Parlato; Pensato; Parlato altrui
Passato il primo turno dell'esame, Kirashi non ebbe neanche il tempo di abituarsi al suo successo che si ritrovò catapultato nella
guerra: Seconda fase dell'esame cancellata e sostituita da una prova direttamente sul campo. Il risultato di questo fuori programma era la marcia di tutte quelle truppe verso l'ultima battaglia di quella guerra per la sopravvivenza che si sarebbe svolta nelle oramai rovine di Kiri.
Erano tutti vestiti quasi uguali, in quella tenuta mimetica verde con tante tasche e scarponi scuri, più quei grossi zaini pieni di equipaggiamento, viveri ed il poco altro che si potevano portare dietro.
Nella prima parte del viaggio nessuno fiatava, la maggior parte troppo atterriti dallo spettacolo che il nuovo mondo gli offriva, per una parte di quelli era anche la prima uscita, come non era invece per Kirashi che in quei momenti pensava più a chi aveva lasciato a casa ed a chi avrebbe aspettato il suo ritorno; solo successivamente portò più attenzione all'ambiente circostante, giusto in tempo per notare la spaccatura nel terreno nata dal proseguirsi della sua scorsa missione.
Kirashi notò anche il resto del panorama che sembrava sorprendentemente più... naturale, segno che il potere di quei mostri era diminuito; riuscì addirittura a scorgere qualche albero intatto e senza macchie di sangue, sia umano che non.
Lo Hyuga notava anche le facce di quelli più anziani di lui che sicuramente avevano già percorso quelle strade prima che scoppiasse l'inferno ed adesso le ritrovavano irriconoscibili.
La cosa era deprimente anche per Kirashi stesso: il paese del Fuoco, un tempo glorioso e pieno di foreste adesso sembrava (ed era) solo un luogo di morte e sofferenza.
Comunque Kirashi veniva più impressionato dalle capanne o catapecchie appena costruite incontrate lungo la strada che da altro: l'essere umano, seppur disperato e senza forza, si stava lentamente riprendendo quei luoghi che d'altronde non aveva mai abbandonato; le persone che incrociavano lungo la strada con li salutavano festeggiando il loro passaggio, i bambini che felici della loro presenza gli correvano in parte per un breve tratto... tutta quella gente, per quanto fosse malconcia, per quanto avesse i vestiti logori, aveva tutta lo stesso sentimento nello sguardo: speranza, voglia di ricominciare.
Quello sguardo... vale davvero la pena morire per proteggere anche solo quello sguardo.Non sapeva da quante ore marciavano, fatto sta che il tramonto (o meglio, quello che riconoscevano fosse il tramonto) era alle porte e la fatica si faceva sempre più pressante, non solo per lui, tanto che gli ufficiali, che per la maggior parte del viaggio non avevano dovuto aprir bocca, adesso incitavano le truppe rassicurandole sulla vicinanza della destinazione.
Il grosso gruppo si era zittito di nuovo, probabilmente per la stanchezza, ed ormai, oltre alla voce degli ufficiali ogni tanto, il rumore predominante era quello dei passi che aveva sostituito quello delle chiacchiere; anche Kirashi, alla fine, era stato coinvolto nei discorsi di come sarebbe stato il dopo-guerra, di come un suo commilitone vicino sarebbe felice di poter pensare nuovamente al suo orto, della speranza che il cielo tornasse azzurro o che il Paese del Fuoco tornasse nuovamente verdeggiante... lo Hyuga aveva fatto particolarmente amicizia con un suo compagno di fila: un certo Toki, dal fisico asciutto, carnagione rosea, occhi neri come i capelli corti e qualche lentiggine sul viso... era poco più grande di lui e facevano parte della stessa squadra: la Theta.
Comunque non molto tempo dopo gli ufficiali diedero lo stop: erano arrivati alla frontiera e stando alle informazioni da lì avrebbero proceduto su dei mezzi ma ormai era notte e la cosa fece preoccupare Kirashi: aveva imparato a proprie spese che era meglio non avventurarsi di notte.
Fortunatamente questo lo sapevano anche gli ufficiali che provvidero a dare gli ordini per la notte tramite un megafono..
