tempi. Spero di non fare più un ritardo del genere.


 
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