Ci fermeremo qui per la notte. In quei piccoli edifici ci sono delle brandine di fortuna. Tutti faranno dei turni di guardia di una mezz'ora, verrete svegliati quando toccherà a voi! Si riparte domattina presto! Riposate bene, questo è probabilmente l'ultimo sonno tranquillo che avrete fino alla fine della missione.Il mattino dopo, poco dopo l'alba, Kirashi venne svegliato da un commilitone e notò che, nello spiazzo antistante l'accampamento, erano stati portati diversi carri trainati da cavalli: il loro mezzo di trasporto.
Gli uomini accolsero con sollievo e felicità la novità: niente più marce sfiancanti in cambio di un viaggio su carro, per quanto scomodo potesse rivelarsi.
Kirashi, seguito da Toki, salì sul carro più vicino insieme ad un'altra decina di persone dall'aria ancora sonnolenta; il cocchiere si assicurò che tutti fossero ben seduti prima di dare il via ai cavalli.
Il viaggio iniziò con il silenzio accompagnato dai sobbalzi del carro per il terreno impervio, dal rumore degli zoccoli dei cavalli e dagli occasionali ordini a voce dei cocchieri, gli unici a non sembrare minimamente storditi dalla sonnolenza.
Toki, dopo qualche minuto, sbadigliò per il sonno, venendo curiosamente seguito dagli altri presenti quasi si fossero messi d'accordo, per poi parlare senza rivolgersi a qualcuno in particolare.
Quanto credete che durerà il viaggio?La risposta arrivò da un uomo sulla trentina, alla sinistra di Kirashi, che si rivolse anche a tutti gli altri occupanti del carro.
Mantenendo questa velocità? Due, forse tre ore. E se fossi in voi, sfrutterei questo tempo per continuare a dormire... chissà quando ne avremo più occasione.Inutile dire che il suo consiglio fu seguito da tutti.
Tutto il gruppetto era sveglio da almeno mezz'ora, dopo aver fatto un sonno non molto tranquillo per via del carro in movimento, quando questi si fermò ed il cocchiere si rivolse a loro.
Siamo arrivati, potete scendere. Buona fortuna ragazzi, ne avrete bisogno.Ebbero appena il tempo di scendere quando sentirono le voci degli ufficiali che ordinavano le truppe, stavolta dividendole nelle diverse squadre.
Kirashi raggiunse la postazione Theta affiancato da Toki che sembrava tranquillo quanto lui anche se non tutti davano prova della stessa calma: si scorgevano già i primi segni di nervosismo tra le fila degli uomini.
Un ufficiale richiamò l'attenzione.
Ora costruiremo un accampamento fortificato per poi stabilire dei turni di guardia precisi. Le matricole andranno con quest'uomo alla mia destra: avrete il compito di costruire le tende.; tutti gli altri con me!Toki e Kirashi fecero come ordinato e, seguendo le istruzioni, cominciarono il lungo lavoro.
A lavoro finito, Kirashi e Toki erano in una tenda a sistemare i loro effetti nelle cuccette che gli avevano assegnato per il tempo in cui sarebbero stati nell'accampamento; fu allora che Toki vide per bene Fulmine, la katana dello Hyuga che fino a quel momento era stata appesa allo zaino in una custodia in stoffa scura, e vinse la sua timidezza complimentandosi con Kirashi
Gran bella spada, di ottima fattura. Dove l'hai presa?È un... regalo di un amico. Un buon amico che la guerra non ha risparmiatoAllo Hyuga non sembrava il caso di rovinare l'atmosfera rilassata dicendogli che l'aveva raccolta dal cadavere del suo amico, Vent.
Un amico devoto e coraggioso.Toki fu abbastanza acuto da capire che era meglio approfondire il discorso.
Beh, andiamo? È quasi ora del randevous.Si, andiamo.Uscendo dalla tenda Kirashi poté ammirare ancora una volta il nuovo aspetto dell'accampamento: a forma semi pentagonale, circondato da mura e torrette di legno presidiate dalle sentinelle di turno.
Sembra una piccola fortezza, una fortezza portatrice di speranza per noi umani e morte per... loro.
I due amici, come tutto il resto della squadra Theta, si misero sull'attenti al venire dell'ufficiale superiore che dopo poco concedette loro il riposo per poi procedere all'esposizione della loro specifica missione.
Squadra theta, a voi è richiesta la ricognizione di una zona in cui ci sono stati segnalati recenti smottamenti e cambiamenti della morfologia del terreno: non sappiamo che aspettarci e abbiamo bisogno di sapere le condizioni del territorio prima di pianificare le manovre d'attacco sulla città. Siete la squadra meno numerosa e verrete divisi in dei sotto-gruppi di tre o quattro individui perché possiate coprire una zona più ampia. Solo alcune di queste unità avranno al proprio interno un individuo addestrato ai rilevamenti topografici e al disegno di cartine, pertanto chi non ne avesse dovrà limitarsi ad assicurare la sicurezza delle varie zone e l'incolumità degli altri.
È tutto.
Una missione semplice... ma lo era anche la missione in cui è morto tutto il mio team.Quando i gruppi vennero formati Kirashi venne diviso da Toki, assegnato in un altro gruppo; ebbero appena il tempo di una stretta di mano ed un “buona fortuna” prima che i rispettivi caposquadra li richiamassero ordinandogli di prendere tutto il necessario per la missione.
Quando fu pronto Kirashi non indossava più il completo mimetico tenuto fino ad ora: si era rimesso la sua solita tuta nera con i particolari argentati, aveva indossato il coprifronte, si era preso il proprio equipaggiamento appendendo Fulmine sul fianco sinistro.
Il caposquadra diede subito il via alla missione guidando il gruppo alla zona assegnategli.
Kirashi ora si trovava in quel casotto che fungeva da rifugio ai profughi dell'accampamento che avevano non molto dopo la partenza.
Era una miseria assoluta, niente a che di quella che aveva già visto nel Paese del Fuoco, sembrava che Dio, o qualunque altro essere superiore, avesse dimenticato di mettere un po' di bontà in quell'ambiente.
Kirashi cercava di alleviare il proprio animo turbato da quella miseria con le immagini di speranza che erano tante quante le immagini di morte: gli uomini, donne e bambini che si aiutavano l'un l'altro come possibile od il vecchio ceco che parlava della situazione con tutta la passione che potesse metterci: non aveva ancora abbandonato la speranza nonostante lo stato delle cose.
Lo Hyuga non stava ascoltando il vecchio che aggiornava il suo capogruppo: anche se lo avesse fatto avrebbe dovuto comunque eseguire gli ordini del suo superiore.
Guardandosi intorno Kirashi si sentiva quasi colpevole del suo buon stato psicofisico, provava un'emozione simile a quando ricordava la sua prima missione durante quel macello a cui era sopravvissuto soltanto lui...
In quel momento nel casotto entrò un nuovo personaggio a cui tutti subito rivolsero l'attenzione... anzi di più, sembrava che quell'uomo contenesse le speranze di quei poveracci.
Il nuovo arrivato stava facendo il rapporto di una missione fallita ma Kirashi non lo stava ascoltando, la sua attenzione era stata catturata dal suo aspetto: i capelli arancioni, che l'avevano colpito subito, lo Hyuga non credeva che potessero esistere di quel colore; alto, slanciato, anche con i vestiti un po' logori sembrava l'incarnazione stessa della sua idea di soldato ninja.
Tutta questa serietà fu rotta però dal primo commento di quel ninja.
Burp! Scusate, non lo trattenevo più.La cosa colse tanto di sorpresa Kirashi che non seppe se ridere od indignarsi; però notò subito l'effetto di quell'intervento: l'atmosfera si era notevolmente allentata, era comparso qualche sorriso divertito, qualcuno aveva persino ridacchiato... tutto ciò non poteva certo che fare bene in un posto tanto negativo.
Un angolo della bocca dello Hyuga si alzò.
Questo ninja vale anche più di quel che sembra...Scusate per l'enorme ritardo, non ricapiterà più.
Sono l'unico a partecipare a questa missione?